Oristano 1° Agosto 2020
Cari amici,
Se ho chiuso i post di Luglio con i ricordi del nostro antico e glorioso passato, voglio iniziare quelli di Agosto parlando di futuro ed in particolare di robotica. Che l’intelligenza
artificiale stia facendo ogni giorno passi da gigante è una realtà ormai
incontrovertibile. Ma i passi ultimi, quelli recentissimi, fanno restare
proprio di stucco! In laboratorio è stato messo a punto il primo scienziato-robot,
che è in grado di operare in autonomia ed ha già effettuato da solo circa 688
esperimenti, arrivando persino a fare una nuova scoperta! Questo straordinario
robot è stato sviluppato e testato nei laboratori dell’Università di Liverpool.
Questo Robot-Scienziato,
pensate, è stato in grado in soli otto giorni di svolgere alla perfezione gli esperimenti
richiesti, e durante il suo lavoro ha addirittura individuato un efficace
catalizzatore chimico prima sconosciuto, maggiormente reattivo, rispetto a quelli
precedentemente conosciuti, ben sei volte di più. Questo umanoide,
per ora senza nome, nato ad opera di un gruppo di ricercatori dell’Università di
Liverpool guidati dal professor Andrew Cooper, sta lasciando tutti di
stucco! Di lui ha parlato anche l’autorevole
rivista Nature, che ne ha descritto le sue straordinarie capacità.
Negli otto giorni in cui
è stato testato, questo automa ha effettuato ben 319 movimenti, 6.500
manipolazioni, ha percorso 2,17 chilometri, operando incessantemente per un
totale di 172-192 ore di lavoro; nessun riposo, tuttavia, per l’umanoide, se
non per il tempo necessario a ricaricare le batterie. Abbastanza simile per
dimensioni all’uomo, (è alto un metro e 75 ma è pesante circa 400 chili), è risultato
in grado di operare con estrema rapidità e accuratezza. Insomma un vero
fenomeno!
Gli scienziati lo hanno equipaggiato
con un sofisticato algoritmo di intelligenza artificiale che gli consente di
andare ben oltre i limiti dei suoi colleghi in carne e ossa; la macchina sa svolgere
tutti i compiti dell'esperimento, come pesare solidi, dispensare liquidi,
rimuovere aria dal recipiente, avviare una reazione catalitica e quantificare i
prodotti della reazione. Il suo cervello usa un algoritmo di ricerca che gli
permette di valutare oltre 98 milioni di possibili esperimenti, scegliendo, infine,
il più efficace per raggiungere l’obiettivo.
Il professor Cooper,
guida dei ricercatori, ha così commentato: «La nostra strategia è stata
quella di automatizzare il ricercatore, più che gli strumenti, che sono già
perfettamente operativi. Questo nuovo strumento non è solo un’altra macchina
nel laboratorio, ma un nuovo membro della squadra, in particolare super
potente, che lascia ai ricercatori umani più tempo libero per pensare
creativamente». Insomma, il Robot-Scienziato sarà una grande ed
efficace risorsa per il futuro, perché se «istruito» a dovere, il robot può
potenzialmente essere in grado di integrarsi alla grande in qualsiasi
laboratorio, non solo in ambito chimico.
La creazione del primo
robot-scienziato dotato di intelligenza artificiale, cambierà notevolmente il
lavoro degli istituti di ricerca; basti pensare che questi scienziati-robot hanno
la capacità di eseguire esperimenti 1000 volte più velocemente di un
ricercatore umano! L’Università di Liverpool nel comunicare al mondo la
riuscita dell’esperimento si è così espressa: “Avete un esperimento
troppo difficile da fare? Assumete un robot-scienziato mobile”. Inizia proprio
così il comunicato con cui l’Università di Liverpool (dove è presente anche un
video della macchina in azione) e il gruppo di ricercatori guidati da Andrew
Cooper hanno presentato il loro progetto, che cambierà e anche di molto il
lavoro dei laboratori di ricerca.
Cari amici, in realtà in
questo particolare settore dell’automazione i passi avanti sono stati costanti
e sempre più avanzati. Nella prima fase a perdere o cambiare lavoro furono i
lavoratori manuali, sia in Europa che in America o in Oriente, con l’avanzare costante
della rivoluzione industriale, ora ad essere rimpiazzati da un robot sono e saranno ben
altre categorie! L’intelligenza artificiale non sostituirà solo taxisti o
camionisti, caccerà scienziati dai laboratori, infermieri dagli ospedali,
docenti e ricercatori dalle università, giornalisti dalle redazioni!
Che dire poi delle ‘relazioni
sociali’ come quelle in capo alle receptionist degli alberghi? Come non
ammirare Amelia, robot dal viso di elegante bionda manager scandinava, che
manda a memoria un manuale di 300 pagine in 30 secondi, risponde a migliaia di
telefonate in contemporanea, dialogando cortese e forbita in 20 diverse lingue?
I Robot qualunque cosa ne pensiamo, saranno gioia e dolori nel nostro futuro!
Bisognerà necessariamente capire in che modo trovare una pacifica coesistenza con noi umani.
Non sarà facile, ma se l’uomo
vuole salvarsi dovrà necessariamente provarci.
A domani.
Mario
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