Oristano 21 ottobre 2025
Cari amici,
Che la SARDEGNA sia uno
scrigno di Biodiversità, è una dato reale, concreto e straordinario! Numerose le specie
endemiche presenti, che nel millenni si sono sviluppate in forte isolamento, e che
poi sono arrivate fino a noi regalando, a noi e al mondo, esemplari unici che in tanti ci
invidiano! La nostra terra è davvero meravigliosa in tutti i sensi. Ho fatto
questa premessa per raccontarvi di una recente scoperta che ci inorgoglisce:
nella nostra terra è stata scoperta una particolarissima ape solitaria, di colore nero, rinvenuta in un particolare areale, quello dell'isola di Culuccia, posta nel Nord-Est della Sardegna. Quest'ape è stata chiamata “ANDRENA CULUCCIAE”, in omaggio al luogo del ritrovamento.
Quest’isoletta, per molto
tempo disabitata e trascurata (oggi è diventata una “penisola”, in quanto
una striscia di terra la collega alla terraferma), è di proprietà privata,
essendo stata acquistata tempo fa dall'imprenditore Marco Boglione e da sua
moglie Stella. Questi signori, con l’animo ecologista, hanno subito cercato di darle
una veste degna di un luogo così meraviglioso, tanto che in poco tempo, grazie
a loro, è diventata un’oasi per il turismo naturalistico, l’educazione
ambientale, la ricerca scientifica e la conservazione della biodiversità.
Oggi quest’isola è
ricoperta da una bella vegetazione dunale, che è diventata il regno di diversi insetti, tra cui
l’accennata “L'APE NERA”, recentemente scoperta. Si, amici, Tra le dune sabbiose,
sui fiori di armenia pungens, vola una piccola ape nera solitaria, lunga
un centimetro e mezzo, che, tra maggio e giugno, si sposta sulla vegetazione
costiera dell'isola, che Marco Boglione, patron di Basic-Net e marchi come
Superga, K–Way, Robe di Kappa e Sebago, ha trasformato in una meravigliosa oasi
naturalistica, vero patrimonio di biodiversità. Ma come è avvenuta la scoperta
di questa piccola ape solitaria?
I protagonisti della
scoperta sono Matteo Annessi e Andrea Di Giulio, coautori del successivo
studio che la descrive per la prima volta, insieme ad Alessandra Riccieri,
direttrice dell'Osservatorio Naturalistico dell'Isola di Culuccia.
Quest’ape selvatica, mai vista prima, è un insetto rimasto fino a oggi
sconosciuto alla scienza; è stato chiamato Andrena culucciae, in omaggio
all’isoletta, oggi diventata penisola. A individuarla per primo è stato Matteo
Annessi, un giovane entomologo, durante le sue ricerche, effettuate in
collaborazione con l'Università Roma Tre. Lo studio prima accennato, che la
descrive dettagliatamente, è stato pubblicato sul Journal of Hymenoptera
Research.
La scoperta, amici, è
stata resa possibile grazie alla convenzione tra l'Università e l'Osservatorio
Naturalistico dell'Isola di Culuccia, e rappresenta molto più di un semplice
contributo alla conoscenza della fauna sarda. È un esempio quasi unico in
Italia di come un patrimonio naturale rimasto dimenticato per decenni possa
trasformarsi in un'oasi per il turismo naturalistico, l'educazione ambientale,
la ricerca scientifica e la conservazione della biodiversità.
Quella scoperta tra le
dune dell’isola di Culuccia è "Un'ape diversa da tutte le altre".
"Tutto è cominciato durante le ricerche sugli insetti impollinatori di
Culuccia", racconta a Fanpage.it Matteo Annessi, oggi
dottorando e primo autore dello studio che descrive questa nuova specie.
"Studiando gli esemplari raccolti tramite retino entomologico e trappole
per insetti volatori, uno ci ha colpiti subito: aveva caratteristiche
morfologiche insolite. Le analisi al microscopio ottico ed elettronico, e poi
quelle genetiche, hanno confermato che si trattava di una specie nuova per la
scienza".
Quell’ape, lunga un
centimetro e mezzo, è stato appurato che appartiene al genere Andrena, che
comprende centinaia di specie di imenotteri solitari, che risultano
fondamentali per l'impollinazione. Ma l’ANDRENA CULUCCIAE si distingue per
alcuni dettagli unici. "Le femmine hanno una combinazione di setole
bianche e marroni nelle zampe posteriori mai osservata prima", spiega il
professor Andrea Di Giulio. "Anche la struttura degli organi genitali
maschili e i margini traslucidi dei segmenti addominali la rendono
inconfondibile. Il DNA barcoding ha poi confermato che è geneticamente distinta
dalle specie affini".
Cari amici, la Sardegna è
una grande oasi di biodiversità e le dune di Culuccia sono un raro esempio di
ambiente costiero rimasto intatto, lontano dal turismo di massa e dalla
cementificazione, che altrove, invece, stanno mettendo in crisi la biodiversità
delle zone costiere. Evitiamo, dunque, di continuare a devastare un’isola che
merita grande rispetto, blocchiamo la cementificazione selvaggia, le pale
eoliche, i campi di pannelli solari e la mancata conservazione dei monumenti
che evidenziano la nostra grande storia! Evitiamo di violentare la nostra terra
millenaria, unica e irripetibile!
A domani.
Mario
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