mercoledì, ottobre 08, 2025

LA DISFATTA CULTURALE DELLA SOCIETÀ. OGGI REGNA L'IGNORANZA! CHE QUESTO SAREBBE ACCADUTO, LO PREVIDE NEL 1871 IL FILOSOFO E POETA SVIZZERO HENRY-FRÉDÉRIC AMIEL.

Oristano, 8 ottobre 2025

Cari amici,

Dopo anni, decenni, secoli di crescita sociale e culturale, la Società è, purtroppo, arrivata al suo contrario: una costante DECRESCITA. Questa ignoranza popolare, sempre più diffusa, iniziò ad essere compresa in modo evidente da alcune menti illuminate fin dalla fine dell’Ottocento, tanto che il filosofo e poeta svizzero HENRI-FREDERIC AMIEL, pubblicò una realistica previsione peggiorativa, di fronte al crollo della situazione culturale del Paese e alle sue conseguenze sulle dinamiche della politica. Questa sua pubblica riflessione comparve su “Frammenti di diario intimo”, una pubblicazione del 1871. Ecco la sintesi di questo documento.  

“Le masse saranno sempre al di sotto della media. La maggiore età si abbasserà, la barriera del sesso cadrà, e la democrazia arriverà all'assurdo, rimettendo la decisione intorno alle cose più grandi ai più incapaci. Sarà la punizione del suo principio astratto dell'uguaglianza, che dispensa l'ignorante di istruirsi, l'imbecille di giudicarsi, il bambino di essere uomo e il delinquente di correggersi. Il diritto pubblico fondato sull'uguaglianza andrà in pezzi a causa delle sue conseguenze. Perché non riconosce la disuguaglianza di valore, di merito, di esperienza, cioè la fatica individuale: culminerà nel trionfo della feccia e dell'appiattimento”.

Mai previsione fu più azzeccata! Lentamente ma inesorabilmente l'ignoranza ha preso il posto della cultura, mentre in precedenza questa era stata un grande, educativo valore, in particolare per chi doveva occuparsi politicamente di amministrare le nazioni; una cultura che alla fine si eclissò. La conoscenza, il sapere, la cultura, a quel punto contavano poco più di niente. Insomma la cultura, da valore prestigioso, era diventata il suo contrario: un disvalore. Tutt’al più un optional! Era stato gettato alle ortiche quel carisma. quel crisma di alto valore,  che aveva avuto per tanti anni e per tante generazioni. Oggi, dopo questa rivoluzione, il competente è guardato con sospetto, tanto che viene additato come affiliato ad una casta. Insomma. uno noioso, che va in cerca di rogne!

Amici, l’amaro risultato è che oggi la cultura è considerata un ostacolo allo scorrere della vita quotidiana, che per scelta viene vissuta senza brio, nel nulla.  Nella vita pubblica, negli uffici, l’incompetente guarda il suo opposto con un misto di invidia, di disprezzo e di rancore. Felice e orgoglioso della sua ignoranza, (e del non aver nessuna voglia di imparare…). Eppure c’è chi si chiede dove stiamo andando, e, in particolare, cosa stiamo perdendo con l’eclissi della competenza? Non dimentichiamo che l’incompetente non chiede, non interroga, non fa ricerca; non chiedendo e non interrogando, non acquisisce conoscenza, non impara.

Al contrario, il soggetto che possiede competenza, invece, si muove con disinvoltura, e non lo fa solo per sé: lo fa in una positiva prospettiva sociale, a differenza dell’incompetente, che conosce solo l’io, non il noi. Inoltre, aborre la concorrenza ed ha paura della competitività. Quale, dunque, il risultato in una società governata da incompetenti? È quello di vivere in una società statica, abulica, bloccata su se stessa, incapace di trasformarsi.

Focalizzando l'attenzione sul nostro Paese, l’aumento nel tempo dell’ignoranza al potere ha portato al dileggio e al disprezzo della competenza. Basti un solo esempio. I dati riportati dai Media nel luglio 2019, relativi ai test INVALSI effettuati sugli studenti delle scuole superiori, sono stata sconfortanti: quasi la metà dei maturandi è risultato analfabeta in matematica, e solo il 35% dei ragazzi delle superiori era in possessi di un livello soddisfacente di comprensione della lingua inglese. In alcune regioni italiane – ad esempio in Calabria – il 70% dei ragazzi che frequentavano istituti tecnici e professionali non era in grado di usare e comprendere correttamente la lingua italiana e non possedeva “quelle competenze di base che dovrebbero permettere di leggere un biglietto del treno, un bugiardino di un farmaco, un articolo di giornale (Corriere della Sera, 11 luglio 2019, p. 19).

Amici, il problema è molto più serio di quanto possa sembrare! Quando l’ignoranza dilaga e si fa sistema, diventa IGNORANTOCRAZIA. È questa un’ignoranza di comando che genera forme distorte di consenso popolare e di potere, che mette in discussione le basi stesse della democrazia! Tutto ciò è ben riportato da Gianni Canova nel suo libro IGNORANTOCRAZIA - (Bompiani 2019). Questo libro nasce dalla presa d’atto di questo quadro sconfortante. L’autore cerca di ragionare sulle cause, le reticenze, le omissioni e le complicità che ci hanno portato a questo. E lo fa con convinzione, nella certezza che non c’è democrazia politica possibile, senza il possesso delle necessarie competenze. E allora, in assenza di una vera democrazia culturale, matura, diffusa e condivisa, la democrazia politica risulta priva della sua base ontologica, cioè della condizione primaria che la dovrebbe connotare.

Cari Amici lettori, non aggiungo altro, se non:….”Meditate, Meditate, Meditate!

A domani.

Mario

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