Oristano 4 ottobre 2025
Cari amici,
Se è pur vero che le
piante non hanno il dono della parola, e nemmeno quello dell’espressione
vocale, presente in quasi tutti gli animali, la realtà è che anche le piante
“COMUNICANO”! Si, il mondo animale non è l’unico ad avere la “capacità di
comunicazione”, perché anche nel mondo vegetale esiste un particolarissimo
sistema comunicativo. La microbiologa Mamta Rawat, direttrice del programma della
National Science Foundation – NSF (è un'agenzia federale indipendente del
governo degli Stati Uniti che promuove e finanzia la ricerca e l'istruzione
scientifica, tecnologica, ingegneristica e matematica (STEM) negli Stati
Uniti), si è espressa in modo chiaro.
Ecco cosa ha dichiarato Mamta
Rawat: “Gli studi da noi effettuati dimostrano che, per quanto
complessa, nel mondo vegetale esiste una forma di comunicazione importante, che
eguaglia quella presente nelle forme di vita animale; credo che ci sia ancora
molto da scoprire, e, quello che sappiamo, è solo la punta dell’iceberg”.
Un altro studio sull’argomento, pubblicato nel 2023, ad esempio, dimostra che
molte specie di piante diverse producono emissioni a ultrasuoni per comunicare
una loro condizione di stress. Ciò dimostra, in modo alquanto evidente, che le
piante hanno delle modalità comunicative tali da riuscire a lanciare allarmi, attraverso
diversi loro organismi, per difendersi dai predatori o da possibili danni.
I sistemi comunicativi
adottati sono innumerevoli. Le piante comunicano attraverso varie parti:
radici, stelo, foglie, fiori e frutti. Le foglie, ad esempio, rilevano i
predatori o i cambiamenti di luminosità o sonori, mentre le radici monitorano
le condizioni sotterranee (problemi a livello di nutrienti, acqua e – anche qui
– predatori). I segnali elettrici inviati viaggiano attraverso il movimento
delle sostanze chimiche presenti in questi “tubi”, come spiega la biologa Courtney
Jahn, direttrice del programma dell’NSF che studia le interazioni tra le
piante. Le radici, ad esempio, possono rilevare una condizione di siccità e
dire alle foglie di limitare la traspirazione e risparmiare l’acqua.
Una recente scoperta
scientifica fatta sul MAIS ha svelato un meccanismo di difesa
particolarmente ingegnoso, portato avanti dalla pianta e che coinvolge segnali
chimici e modifiche del terreno, in modo da aumentare la resistenza agli
attacchi esterni. Quando le piante di mais si sentono in pericolo, avvertono
le piante vicine emettendo LINALOLO, una sostanza volatile che attiva le
difese. Questo segnale spinge le radici a rilasciare più benzossazinoidi,
molecole che modificano i microrganismi del terreno e rafforzano la protezione
contro parassiti e malattie. L’allarme lanciato con il LINALOLO allerta anche
le piante vicine.
Lo studio, pubblicato
su SCIENCE, mostra che questo sistema dell'utilizzo del LINALOLO parte in fretta – già dopo tre giorni
– e dura nel tempo, aiutando anche le colture successive. Il terreno
condizionato dal mais denso riduce danni da insetti, nematodi e patogeni anche nelle
piantagioni future. I ricercatori considerano questa difesa naturale alquanto
importante, capace anche di ridurre l’uso di pesticidi. Questa scoperta apre a
nuove strategie in agricoltura: varietà più intelligenti, prodotti microbici
mirati e gestione della densità colturale adattata a clima e zona. Un passo
avanti, dunque, nella comprensione di come le piante comunicano e collaborano
con il suolo per difendersi.
Amici, la natura è
davvero straordinaria! Le difese messe in atto dal MAIS si attivano
attraverso un sistema di comunicazione aerea molto raffinato: Quando le molecole
profumate di Linalolo si diffondono nell’aria, queste agiscono come un
messaggio d’allarme per le piantine vicine. Appena la concentrazione di questa
molecola nell’aria raggiunge livelli significativi, le piante adiacenti
ricevono l’informazione e attivano immediatamente i loro meccanismi di
protezione. La risposta non si limita alle parti aeree: passano alle radici.
che modificano drasticamente la loro attività chimica.
Cari amici, questa
interessante ricerca, pubblicata sulla rivista Science, dimostra che le difese
delle piante di mais vanno ben oltre le semplici barriere fisiche o chimiche
individuali. Il sistema di comunicazione basato sul LINALOLO rivela un livello
di coordinamento e cooperazione che trasforma il campo coltivato in un
ecosistema interconnesso. La natura, amici lettori, è davvero uno straordinario,
complesso sistema, un mondo grandioso, del quale noi umani abbiamo iniziato a leggere
solo alcune pagine iniziali…
A domani.
Mario
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