Oristano 25 luglio 2020
Cari amici,
“ÒNTOS”, non
è certo la prima mostra d’arte che, considerati i miei anni, mi è capitato di
visitare. Gli artisti che, attraverso una mostra delle loro opere si esibiscono
al pubblico, non presentano allo spettatore solo dei manufatti più o meno
particolari (che siano costituiti da pitture, sculture o creazioni di altro
genere, poco importa), ma in realtà esibiscono sé stessi, in quanto in quello
che hanno deciso di mostrare c’è tutto il loro estro, la loro capacità, in
sintesi la loro anima.
Ho partecipato giovedì 23
luglio scorso alla mostra personale dell’artista Antonello Cuccu,
allestita presso il Museo Diocesano Arborense, che portava come titolo “Òntos,
Esserci, Essere nel mondo”. Fin dal primo momento devo confessarvi che ne
sono rimasto particolarmente impressionato. La mostra, che si sarebbe dovuta
tenere prima che la pandemia scatenata dal Coronavirus bloccasse tutte le
attività, comprese quelle museali, fu rinviata e si è potuta realizzare solo ora,
ovviamente ancora con le cautele previste. Ma chi è Antonello Cuccu?
Antonello Cuccu,
nato a Bosa nel 1958, si è laureato in Architettura a Roma, dove ha vissuto
sino al 1997. Orientato alla museografia, alla comunicazione, alle arti e al
design, dal 1993 cura il settore espositivo della casa editrice Ilisso di
Nuoro. In precedenza è stato Responsabile Didattico dell’Istituto Europeo di
Design di Roma (1993-97), oltre che promotore, curatore e allestitore di
numerose mostre non solo in Italia ma anche all’estero. Antonello, nella sua
ultra trentennale esperienza, ha mostrato tutto il suo profondo impegno
artistico anche nelle numerose, pregevoli pubblicazioni nel campo della storia
dell’arte sarda.
Antonello Cuccu,
credetemi, è oggi un artista a tutto tondo. Architetto e designer, ha
presentato nei giorni scorsi al Museo Diocesano di Oristano un campionario di opere
che spaziano nel tempo: che coprono un arco temporale che va dal 1985 al 2020. Un’esposizione
raffinata, che ha offerto al visitatore lo spaccato di trent’anni della sua attività
artistica, che spazia dall’ermeneutica all’arte neo-rinascimentale. La sua
profonda ricerca estetica, varia ed eterogenea, è stata esposta attraverso l’esibizione
di un centinaio di lavori, capaci di rivelare allo spettatore la grande profondità
del suo animo.
La mostra di questo
artista, come hanno avuto modo di spiegare durante la presentazione al pubblico
la direttrice del Museo Silvia Oppo e Antonello Carboni, altro non è che l’esibizione
di un percorso lungo e complesso, che, a partire dal 1985, ha portato l’artista
al raggiungimento di un personale codice espressivo sulla rilettura della
tradizione popolare isolana, che è riuscito a trasporre nei suoi lavori con
degli efficaci esiti artistici di notevole portata.
La mostra, già a partire
dal suo titolo, “ÒNTOS”, esserci, essere nel mondo (Il termine òntos deriva
dal greco ὄντος, genitivo singolare del participio presente del verbo εἶναι,
èinai, «essere»), invita il pubblico ad una seria riflessione sul senso dell’esistenza
umana. Egli parte dall’analisi del pensiero da grandi filosofi del Novecento
come Heidegger e Jaspers, che indagano a fondo il problema dell’umana esistenza
partendo proprio dall’esserci (òntos), cioè dall’essere-nel-mondo.
Un mondo dove l’uomo, per
dare un senso alla sua vita, deve strutturare un progetto reale: quello
dell’Esserci. Esserci in una moltitudine di possibilità, di scelte, che l’uomo
deve continuamente operare per determinare il proprio modo di essere. Insomma, la
sua deve essere una lotta costante, ragionata, davanti alle improvvise
avversità di tutti i giorni per cercare di esserci come parte attiva, non
di esserci in modo sterile e casuale. Cuccu nelle sue opere cerca di mostrare
le cose ordinarie e universali, liberate dalle coperture, dalle apparenze,
svincolate dal tempo e dal contesto storico nel quale si verificano.
Le sue opere sono un
costante riflettere sulla vita, sul passato, sul presente, attraverso le mille possibilità
e modalità dell’esserci. Opere che sono un omaggio alla vita, che Egli
ringrazia, anche quando è dura, e alla vita dedica un altare in apertura del
suo racconto artistico. Le sue opere sono una celebrazione e glorificazione del
nostro cammino di vita, che spesso è comune, che si consuma veloce e in linea
retta, senza possibilità di ritorno. È la vita, quella che Antonello Cuccu racconta,
che dura spesso il tempo di un clic; le quattro stagioni sono solo una parte dei
quattro elementi, simbolo di generazione e corruzione, l’evidenza temporale di
una vita mutevole ma non durevole.
Le opere di questo
straordinario artista sono scevre da orpelli, sono nude e crude, tese a rappresentare
la fragilità dell’uomo, della sua vita, di quell'esserci nel mondo,
possibilmente non per caso. Cuccu rifugge il decoro e declina il suo gusto
verso la maestà delle forme essenziali, vive il suo modo di essere,
dell’esserci nella comprensione del tempo, compenetrazione tra passato,
presente e futuro, in cui poi a dominare è il futuro!
La mostra, dopo l’inaugurazione,
sarà visitabile il giovedì e il venerdì dalle 17,00 alle 20,00 e il sabato e la
domenica dalle 10,00 alle 13,00 e dalle 17,00 alle 20, 00. Chiuderà
il 20 settembre 2020.
Andiamo tutti a
visitarla, cari amici, ne vale davvero la pena!
A domani.
Mario
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