Oristano 29 luglio 2020
Cari amici,
L’ANSIA è uno dei
disturbi presente da sempre nel genere umano, da che mondo è mondo. Ad
influenzare questo stato d’animo certamente i pericoli esterni, quelli che ci
circondano e che possono mettere a rischio la nostra incolumità. L'ansia si manifesta con uno stato di tensione,
di timore, di apprensione, seppure senza avere individuato, spesso, un pericolo
concreto. La reazione del nostro organismo è fatta di tremori, sudorazione,
palpitazioni, senso di affaticamento, difficoltà a respirare normalmente.
La parola “Ansia” deriva
dal termine latino “anxius”, che significa affannoso, inquieto e la
radice di questo termine è quella del verbo latino “angere” che vuol dire
stringere, soffocare. Secondo l’Istituto Nazionale della salute mentale, ansia,
panico e disturbi correlati colpiscono circa 19 milioni di uomini e donne di
età superiore ai 18 anni in Europa. L’attacco di ansia o panico si sviluppa
solitamente in età adulta, ma può colpire anche i giovani; inoltre le donne
hanno il doppio delle probabilità rispetto agli uomini, di essere colpite dal
disturbo.
L’ansia, vissuta come una
necessaria emozione di base (quindi nei giusti limiti) di norma è da
considerarsi positiva, in quanto attiva nell'individuo risorse mentali e
fisiche adeguate alla necessità del momento, svolgendo nella vita corrente di ciascuno
di noi la funzione di attivare le risorse necessarie a raggiungere determinati
obiettivi; possiamo insomma, quando non è esagerata, considerarla una risposta
a una situazione che stiamo vivendo e che percepiamo come pericolosa. Quando
però l’ansia raggiunge livelli particolarmente alti, da rimedio può diventare
un male pericoloso, insomma una vera e propria patologia.
Il confine tra un’ansia
sana e uno stato ansioso patologico tuttavia non è ancora molto chiaro.
Esistono differenze individuali nel modo in cui ci rapportiamo con il mondo che
ci circonda e verso noi stessi. Queste differenze influenzano la nostra
propensione a provare ansia. La nostra storia di vita, le nostre esperienze e
il contesto sociale in cui viviamo generano in ognuno di noi una percezione diversa
del livello di pericolosità del mondo esterno e quindi delle nostre capacità
nell’affrontare il pericolo.
Quando l’ansia percepita
è vissuta come qualcosa di particolarmente pericoloso, essa diventa una seria minaccia
per la persona. Come sta avvenendo in questo periodo per l'emergenza creata dal
Covid-19, che ha prodotto conseguenze rilevanti non solo in ambito clinico ed
economico, ma ha anche lasciato significative ripercussioni psicologiche: un
aumento notevole di uno stato ansioso forte, creato dall'incertezza del futuro,
dalla perdita del lavoro, da uno stato di precarietà diventato regola, che
hanno creato forte stress, nervosismo, insonnia e depressione.
Si, amici, in una Società
dove si viveva sull'onda della velocità e degli obiettivi da raggiungere, tutto
all'improvviso a causa della pandemia si è fermato. Rinchiusi in casa per un
lungo periodo, cercare di ri-progettare il futuro diventato incerto (in
particolare quello economico e lavorativo), è diventato davvero difficile.
Quali dunque i rimedi possibili, per ripristinare uno stato psico-fisico
accettabile, per cercare di ritrovare, almeno in parte, una certa serenità?
Una delle possibili cure
è certamente la psicoterapia. Quando questo pericoloso disturbo arriva a
livelli di pericolo, è necessario intervenire con le cure mediche:
psicoterapia, tecniche di rilassamento e trattamento farmacologico. Attraverso
la psicoterapia si possono affrontare in modo separato le varie situazioni in
cui l'ansia si presenta, con l’utilizzo di tecniche comportamentali e di
ristrutturazione cognitiva.
Certo, avere paura del
coronavirus è normale, considerato che il rischio di un possibile contagio non
è solo paventato ma reale. Eravamo abituati a vivere in maniera confortevole, e
ci ritenevamo abbastanza al sicuro, vivevamo la nostra vita normale: andare al
lavoro, al cinema, cenare con gli amici, portare i figli a scuola e via dicendo,
poi è arrivato il Coronavirus, che ha stravolto completamente la nostra “normalità”
precedente, la nostra quotidianità tanto rassicurante.
Cari amici, non
eravamo e non siamo stati preparati a fronteggiare un’emergenza come quella del
Coronavirus, ma, come in passato, saremo in grado di adattarci, come sempre. Lo
hanno fatto i nostri nonni al tempo della guerra e lo abbiamo fatto anche noi
in precedenti crisi economiche e lo continueremo a fare anche ora.
Insomma, anche se il
Coronavirus ci ha stravolto le vite, noi ci possiamo, anzi ci dobbiamo adattare
alla nuova situazione, con la nostra forza di volontà. Una reale strategia,
quindi, sarà quella di convincerci che ce la possiamo fare, modificando il
nostro comportamento che diventerà una nuova temporanea normalità, in cui continueremo
a vivere senza troppi patemi d’animo.
A domani, amici.
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