giovedì, luglio 24, 2025

LA DEMOCRAZIA È LA MIGLIOR FORMA DI GOVERNO? SOLO IL 57% DEI GIOVANI EUROPEI CREDE NELLA DEMOCRAZIA. CRESCE L’APERTURA VERSO FORME PIÙ AUTORITARIE.


Oristano 24 luglio 2025

Cari amici,

La DEMOCRAZIA è nata in Grecia nel VI sec a.C. Fin dalle sue origini i dubbi su questa forma di governo non sono mancati; c’è sempre stato un rapporto ambiguo tra i centri del potere: quelli di governo, e il popolo. Ciò ha determinato, per secoli, reazioni contrastanti: in alcuni Stati ha subito un netto rifiuto, in altri è stata accantonata e in altri, invece, è stata considerata la miglior forma di governo. Questo teorico “Governo del popolo” fece pronunciare al grande Winston Churchill la famosa frase: “La democrazia è la peggiore forma di governo, fatta eccezione per tutte le altre forme di governo”.

Al giorno d’oggi, nei Paesi occidentali la democrazia è accreditata come l’unica forma auspicabile di “Buon governo”, e, in particolare in Occidente, la missione di molti Stati è stata quella di cercare di esportare questa formula in quei Paesi dove invece mancava, o per averla cancellata oppure per non averla mai conosciuta. Eppure oggi questa forma di governo continua, sotto certi aspetti, a non convincere del tutto. Sono in particolare le nuove generazioni ad avere scetticismo verso la democrazia, e questo è stato appurato da una recente indagine effettuata tra i giovani europei.

Si, amici, i giovani europei si mostrano in buona parte scettici, analizzando le varie forme democratiche in essere nei Paesi dell’Unione, pur ritenendo la Democrazia, nel suo complesso, una forma valida. Secondo la nona edizione dello studio “Junges Europa 2025”, condotto da YouGov per la fondazione TUI Stiftung, solo il 57% degli intervistati ritiene che la democrazia sia la migliore forma di governo, con forti variazioni nazionali: Germania al vertice con il 71%, Francia e Spagna attorno al 51-52%, e Polonia fanalino di coda con il 48%. L'Italia si colloca nella fascia intermedia, ma registra il dato più alto, relativamente ai giovani favorevoli, in certe circostanze, a un governo autoritario: il 24%, contro il 21% della media europea e il 15% in Germania.

L’interessante studio ha elaborato, tra aprile e maggio 2025, le opinioni di oltre 6.700 giovani tra i 16 e i 26 anni nei seguenti Stati: Germania, Francia, Spagna, Italia, Grecia, Polonia e Regno Unito. Due terzi dei giovani intervistati hanno espresso la volontà che il proprio Paese resti nell'Unione Europea, e il 66% valuta positivamente l'appartenenza all'Unione, con picchi dell'80% in Germania. Il 73% dei giovani britannici auspica un ritorno nell'Unione. Tuttavia, il 53% accusa l'UE di occuparsi troppo di dettagli e questioni minori, ignorando i problemi essenziali, come costo della vita (36%), difesa comune (25%), e condizioni per la crescita economica (23%). Solo il 6% ritiene che il sistema politico del proprio Paese funzioni bene senza bisogno di cambiamenti.

Nei riguardi dell'UE, il 66% dei giovani italiani considera positivamente la membership italiana. Il 53% auspica una maggiore integrazione europea, in linea con la Germania e ben sopra la media francese (27%) e polacca (31%). Secondo la JUGENDSTUDIE 2025, solo il 42% dei giovani europei considera l'UE uno dei tre attori più potenti sulla scena mondiale (contro l'83% per gli USA, 75% per la Cina e 57% per la Russia). Il 51% pensa che l'UE potrebbe giocare un ruolo maggiore in futuro, a condizione che cambi profondamente. Tuttavia, 1 su 4 ritiene che l'UE non sarà mai una vera potenza globale.

Il politologo Thorsten Faas, curatore scientifico della ricerca, ha sottolineato che “la democrazia è sotto pressione - dall'interno e dall'esterno”. A preoccupare è soprattutto il fatto che tra i giovani che si sentono economicamente svantaggiati e si collocano a destra, il sostegno alla democrazia scende a solo un terzo. Sul piano politico, cresce la polarizzazione: il 19% dei giovani si identifica con la destra, in aumento rispetto al 14% del 2021, mentre il 33% si definisce centrista e il 32% progressista. In Italia, Germania e Francia sono aumentati i giovani che si considerano di sinistra, mentre in Polonia e Grecia crescono le tendenze conservatrici, soprattutto tra i giovani uomini.

Il sostegno alle politiche migratorie dell'UE più restrittive è salito dal 26% nel 2021 al 38% nel 2025, mentre solo un terzo degli intervistati ritiene che il clima debba avere priorità sull'economia (contro il 44% del 2021). Sul fronte della parità di genere, il 38% chiede maggiori sforzi pubblici, ma una fetta (20%) ritiene che si sia già andati “troppo oltre”. Infine, solo il 15% dei giovani europei si sente rappresentato dal Parlamento europeo, in calo rispetto al 21% del 2019. Il 51% pensa che l'UE potrebbe giocare un ruolo geopolitico maggiore solo se riformata profondamente, mentre un quarto resta scettico sul fatto che l'Unione possa diventare una potenza globale.

Cari amici, “Le nuove generazioni sembrano essere sempre più attratte dall'idea di leader forti, capaci, e alquanto tecnologici, e di Governi gestiti da tecnici”, come scrive BLOOMBERG (è una multinazionale operativa nel settore dei mass media con sede a New York e filiali in tutto il mondo). Insomma, per le nuove generazioni, quelle di Facebook, la democrazia non è abbastanza meritocratica, in quanto non mette al comando i rappresentanti del settore tecnologico e le grandi Star che spopolano sui social network! L’odierna democrazia, secondo loro, elegge persone incapaci, come Trump e Biden, e non come Mark Zuckerberg o Elon Musk! Vi sembra una cosa seria? Io ne dubito! C’è proprio da meditare!

A domani.

Mario

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