Oristano 10 luglio 2025
Cari amici,
Che in natura ci siano
tanti segreti ancora da scoprire, è una realtà ogni giorno più chiara! Di
recente un team di ricercatori australiani ha fatto una scoperta sorprendente,
meglio dire straordinaria: alcuni funghi sono in grado di metabolizzare l’oro! La
ricerca, iniziata nel 2019, ha messo in luce che il fungo FUSARIUM OXYSPORUM,
noto soprattutto per la sua capacità
di decomporre la materia organica, era in grado anche di estrarre l’oro
presente nel suo ambiente. La ricerca, condotta dal Dr. Tsing Bohu del CSIRO
(l’agenzia scientifica nazionale australiana), ha dimostrato che alcuni ceppi
di questo fungo sono in grado di metabolizzare l’oro. Un fenomeno alquanto
strano, che ha fatto molto discutere nel mondo scientifico, ma suscitato grande
interesse nel settore minerario.
I ricercatori hanno
trovato questi funghi particolari nella regione di Kalgoorlie, nell’Australia
occidentale. In questi terreni si possono vedere funghi filamentosi decorati
con piccole sfere d’oro fissate sui loro filamenti. Il processo avviene attraverso
un’ossidazione che permette ai funghi di dissolversi e precipitare. Questo
fenomeno dà una vera spinta ai funghi interessati. Crescono più grandi e si
diffondono più rapidamente rispetto ai loro omologhi non ricoperti d’oro.
Inoltre, svolgono un ruolo importante nella biodiversità del suolo, ospitando
una maggiore varietà di altri funghi.
La scoperta apre a
valutazioni che si perdono nel tempo. Storicamente non si sa con esattezza
quando l’uomo ha iniziato a scoprire e apprezzare l’oro. Le prime indicazioni
potrebbero puntare alla Bulgaria, in particolare nella necropoli di Varna,
luogo del primo giacimento con resti di oro manipolato dall’uomo. Tale
giacimento, risalente alla fine dell’età del rame, tra il 4600 e il 4200 a.C.,
è il riferimento più antico di questo metallo, uno dei simboli storici di ricchezza
del nostro pianeta.
Ma ora, dopo la
sensazionale scoperta, fatta millenni dopo i primi riferimenti all’oro, si
inizia a ipotizzare che l’oro potrebbe essere stato “coltivato”, fin da tempi
remoti, grazie al mining metabolico. A questa conclusione sono giunti i
scienziati del CSIRO, l’Ente di ricerca scientifica australiano, scoperta che è
stata pubblicata su Nature Communications, e che avrebbe implicazioni
rivoluzionarie. In primo luogo, perché propone un’alternativa ai metodi
tradizionali di estrazione mineraria, sostituiti da un processo naturale e
molto meno invasivo.
Come descritto in
dettaglio nella ricerca, il team guidato dallo scienziato Tsing Bohu ha
combinato ceppi microscopici di questo fungo in un recipiente con minerali
provenienti da un asteroide della fascia principale del sistema solare. Come
risultato dell’esperimento, il fungo ha assorbito i minerali e ha prodotto
particelle d’oro con una rapidità che ha sorpreso gli scienziati. “L’oro è così
inattivo che questo tipo di interazioni è insolito e sorprendente, dovevo
vederlo per crederci”, ha aggiunto il ricercatore principale.
Ma, amici lettori, come
riesce questo fungo a metabolizzare il prezioso metallo? Ecco in sintesi il
processo biologico. Il fungo non “crea” l’oro dal nulla (nessuna magia!), ma
sfrutta una reazione chimico-biologica intelligente. Ecco come funziona: 1.
Secrezione di enzimi – Il Fusarium oxysporum rilascia enzimi e composti
riducenti (come NADPH-dependent reductasi). 2. Interazione con ioni metallici –
Questi composti reagiscono con ioni di metalli nobili come l’oro (Au³⁺),
presenti in soluzioni o ambienti contaminati. 3. Formazione di nanoparticelle
d’oro – Gli ioni vengono ridotti e si aggregano formando minuscoli cristalli
d’oro puro, visibili solo al microscopio elettronico. In pratica, questo fungo
si comporta come un raffinatore biologico, trasformando materiali inquinanti in
risorse preziose!
Amici, l’interesse di
questa scoperta non si limita ai laboratori. Il settore minerario australiano,
che è il secondo produttore mondiale di oro, lo sta studiando con grande
interesse. Le aziende minerarie stanno valutando la possibilità di utilizzare
questi funghi come indicatori naturali per individuare nuovi giacimenti
auriferi, analizzando il terreno per rilevare ceppi specifici di Fusarium
oxysporum in grado di metabolizzare l’oro. Grazie a questo nuovo metodo, la
ricerca dell’oro diventerebbe più efficiente e molto meno invasiva rispetto
alle tecniche di estrazione tradizionali.
Questo fenomeno fa proiettare
nel futuro le operazioni di approvvigionamento dei metalli: utilizzare i processi
naturali presenti nel pianeta per sostituire le devastazioni attuali svolte sul
suolo terrestre. Insomma, si inizia una nuova fase: l’estrazione metabolica. Il
suo obiettivo è proprio quello di sostituire i metodi tradizionali di
estrazione, energivori e devastanti per l’ambiente, con processi biologici in
cui funghi, batteri o altri organismi viventi svolgono il lavoro.
Cari amici, questa incredibile scoperta apre anche prospettive entusiasmanti per l’esplorazione spaziale. Il
concetto di “metallurgia metabolica”, ovvero l’utilizzazione di microrganismi per
trattare i minerali presenti su asteroidi o altri corpi celesti. In altre
parole, questo approccio potrebbe semplificare l’estrazione di risorse nello
spazio, senza ricorrere a macchinari pesanti o attrezzature molto complesse. La
natura, insomma, ci ricorda che abbiamo tante risorse che non conosciamo!
A domani.
Mario
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