Oristano 11 luglio 2025
Cari amici,
Per ora, dopo le forti proteste, il blocco della circolazione degli EURO.5 DIESEL è stato rinviato di un anno (al 1° ottobre 2026), ma è solo un breve rinvio! La battaglia per cercare
di ridurre le emissioni inquinanti in atmosfera, create dalla circolazione dei
veicoli datati continua senza sosta, e, nonostante si continui a cercare di “allungare i
tempi”, i divieti per le auto più inquinanti scatteranno senza assoluzioni. Era stato deciso che a partire dal 1° ottobre di
quest’anno, in alcune Regioni italiane, le auto diesel Euro 5 sarebbero state assoggettate
a restrizioni alla circolazione. Questo divieto, che riguarda principalmente le
regioni del Nord Italia come Lombardia, Veneto, Piemonte ed Emilia-Romagna, prevedeva di coinvolgere, per ora, i comuni con più di 30.000 abitanti.
Il problema è serio. Purtroppo il parco dei
mezzi circolanti in Italia continua ad invecchiare. Una recente indagine svolta
da “FACILE.IT” ha stabilito che l'età media delle auto che circolano sulle
strade della Penisola è arrivata a toccare 11 anni e 8 mesi! Il dato,
aggiornato al mese di settembre 2024, è addirittura in crescita: superiore del
3% rispetto a quello di un anno prima! In presenza di un parco circolante così
vetusto, diverse Regioni, in particolare quelle del Nord Italia, hanno già predisposto dei limiti alla circolazione dei veicoli più vecchi ed inquinanti.
Amici, anche se per ora il blocco è stato rinviato, a partire dagli automobilisti del Bacino Padano – ovvero Piemonte,
Lombardia, Veneto ed Emilia-Romagna – il blocco alla circolazione dei
veicoli Diesel Euro 5, diventerà operativo; la restrizione, prevista nell’ambito delle misure contro l’inquinamento
atmosferico, ha creato grande preoccupazione per l’alto numero di auto circolanti definite
“inquinanti”. Poiché in gran parte questi mezzi sono in possesso di famiglie con scarsa possibilità di
poter accedere al cambio dell’auto, sarà alquanto difficile riuscire ad ottemperare
all’imposizione!
I rimedi per poter
risolvere questo difficile problema non sono molti: al momenti l’unica deroga
concreta, per chi non vuole (o non può) cambiare auto, è un particolare
strumento: il sistema MOVE-IN, acronimo di Monitoraggio Veicoli Inquinanti. Ma
di cosa si tratta in realtà? Come agisce questo strumento che in teoria
consentirebbe di far circolare, nelle zone interdette, il veicolo inquinante?
Vediamo in cosa consiste.
Il sistema MOVE-IN, in
realtà è una piccola “scatola nera”, dotata di GPS, che, una volta installata
nel veicolo, è in grado di registrare i percorsi effettuati. Considerato che non si può privare del tutto l’auto a chi non può cambiarla, viene assegnato un
plafond di chilometri nelle zone a rischio; il sistema MOVE.IN segna i
chilometri percorsi, e, una volta superato il limite previsto, il veicolo non
potrà più circolare nelle aree soggette a restrizioni fino alla fine dell’anno
solare di adesione.
Per ora, solo il sistema
MOVE-IN consentirebbe ai proprietari di auto e veicoli commerciali con classi
ambientali da Euro 0 a Euro 5 Diesel, di circolare nelle zone soggette a
limitazioni, come quelle dei Comuni prima ricordati sopra i 30.000 abitanti,
senza vincoli orari o giornalieri, ma con un tetto massimo di chilometri annui.
Tuttavia, nonostante gli apparenti vantaggi, rimangono dubbi e criticità,
soprattutto sulle regole che varranno e dovranno essere emanate nei prossimi
mesi.
Amici, in realtà il costo
dell’adesione al MOVE-IN è abbastanza accessibile: la spesa si aggira sui 50
euro per il primo anno (30 euro per l’installazione della scatola nera e 20
euro per il servizio) e 20 euro per i rinnovi annuali successivi. Chi possiede
già una black box compatibile pagherà solo i 20 euro del servizio, anche al
primo anno. In Piemonte, inoltre, il costo di 50 euro si riduce a 20 grazie a
un contributo della regione.
Come si aderisce al
sistema? L’iscrizione si effettua online attraverso il portale MoVe-In della
propria Regione, con autenticazione tramite SPID, CIE o CNS. Servono i dati del
veicolo (targa, telaio, classe ambientale, categoria e alimentazione). Una
volta attivato il servizio, si può monitorare in tempo reale il chilometraggio
residuo tramite l’app dedicata. Il principale punto critico del MoVe-In oggi è
l’assenza di aggiornamenti ufficiali sulle percorrenze valide a partire dalla data del blocco, proprio quando la maggior parte degli automobilisti interessati dovrebbe
valutare l’iscrizione o il rinnovo. In assenza di indicazioni chiare, molti
utenti esitano ad attivare il servizio, temendo di investire inutilmente in un
dispositivo che potrebbe non garantire la libertà di circolazione sperata.
Come accennato prima, in
Italia sono circa un milione i veicoli Diesel Euro 5 immatricolati tra il 2011
e il 2015, cifre mica di poco conto! Si, un numero enorme, soprattutto se si
considera che molti di questi mezzi sono ancora perfettamente funzionanti. In
un contesto economico in cui sostituire l’auto – anche con un usato recente – è
un impegno non da poco! Per ora, dunque, il sistema MoVe-In si configura come
l’unica vera alternativa alla rottamazione o alla svendita forzata.
Cari amici, il futuro del nostro parco auto circolante è pieno di dubbi e incertezze. Personalmente credo che,
se è pur vero che dobbiamo fare di tutto per salvaguardare l’ambiente, il sistema di governo, a partire dall’Europa
debba trovare soluzioni valide per consentire ai ceti meno abbienti di sopravvivere
senza subire salassi impossibili. Bisogna salvare l’ambiente, certo, ma anche
le persone!
A domani.
Mario
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