Oristano 16 luglio 2025
Cari amici,
La “FELICITÀ”, ovvero l’essere
felici, è uno dei desideri più ambiti dell’uomo. Ma in realtà cos’è LA FELICITÀ? Non è
facile definirla! Di certo si fa molto prima a dire “Cosa non è la felicità”, che
arrivare ad esprimere ciò che essa in realtà è! Insomma, arrivare ad essere
felici è un traguardo sempre più ricercato ma sempre più difficile da
raggiungere! A parole, alla domanda “Cosa è la felicità? Potremmo rispondere,
serenità, gioia, estasi, contentezza, compiacimento, spensieratezza, allegria,
soddisfazione, buon umore, ottimismo, eccitazione, entusiasmo, e molto altro, ma
alla fine sentirsi davvero felici è proprio difficile!
Secondo il filosofo e
psicoterapeuta Umberto Galimberti, nel suo Dizionario di Psicologia,
descrive così la felicità: “La felicità è quella condizione di benessere di
rilevante intensità, caratterizzata dall’assenza di insoddisfazione e dal
piacere connesso alla realizzazione di un desiderio. Nel suo nesso con il
desiderio, la felicità rivela il suo carattere circostanziale, cioè il suo
legame a condizioni di fatto complessive e transitorie, da cui dipende anche la
sua caducità”. Che dire, amici, parole sagge, da grande studioso, ma
difficili da comprendere e, soprattutto, da mettere in pratica!
Amici, in parole più
semplici, LA FELICITÀ è quel piacevole stato emotivo positivo,
caratterizzato da soddisfazione e benessere; può derivare da esperienze
piacevoli, relazioni appaganti o il raggiungimento di certi obiettivi. È
influenzata da fattori biologici, psicologici e ambientali, e chi è felice, ha sempre
un comportamento positivo: tende a sorridere spesso, si sente più energico ed è
in grado di affrontare la vita con ottimismo. Altra nota positiva è che la
felicità riduce lo stress, migliora la qualità del sonno e rafforza il sistema
immunitario. Inoltre, l’essere felici favorisce l’instaurarsi di relazioni
sociali positive e anche una maggiore produttività.
Quando siamo felici, il
nostro corpo e il nostro cervello reagiscono in diverse maniere, coinvolgendo
una serie di processi fisiologici, neurochimici ed emotivi. Ecco alcuni degli
effetti che la felicità scatena: quando siamo felici, il cervello rilascia
neurotrasmettitori come la dopamina, la serotonina e le endorfine; questi
neurotrasmettitori sono coinvolti nella regolazione dell'umore e della
motivazione, e il loro rilascio contribuisce a crearci sensazioni di gioia,
gratificazione e benessere. In generale, sentirsi felici ha un impatto positivo
sul nostro corpo e sulla mente, promuovendo il benessere generale e
contribuendo a una migliore qualità della vita.
Amici, prima di chiudere
questa mia riflessione, voglio riportare a Voi, cari lettori, il pensiero sulla felicità di due
grandi personaggi: il DALAI LAMA e il filosofo JOSÈ ANTONIO MARINA. Il Dalai
Lama è la massima autorità buddista tibetana, la guida spirituale del popolo
del Tibet, che negli ultimi decenni (a causa del suo esilio) è diventato una
figura importante anche per noi occidentali. Il motivo per cui i suoi
insegnamenti hanno un appiglio così universale è la chiarezza con cui descrive
la sua ricetta per una vita sana e felice. Per il DALAI LAMA il
significato di felicità è alquanto ampio, e non si limita al piacere del possesso,
dell’avere, poiché sempre alla ricerca di ciò che ci manca.
La felicità è legata al
nostro modo di vivere, e l’essere felici è considerato, spesso, qualcosa di
irraggiungibile e sfuggevole. La vera felicità, afferma il Dalai Lama, è dentro
di noi: ed è quel sentimento che ci permettere di apprezzare quello che abbiamo
e di non soffrire per quello che non abbiamo. È, inoltre, un rapporto pacifico
con il mondo e con sé stessi, uno stato di appagamento e apertura verso gli
altri, un sentimento di fiducia e di calma. Per il Dalai Lama, “A renderci
felici è il nostro atteggiamento mentale", che sta a significare che la vera
felicità è qualcosa di stabile e durevole, che resta dentro di noi nonostante
gli alti e i bassi della vita e le normali oscillazioni dell’umore.
Ecco, ora, il parere del
filosofo JOSÈ ANTONIO MARINA. Per questo filosofo, non più giovane, essendo
già arrivato all’età di 85 anni, la felicità va oltre quella individuale, perché
deve coinvolgere anche gli altri. Per Lui la vera felicità è quella pubblica,
più che quella individuale. L'obiettivo finale dell’uomo, infatti, dovrebbe
essere quello di raggiungere la “FELICITÀ PUBBLICA”. Spesso, dice il
filosofo, la nostra felicità si scontra con la felicità degli altri; quindi
dobbiamo adoperarci, in qualche modo, per coordinare con gli altri i diversi
progetti di felicità personale che abbiamo. “Questo tipo di felicità estesa è
ciò che l'Illuminismo chiamava Felicità pubblica, ovvero la
felicità della Società. Una situazione sociale auspicata, che ognuno di noi
vorrebbe vivere, perché è in questo modello sociale che saremmo maggiormente
tutelati. Vivere in una società pacifica, in cui i diritti sono riconosciuti,
dove c'è la tutela legale per tutti e dove sono presenti politiche di aiuto che
non tollerano discriminazioni ingiustificate". Questo il saggio pensiero
del filosofo José Antonio Marina.
Cari amici, sul difficile raggiungimento della felicità, credo che ci
sia poco altro da aggiungere…
A domani.
Mario
1 commento:
Per me la felicità è quando passo la mia vacanza a Funtana mare sole iodio e i miei amici sardi.
.
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