giovedì, luglio 31, 2025

IL GRANDE, PERICOLOSO MALE CHE ANNICHILISCE L’UOMO: “LA RASSEGNAZIONE”. UN NEMICO DA COMBATTERE SENZA ESCLUSIONE DI COLPI.


Oristano 31 luglio 2025

Cari amici,

Voglio chiudere i post di LUGLIO parlando di un male che i sardi conoscono molto bene: La RASSEGNAZIONE. La nostra isola è sempre stata terra di conquista: ci sono passati tutti, dai Romani agli Spagnoli, fino ad arrivare ai Savoia. Abbiamo imparato bene la rassegnazione, sempre sudditi e mai cittadini alla pari con chi occupava la nostra terra. Si, amici, vivere rassegnati, ossequiando il dominatore di turno, è uno dei peggiori mali che possa colpire l’uomo, in quanto è un atteggiamento passivo di accettazione, senza nemmeno cercare di opporre alcuna resistenza! È un male subdolo, che impedisce la necessaria reazione davanti a situazioni difficili, oppure in relazione a dei seri problemi di dominazione da risolvere. La rassegnazione è caratterizzata da una negativa sensazione di impotenza, e dalla convinzione che non ci siano alternative o possibilità di miglioramento. Questo pericoloso, negativo, atteggiamento psicologico, è gravido di conseguenze: ci rende soggetti etero-diretti.

Amici, la vita ci pone, spesso, davanti a situazioni difficili da superare; ma non è rassegandoci che possiamo arrivare a trovare le possibili soluzioni, in quanto solo analizzando con lucidità il problema, e decidendo di combattere per risolverlo, possiamo davvero trovare la via per superarlo. Sono tanti gli studi su questo spinoso argomento, e alcuni di questi definiscono la Rassegnazione addirittura “Il male assoluto”, in quanto mai e poi mai potrà portare alla soluzione di nessun tipo di problema.  

Analizzare la difficile situazione di sudditanza che ci colpisce, cercare di comprenderla per cercare la possibile soluzione, è quello che ognuno di noi dovrebbe fare.  Convincersi che la soluzione non è arrendersi, rassegnarsi, ma essere combattivi, seppure ciò presenti serie difficoltà, è sempre ciò che si dovrebbe fare; è sempre necessario convincersi che la Rassegnazione non è e non sarà mai un atteggiamento da adottare, non è una risposta al problema, ma solo un arrendersi senza combattere.

Amici, in presenza di qualsiasi difficoltà che possiamo trovare sulla nostra strada, mai arrendersi, mai abbandonare la guardia, ma  cercare sempre le possibili soluzioni! Spesso chi rinuncia e si rassegna fa una scelta (sbagliata) pensando di far bene, considerando il fatto ineluttabile. È un errore terribilmente grande, anche se si pensa che sia la scelta migliore che in quel momento si può fare, perché  abbandonare se stessi alla sopraffazione altrui senza combattere non è mai stata e mai sarà la scelta migliore! La rassegnazione non è mai una risposta al problema che ci affligge!

Amici, pensare di non reagire ai casi difficili della vita, pensare che tanto quello che ci succede non possiamo cambiarlo, è un atteggiamento molto pericoloso, perché ci allontana dalle possibili soluzioni. C’è un aforisma che dice “Non si può mai attraversare l’oceano se non si ha il coraggio di perdere di vista la riva”. Un motto che ci incita a non avere paura di affrontare l’ignoto. L’uomo del Terzo millennio, è, in realtà, un individuo alquanto fragile, scoraggiato, in preda a quel senso di  fallimento che colpisce, giorno dopo giorno, per la mancanza di risposte concrete da parte della Società, sempre più dominata dai potenti di turno.

Come conferma la dottoressa Federica Fiammetta Ferrajoli, psicologa e sessuologa, che si rivolge ogni giorno a una community di oltre 40mila followers, cedere alla rassegnazione oggi è quasi naturale. «Lo vedo sia in clinica che confrontandomi con la mia community: viviamo in un mondo che promette molto e restituisce molto poco e così genera stanchezza» - spiega con decisione - «Una specie di ‘postura esistenziale’ che colpisce tutti gli ambiti, perché deriva da un mix di situazioni diverse, dalla precarietà economica alla crisi ambientale, le guerre e la disillusione a livello politico». 

Cari lettori, il mio convincimento personale è sempre stato quello di non rinunciare mai a lottare, di non abbandonarsi mai alla RASSEGNAZIONE! Nonostante le difficoltà che ho incontrato, non sono mai stato amico del verbo “RINUNCIARE”! Ho sempre amato, invece, i verbi come persistere, procedere, continuare, perseverare, proseguire, tener duro, perdurare, permanere, avanzare, progredire; tutti verbi che ho cercato sempre di applicare! Amici, anche nei momenti in cui ci troviamo di fronte a situazioni difficili, la cosa migliore che possiamo fare è affrontare le difficoltà a viso aperto, perché non si può vivere rassegnati per tutta la vita!

Cari amici, chiudo questa riflessione, pensando con grande tristezza alla rassegnazione insita nel nostro popolo sardo. Mi faccio e Vi faccio una domanda: “Che vita sarebbe quella di accettare con rassegnazione tutti gli intoppi che incontriamo nella nostra strada, se non combattiamo per dimostrare chi siamo,  se rinunciamo ad essere noi stessi, alle nostre aspettative, alle possibili realizzazioni è a quant’altro ci rende felici? Non viviamo, come "sudditi o servi", le difficoltà che incontriamo senza reagire, perché vale sempre la pena di lottare, di tentare di fare il massimo per cercare di vivere la nostra vita CON DIGNITA', dandole il giusto senso! Non arrendiamoci mai!

A domani.

Mario

mercoledì, luglio 30, 2025

VIVERE ALLEGRI E SPENSIERATI NON È PIÙ UN PRIVILEGIO RISERVATO ALLE GIOVANI GENERAZIONI. ECCO IL SEGRETO PER UNA SENILITÀ FELICE.


Oristano 30 luglio 2025

Cari amici,

Essere FELICI è, di norma, uno stato di allegria e di spensieratezza riservato all’età giovanile, quando non si hanno ancora i carichi di responsabilità che ci ritroviamo poi in età adulta. Eppure non è detto che con il passare degli anni non si possa più essere gioiosamente felici e allegri, di norma dopo i 50 anni, ovvero in quell’età matura successiva che precede la senilità, quando terminati anche gli impegni lavorativi si ritorna ad essere padroni della propria vita. Si, la felicità nella senilità non solo è possibile, ma anche altamente consigliata!

Seppure si viva un’epoca così densa di impegni familiari, lavorativi e sociali, nessuno dovrebbe mai essere escluso dal vivere, in particolare gli anni finali della propria vita, in un modo spensierato e felice. Si, non è mai troppo tardi per essere felici! Vivere in spensierata allegria, non è più patrimonio delle generazioni più giovani. Una vita felice si può e si deve costruire giorno dopo giorno con fatica, fino a quando, terminata l’attività lavorativa, dobbiamo ritrovare il sorriso gioioso e disincantato degli anni giovanili.

Ovviamente, come ben sanno quelli che hanno alle spalle una lunga vita lavorativa, nessuno ci regala nulla, e, anche per quanto riguarda il ritorno alla felicità giovanile, tocca sempre proprio a noi ritrovare “il bandolo della matassa”, ovvero ritrovare quella felicità che avevamo negli anni della gioventù.  Essere felici è una pratica ardua, che richiede moltissimo impegno e anche un pizzico di fortuna. Gli studiosi sostengono che “La curva della felicità” si rappresenta con la forma di una “U”, o di un bicchiere. Un primo picco è nell’infanzia e nella gioventù, poi una progressiva, inesorabile caduta nel pozzo profondo delle responsabilità adulte, e infine una risalita della china dopo i 60 anni: in tempo per godersi le proverbiali gioie della terza e quarta età.

Certo, con il passare del tempo, tutto cambia, e anche la curva della felicità è cambiata non poco! Oggi, anche le nuove generazioni vivono in modo molto diverso dai coetanei del secolo scorso; quelli di oggi sono schiacciati da ansia, depressione, paure e iper-connessione, vivendo in modo molto diverso dalle generazioni precedenti. La vita, oggi, è carica di ansie e timori fin dagli anni della formazione, anche se le gioie non mancano. Poi, al termine dell’attività lavorativa, la curva della felicità, dovrebbe presto ripartire, rincominciando a sorridere e a vivere in allegria.

Uno studio ancora parziale, realizzato dal Global Flourishing Study, nato dalla collaborazione tra ricercatori di Harvard (quando ancora avevano ricchi finanziamenti e la scure di Trump non si era abbattuta su di loro) e della Baylor University,  ha in corso un’indagine, che durerà cinque anni (è partita nel 2023), ed è basata su un campione di oltre 200mila persone in oltre 20 Paesi. La misura della “ri-fioritura” senile degli individui esaminati, prende in considerazione diverse variabili, tenendo conto anche della salute fisica e mentale, della realizzazione personale, della sicurezza finanziaria e della qualità delle relazioni.

Amici, nel caotico mondo che stiamo vivendo i nostri figli e nipoti hanno molto bisogno di un nostro aiuto per sorridere! Si, il mondo di oggi ha bisogno degli “anziani over 50” (ovvero della GENERAZIONE ANZIA), anche se non sempre siamo in grado di renderli felici. Tra figli, nipoti, sorelle e fratelli minori, che brancolano nella loro miseria (materiale e interiore), siamo noi quelli che dobbiamo essere un punto di riferimento, ovvero quelli che seminano i sassolini nel loro difficile percorso. Noi negli anni abbiamo imparato a sentirci contenti, e, anche a dispetto dell’evidenza, abbiamo capito che era una condizione necessaria per diventarlo. Sorridere nonostante tutto, massimizzare la probabilità che intorno a noi altri potessero seguire la stessa linea, hanno consentito di godere di una certa felicità.

Cari amici, essere felici in età senile è possibile anche oggi. È possibile se ci accontentiamo delle piccole cose. La felicità è una “dolce fragolina” da cercare nelle pieghe delle nostre vite normali. Sta nel caffè con un’amico o un'amica, in un film guardato sul divano con un figlio adolescente che ride con noi (e non di noi!), in un libro bello, in una domenica mattina pigra con il sole alto fuori dalle finestre, nella crema idratante profumata che siamo convinti che ci ringiovanisca, nell'amicizia con le nuove, vivaci generazioni... e anche nella gioia di soffiare la candelina sulla torta per festeggiare gli 80 anni! La felicità è fatta di frammenti, di tessere di un grande puzzle, e di una grande serie di fotogrammi, che ci riportano tutta quella lunga serie di momenti piccoli e straordinari che abbiamo vissuto!

A domani, cari amici lettori.

Mario

martedì, luglio 29, 2025

PIATTI DI MARE ESTIVI: LA “SARDINA”, PESCE CARATTERISTICO DEL MEDITERRANEO, PICCOLA E POCO APPARISCENTE, NON è CERTO UN PESCE POVERO! ECCO UNA SQUISITA RICETTA SICIALIANA: SARDE A BECCAFICO.


Oristano 29 luglio 2025

Cari amici,

La SARDINA (nome scientifico Sardina pilchardus), è un pesce azzurro appartenente alla famiglia dei Clupeidi, la medesima dell’aringa. È una specie ittica di mare alquanto presente nel Mediterraneo, ed è chiamata Sardina o Sarda proprio perché in passato era abbondantissima intorno alle coste sarde. Questo minuscolo pesce appartiene ad una specie gregaria, che vive in gruppi anche di notevoli dimensioni. Intorno alle coste forma dei banchi numerosi, alquanto vicini alla superficie; si nutre esclusivamente di plancton, e questa caratteristica la rende una delle specie più sicure in termini di accumulo di metalli pesanti.

Nonostante la sua modesta mole, i valori nutrizionali della sardina sono alquanto alti: ottima fonte di proteine ad elevato valore biologico e di acidi grassi polinsaturi omega-3, vitamina D, vitamine del gruppo B, fosforo e selenio. Il contenuto di sodio nel prodotto fresco non trasformato è modesto. Per queste sue eccellenti proprietà la sardina è un pesce molto apprezzato, consigliato per la bontà delle sue carni e la ricchezza delle sue proprietà nutrizionali e benefiche, in particolare di acidi grassi essenziali come gli omega-3. Queste qualità l’hanno fatta primeggiare nella nostra migliore tradizione gastronomica.

Utilizzata in cucina in tutte le regioni d’Italia, si presta a molte preparazioni, di cui le principali sono: arrosto, al forno, in umido, fritta, marinata, sott'olio. In Sicilia risulta molto utilizzata per preparare la famosa pasta con le sarde, in particolare a Palermo. In questa città, capitale delle Sicilia, la ricetta più antica ed importante è quella delle “SARDE A BECCAFICO”. Le piccole sardine, private della lisca, farcite con pangrattato tostato condito con Uva passa, Pinoli, Prezzemolo e succo di Agrumi, sistemate poi in una teglia e cotte in Forno, diventano una pietanza eccezionale!

Delle Sarde a beccafico esistono diverse varianti (in particolare a Catania e Messina), che prendono il nome dalla forma di questi piccoli involtini di pesce, ma nella ricetta originale alle sarde veniva "lasciata la coda", così che, una volta arrotolate con le code all’insù, ricordavano dei piccoli uccellini (i Beccafico, per l’appunto). Ebbene, per soddisfare la Vostra curiosità amici lettori, ecco la ricetta classica di Palermo, di queste sarde cucinate “A BECCAFICO”, magari per stimolarvi a prepararla!

SARDE A BECCAFICO: ALLA PALERMITANA.

INGREDIENTI: 40 sardine, 100 grammi pangrattato, 1 cucchiaio uva passa, 1 cucchiaio pinoli, trito di prezzemolo, 4 cucchiai formaggio grattugiato, 1 arancia piccola (succo + scorza), 1 limone succo, olio d'oliva, sale e pepe, fettine di arancia e limone + foglie di alloro. Per bagnare: 2 cucchiai olio d'oliva, succo di 1 limone piccolo, 1 cucchiaino zucchero.

PREPARAZIONE. Pulite le sarde eliminando la testa, la lisca centrale e la pinna dorsale. Questo tipo di pulitura si chiama “a libro“. Tenetele da parte e preparate il ripieno. In una padella dal fondo largo versate un giro d’olio d’oliva. Aggiungete il pangrattato e tostatelo a fiamma bassa. Deve diventare dorato. Versate il pangrattato in una ciotola e conditelo con l’uva passa (fatta rinvenire in acqua calda), i pinoli e un trito di prezzemolo; se volete potete aggiungere anche un po’ d’aglio tritato. Aggiungete anche il formaggio, 2 cucchiai d’olio e mescolate.

Ora spremete l’arancia e il limone e versate il succo a cucchiaiate nel pangrattato. Se volete potete aggiungere della scorza d’arancia (o limone) grattugiata. Intanto che versate, lavorate il pangrattato con le mani fino ad ottenere un composto “malleabile”. Assaggiate e aggiustate di sale e pepe. Farcite ogni sardina con 1 cucchiaino di pangrattato e arrotolatela (dalla testa alla coda). Posizionate ora le sardine all’interno di una Teglia leggermente unta con dell’olio e spolverata con del pangrattato. In ultimo, intervallate gli involtini di sarde con mezzelune di Arancia, Limone e foglie di Alloro e aggiungete un pochino di condimento in superficie.

Oramai siete arrivati al termine: prima di infornare, bagnate le sarde con un Mix di olio d’oliva, succo di limone e zucchero. Cuocete in forno statico a 180° per 20 minuti circa (oppure 200° per 15 minuti). Sfornate, lasciate intiepidire e servite. Un mio consiglio ? Gustate questo piatto prelibato con un sapido vino bianco frizzante come un TERRESINIS IGT della Cantina della vernaccia – Rimedio-Oristano.

A domani.

Mario

 

lunedì, luglio 28, 2025

ESTATE: TEMPO DI ZANZARE. QUESTO INSIDIOSO INSETTO HA CARATTERISTICHE DAVVERO STRAORDINARIE.


Oristano 28 luglio 2025

Cari amici,

La ZANZARA è, senza ombra di dubbio, uno degli insetti più fastidiosi che ci tormentano, in particolare nelle serate estive, quando ci prendiamo i nostri momenti di riposo. Di zanzare ne esistono diverse specie (se ne contano circa 3.500), anche se in Europa ne sono presenti circa 100. Di queste, purtroppo, ne abbiamo di particolarmente pericolose, in quanto portatrici di diverse malattie. Tuttavia, i costanti cambiamenti climatici stanno determinando un aumento delle specie di zanzare presenti in Europa, il che significa che le zanzare portatrici di malattie potrebbero ancora aumentare in Europa già entro il 2030.

Purtroppo, amici, le zanzare sono insetti, come accennato, alquanto pericolosi e l’Aedes albopictus - la zanzara tigre asiatica - è classificata come una delle peggiori specie invasive al mondo, essendo un vettore portatore di Chikungunya, dengue, febbre del Nilo occidentale e Zika. Il Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie, classifica l'Aedes albopictus come già insediata in 13 Paesi europei, con una prevalenza nella regione mediterranea. Oltre alle zanzare tigre asiatiche, le zanzare Culex (vettori primari del virus del Nilo occidentale) e le zanzare Anopheles (che trasmettono la malaria) sono tutte presenti e ben adattate alle attuali condizioni climatiche europee.

Gli studiosi ritengono che le zanzare esistono nel mondo da circa 226 milioni di anni, e che la loro evoluzione, compresa la sopravvivenza a lungo termine, ha loro consentito di adattarsi alle differenze climatiche; quando le giornate si accorciano e le temperature si abbassano, esse diventano inattive e quando la temperatura scende al di sotto dei 10 gradi C. (alcune specie sono più tolleranti al freddo di altre), la maggior parte delle zanzare o periscono oppure si nascondono in luoghi riparati quando le temperature continuano a scendere.

Questa loro grandissima capacità di sopravvivenza ha fatto sì che noi ce le troviamo non solo d’estate ma anche negli altri mesi meno caldi, anche se in misura minore. Amici, siamo in presenza di un insetto straordinario: in tanti non sappiamo che questo incredibile insetto è una “Perfetta macchina da guerra”, difficile da allontanare da noi! Piccola e silenziosa, la zanzara ha solo un paio d’ali, il cui leggero ronzio riusciamo a sentire quando si avvicina alle nostre orecchie! Ma in quest’insetto c’è tanto di più! Vediamo insieme la straordinaria struttura di questo microscopico supplizio.

Se osserviamo curiosamente l’ingrandimento di una zanzara (vedi foto), ci rendiamo conto della sua immensa complessità! Si, osservata da vicino, la zanzara è una straordinaria meraviglia! Per esempio, di occhi ne ha addirittura 100!, seppure piccolissimi, microscopici; quanto alla bocca, pensate, questa è dotata di 48 denti, seppure minuscoli. Continuando ad osservare l’insetto ci accorgiamo che di cuori ne possiede ben 3 tre, ognuno con 2 atri e 2 ventricoli! Ma andiamo avanti. Questa minuscola macchina succhiasangue è dotata di un sensore termico che rileva il calore corporeo con una precisione di un millesimo di grado! Se poi aggiungiamo anche che ha un analizzatore di sangue, un anestetico naturale per non farsi sentire e un anticoagulante per aspirare meglio, c’è da restare basiti! Ma vediamo come si prepara per pungerci, per aspirare il nostro sangue. Usa 6 micro-lame: 4 tagliano la pelle, mentre 2 aspirano il sangue. Personalmente, quando ho scoperto tutte queste sue capacità sono rimasto senza parole!

Amici, una delle domande che ci poniamo è questa: perché alcuni non vengono punti dalle zanzare, mentre altri ne risultano letteralmente massacrati? Le zanzare sono attratte dall'anidride carbonica e dal calore emessi da persone e animali. Circa la scelta del soggetto da pungere, esse sono attratte da alcuni odori corporei e dalle sostanze chimiche presenti nel sudore umano. Questi odori possono variare da un individuo all'altro, per cui alcuni soggetti risultano più graditi di altri. Alcuni studi suggeriscono che le zanzare possono avere una preferenza per alcuni tipi di sangue. Le persone con sangue di tipo 0, per esempio, potrebbero attrarre più zanzare rispetto a quelle con altri gruppi sanguigni.

Le zanzare utilizzano anche indizi visivi, come i colori scuri, per individuare le loro prede. Poiché la pelle esposta è un bersaglio facile e le zanzare sono attratte dai colori scuri, indossare abiti chiari a tutta lunghezza può contribuire a ridurre le probabilità di essere morsi. A questo punto in tanti ci chiediamo ancora: quali accorgimenti, quali rimedi possiamo utilizzare per allontanarle da noi? Oltre alle diverse sostanza chimiche disponibili ci sono dei rimedi naturali o alternativi per respingere le zanzare, come l'uso di alcune piante, oli essenziali o altri rimedi casalinghi. Ma la vittoria contro di loro non è facile!

Cari amici, liberarsi delle zanzare non è semplice, considerata la loro grande capacità di sopravvivenza. Certo, anche i rimedi naturali hanno la loro efficacia, ma questi possono contribuire ad alleviare i sintomi di un problema di infestazione lieve, ma non possono risolvere il problema grave della presenza delle zanzare. Un programma di controllo delle zanzare veramente efficace dovrebbe essere progettato e attuato da esperti, e i rimedi naturali dovrebbero essere utilizzati insieme, piuttosto che in sostituzione di una soluzione professionale.

A domani, cari lettori, sperando che quest’estate le classiche “punture” siano meno di quelle precedenti!

Mario

domenica, luglio 27, 2025

RICICLARE, UN IMPERATIVO SEMPRE PIÙ NECESSARIO. ECCO UNA NUOVA SCOPERTA PER RICICLARE LE INQUINANTI GOMME USATE.


Oristano 27 luglio 2025

Cari amici,

Ogni anno nel mondo circa 30 milioni di tonnellate di pneumatici usati vengono accatastati come rifiuto, creando seri problemi di smaltimento. Questi pneumatici fuori uso (PFU), una volta arrivati a fine vita, rappresentano un serio problema, e sono in corso numerosi studi per farli diventare, da rifiuto, invece una risorsa, applicando degli innovativi sistemi di riciclo. Su questo argomento ho già avuto modo di scrivere su questo blog, e oggi riprendo l’argomento per riflettere su una  nuova scoperta che potrebbe davvero risolvere il difficile problema dello smaltimento dei PFU.

Si, amici, ogni anno, è con grande tristezza che vediamo milioni di pneumatici finiti nelle discariche, creando gravi problemi ambientali di inquinamento. Ebbene, ora un nuovo metodo chimico ecosostenibile potrebbe permettere un  riciclaggio serio, trasformando questo pericoloso “rifiuto” in materiali utili per l'industria. Si tratta di un metodo di grande interesse, frutto del particolare studio finanziato dal Dipartimento dell'Energia degli Stati Uniti e pubblicato su Nature. I ricercatori hanno ideato una soluzione efficace e sostenibile per il loro riciclaggio, trasformando i PFU in materiali solubili, che consentono la produzione di resine epossidiche.

Una soluzione di "riciclaggio" davvero interessante, se pensiamo che solo negli Stati Uniti, nel 2021 sono stati rottamati oltre 274 milioni di pneumatici, di cui quasi un quinto è stato gettato nelle discariche. L'accumulo di questi materiali di scarto non solo rappresenta un problema di spazio, ma ha anche enormi rischi ambientali, come la lisciviazione chimica e la combustione spontanea. In un comunicato e in un articolo pubblicato sulla rivista Nature il 26 marzo 2025, l’Università della Carolina del Nord a Chapel Hill (Stati Uniti) ha illustrato in dettaglio il lavoro di uno dei suoi team di chimici. Sono loro ad aver sviluppato un metodo innovativo che consente di trasformare la gomma usata, in particolare gli pneumatici fuori uso, in materiali utili.

Il processo industriale elaborato prevede due fasi, ovvero un’amminazione C-H e una strategia di riorganizzazione dei polimeri. Secondo gli autori dello studio, questo metodo consente di scomporre la complessa struttura della gomma per ottenere materiali solubili. Si parla anche di condizioni più delicate rispetto alle tecniche di riciclaggio tradizionali, in particolare per quanto riguarda la temperatura (solo tra 35 e 50 °C). Ecco cosa ha comunicato il Team: “Sfruttando la potenza dell’amminazione C-H e del riassetto dello scheletro, questo metodo apre una nuova strada per trasformare la gomma post-consumo in materiali di alto valore, riducendo così il ricorso alle discariche e minimizzando i danni ambientali”.

I chimici che hanno elaborato questo riciclo ritengono che il metodo da loro studiato sia non solo più rispettoso dell’ambiente, ma anche più economico rispetto ai processi tradizionali, in particolare la de-vulcanizzazione e la pirolisi. Viene citata anche la scissione dello scheletro polimerico, che causa l’indebolimento del materiale e la produzione di sottoprodotti poco interessanti. Nel caso della pirolisi, i rischi per la salute e l’ambiente non sono trascurabili, con la comparsa di sottoprodotti nocivi (benzene, diossine, ecc.).

Col nuovo metodo, più rispettoso per l’ambiente, vengono prodotte resine epossidiche (o poliepossidi), che trovano impiego in diversi settori: navigazione e trasporti, sport e tempo libero, alimentazione, edilizia, decorazione, elettricità ed elettronica. Le resine epossidiche, mescolate alla fibra di vetro, possono essere utilizzate per produrre circuiti stampati o scafi di barche, aerei, razzi ecc. Si trovano anche nella composizione di sci, tavole da windsurf, canne da pesca ed esche artificiali, e molto altro.

Cari amici, personalmente credo che il nuovo metodo di riciclo delle gomme usate sia davvero interessante. Di sicuro è un'alternativa innovativa e sostenibile agli attuali metodi di riciclo. Se poi pensiamo che da rifiuto le gomme usate diventano nuova materia utile è proprio decisamente positivo. C’è da ben sperare anche per altri difficili problemi di riciclo!

A domani.

Mario

 

sabato, luglio 26, 2025

LE STRAORDINARIE CAPACITÀ DEL NOSTRO CERVELLO. IN CASO DI DANNI, ANCHE IMPORTANTI, È IN GRADO DI AUTORIPARARSI.


Oristano 26 luglio 2025

Cari amici,

Il NOSTRO CERVELLO è un computer particolarissimo: niente a che vedere con quelli costruiti da noi, anche se di ultima generazione, seppure dichiarati come dotati di grandi capacità. In questo computer naturale, creato da Madre Natura, hanno sede tutte le nostre capacità cognitive, ovvero l’insieme di tutte le nostre attività mentali, come il ragionamento, il pensiero, la capacità di risolvere problemi. È il nostro cervello a coordinare tutto il nostro operato, predisponendo tutte quelle procedure che ci consentono di affrontare ogni giorno le difficoltà che la vita ci pone davanti.

Ebbene, a questa macchina straordinaria, unica e meravigliosa, può capitare che, per diverse ragioni, possa subire dei danni. Possono essere degli incidenti o delle malattie, come un trauma di natura esterna, un ictus o una malattia neuro-degenerativa. In questi casi le capacità cognitive del soggetto vengono compromesse, perché alcuni circuiti cerebrali lesionati smettono di funzionare correttamente. Succede che i neuroni danneggiati smettono di funzionare, in quanto andati incontro alla morte. Per lungo tempo gli scienziati sono rimasti convinti che "i neuroni non erano in grado di rigenerarsi", ma fortunatamente le più recenti ricerche hanno smantellato questa convinzione.

Si amici, ora sappiamo che anche il nostro sistema nervoso centrale è dotato di plasticità e di quella straordinaria proprietà definita auto-rinnovamento. Quando un danno colpisce una parte del cervello, automaticamente si mette in moto un sistema di auto-riparazione, che sembra roba da fantascienza! Il cervello, infatti, non si arrende al danno subito, non accetta la sconfitta! Caparbiamente inizia subito a fare qualcosa di straordinario: le aree sane iniziano a 'traslocare' le funzioni vitali! Ma in che modo? Parte subito una riprogrammazione, delegando ad alcune aree (che svolgevano prima altre mansioni) compiti che in precedenza non erano mai stati loro delegati!

Amici, quello che avviene nel nostro cervello è una riprogrammazione fantastica, straordinaria, nel senso che è un cambio complesso di attribuzioni! È come se, in un ufficio, quando un reparto chiude, gli altri dipendenti imparassero spontaneamente a fare il lavoro di quegli altri che non ci sono più. Immaginare che tutto questo avvenga nel nostro cervello, è quasi come credere alle favole! Eppure è vero! Le neuroscienze chiamano questa trasformazione neuro-plasticità, ma, forse, sarebbe meglio definirla un miracolo di sopravvivenza.

Amici lettori, ho iniziato questa riflessione affermando che il nostro cervello è ben lontano da essere paragonato ad un super computer, anche di quelli di ultima generazione. Pensare che delle nostre Aree cerebrali, che prima gestivano il movimento, possono in tempi brevi imparare ad elaborare il linguaggio, oppure che Zone originariamente dedicate alla vista possono sviluppare nuove connessioni per compensare altre perdite, sa proprio di fantascienza, cari amici. Da credente, sono perfettamente convinto che solo il Nostro Dio Onnipotente poteva creare una macchina così meravigliosa e complessa come il nostro cervello!

Amici, avere un cervello sano, capace di auto-rigenerarsi, significa, però, anche tenere in perfetto esercizio l’organismo che lo possiede! Un corpo che deve condurre uno stile di vita regolare, capace di favorire la neuro-plasticità: come fare un'attività fisica regolare, darsi un sonno adeguato e una dieta sana; ciò sarebbe, indubbiamente, un aiuto notevole al regolare funzionamento del nostro cervello ed alla sua possibile capacità di auto-rigenerarsi. In un corpo sano, nell’eventualità di un danno, come prima accennato, il recupero di cui il cervello è capace, sarebbe certamente più facile.

Cari amici, tenere in ordine il nostro corpo, è un consiglio da non trascurare mai, perché mai sapremo in anticipo ciò che ci può riservare il futuro. In passato il poeta latino Giovenale, nelle sue “SATIRE”, coniò il famoso detto “Mens sana in corpore sano”, un’affermazione che, a mio avviso, è valida oggi come lo era ieri!

A domani.

Mario