venerdì, aprile 18, 2025

LA STRENUA, CORAGGIOSA DIFESA PER LA SOPRAVVIVENZA DELLE API GIAPPONESI: LA TECNICA PER UCCIDERE IL CALABRONE INVASORE PER ARROSTIMENTO.


Oristano 18 aprile 2025

Cari amici,

Che il mondo delle api sia davvero straordinario, dal quale l’uomo potrebbe ricavare innumerevoli esempi da imitare, è una realtà davvero nota e importante. Su questo fantastico e organizzatissimo mondo ha avuto occasione di scrivere diverse volte su questo blog, e chi vuole può andare a leggere le tante curiosità che lo riguardano. Questo il post di novembre 2012, accessibile cliccando sul seguente link http://amicomario.blogspot.com/2012/11/lo-straordinario-mondo-delle-api.html, questo invece, il mio post del 30 aprile 2021, visionabile e scaricabile cliccando sul seguente link http://amicomario.blogspot.com/2021/04/le-api-la-natura-e-la-riproduzione.html.

Tuttavia oggi riprendo l’argomento per parlarvi di una particolare curiosità che finora non conoscevo: un particolarissimo modo inventato e messo in atto dalle “API GIAPPONESI” per difendersi da un loro pericolosissimo nemico: il CALABRONE GIGANTE, che fa strage quando assale un loro alveare. Si, amici, l’APE GIAPPONESE (Apis Cerana Japonica) ha elaborato una strategia di sopravvivenza basata sul lavoro di squadra. Più piccola e debole, del calabrone gigante, essa cerca di vincere la sua battaglia contro l’intruso forte e potente accerchiandolo in modo massiccio; centinaia di api si precipitano si du lue, iniziando a far vibrare all’unisono le loro ali, e, in questo modo, facendo aumentare la temperatura intorno all’insetto, lo rinchiudono in una sorta di palla rovente. Ma vediamo meglio come viene messa in atto questa azione difensiva.

Quando un CALABRONE GIGANTE GIAPPONESE (Vespa mandarinia), un temibile predatore capace di decimare un intero alveare in poche ore, si avvicina troppo all’alveare, scatta un meccanismo difensivo straordinario: Invece di attaccare individualmente l’intruso, centinaia di api operaie si coordinano in un'azione collettiva perfettamente sincronizzata. Quasi obbedendo a un comando in un’azione di guerra, oltre 500 api si ammassano rapidamente attorno ad esso, formando una densa sfera vivente. Una volta intrappolato il predatore, le api iniziano a vibrare freneticamente i potenti muscoli toracici - gli stessi che normalmente utilizzano per il volo. Questa intensa attività muscolare produce un forte calore, che si rivela letale per l’invasore!

Tutte addossate al calabrone, queste api formano una caldissima palla, al cui interno la temperatura sale rapidamente fino a raggiungere, e a volte superare, i 47°C. Un vero e proprio forno biologico che sfrutta una differenza cruciale tra i due insetti: mentre le api giapponesi possono sopravvivere fino a temperature di 50°C, il calabrone muore quando la temperatura supera i 45°C. In appena 30-60 minuti, il predatore viene letteralmente cotto vivo. Indubbiamente una straordinaria tecnica di termoregolazione, che evidenzia in questo mondo delle api una capacità straordinaria di “intelligenza collettiva”, messa al servizio del bene comune, ovvero la salvezza dell’alveare e dei suoi abitanti.

Amici, che le api siano insetti straordinariamente sociali è noto, anche se non tutte le strategie che loro mettono in atto sono note! Le api, tra l’altro, non sono tutte uguali! Le api europee, per esempio, sono prive della capacità prima evidenziata di “arrostire” il proprio nemico, come fanno, invece, le api asiatiche. Un piano di attacco per difesa che, tra l’altro, non è scevro di pericoli. La brillante tattica, infatti, se da un lato annienta il nemico cuocendolo, non solo è defatigante per le api operaie coinvolte nell’attacco, ma ne accorcia la vita.

Queste api orientali, amici, hanno scritto nel loro DNA un grande altruismo nei confronti della collettività: difendere l’alveare a costo della vita! Nella stagione autunnale, infatti, un singolo alveare può subire fino a 30 attacchi alla settimana da questo calabrone invasore, che aggredisce l’alveare per predare le larve, arrivando a sterminare anche 40 api al minuto. Il pungiglione delle api, infatti, non può nulla sul rigido esoscheletro dell'invasore, per cui loro hanno sviluppato l’alternativa strategia prima evidenziata.

Una strategia, come accennato, nota fin dal 1995, ma che ora, con un nuovo studio, ha rivelato anche l'alto costo pagato dalle api operaie che si sono battute in difesa dell’alveare.  L’entomologo Atsushi Ugajin, operativo presso la Tamagawa University (Giappone), si è chiesto, infatti, quali fossero i costi di questa tattica difensiva. Per scoprirlo ha diviso uno sciame di api operaie di 15-20 giorni di vita in due gruppi, uno solo dei quali ha partecipato all’uccisione del calabrone. L'altro gruppo è stato tenuto alla temperatura costante di 32°C.

Il risultato? Le api partecipanti all’intervento di difesa, quasi certamente a causa dell’intenso calore, hanno visto la loro vita accorciarsi! Si, sono vissute meno, morte dopo una decina di giorni, mentre quelle non coinvolte nelle formazioni sono vissute in media 16 giorni (una differenza non da poco, sul loro tipico arco di vita, che dura solo poche settimane). Un costo alquanto alto, quello pagato per il loro encomiabile spirito di sacrificio. Questa nuova ricerca è stata pubblicata sulla rivista Behavioral Ecology and Sociobiology.

Cari amici, se l’uomo conoscesse e applicasse a fondo i numerosi esempi che la natura ci offre, probabilmente vivremo tutti in un mondo migliore, più altruista e meno egoista!

A domani.

Mario

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