Oristano 18 gennaio 2025
Cari amici,
Nella gran parte dei
Paesi industrializzati si sta approntando una rivoluzione epocale: sostituire la circolazione delle banconote gradatamente, per arrivare, poi, alla totale eliminazione del contante dalla
circolazione. Dare il benservito, quindi, alle banconote e monete, sostituite dalle carte elettroniche, ovvero provvedendo a creare un sistema di dematerializzazione della circolazione monetaria. Un
sistema rivoluzionario, che, eliminando dalla circolazione banconote e monete non solo sgonfia
i portafogli ingombri di carta moneta, ma che, sostituendo col semplice cartoncino del
Bancomat o con la carta di credito, oggi addirittura inserita all’interno del
nostro cellulare, apporterebbe sicuramente ulteriori vantaggi.
Questo forte
incoraggiamento alla dematerializzazione è il sogno dei grandi dell’economia
mondiale, in primis i responsabili dell'economia europea, a partire da Christine Lagarde, ex direttrice
del Fondo monetario internazionale (Fmi) e attuale Presidente della Banca
centrale europea. Si sostiene che eliminando gradualmente il contanti dalla
circolazione verrebbero semplificati i pagamenti, e che una volta che la società arriverà
a vivere senza il peso delle banconote e delle monete, con in tasca solo la carta di credito, si troverà a vivere uno “stile
di vita molto più semplice e razionale, oltre al fatto di consentire una lotta più efficace contro l’evasione,
le frodi e la criminalità organizzata.
Amici, accettare l’idea
che la scomparsa del contante sia un bel vantaggio per tutti, è però una
conclusione parziale e affrettata. La popolazione di ogni Stato è costituita da diverse
classi sociali, dalla più ricca a quella più povera, e pensare che l’eliminazione
del contanti sia “un bene per tutti” è pura utopia! Proviamo a soffermarci
sulla popolazione più fragile, quella meno abbiente. Un recente sondaggio ha accertato che in Europa l’87% degli
intervistati ha affermato di utilizzare ancora il contante presso i piccoli
commercianti, e il 72% nei distributori automatici. Inoltre, l’83% degli
intervistati si dichiara alquanto «preoccupato per la scomparsa del contante».
Come ben sappiamo, però, l’economia
è governata dai ceti più abbienti, e ormai la dematerializzazione della moneta è in fase alquanto avanzata. Già alcuni Stati sono in fase molto avanzata sul fronte della eliminazione del contanti dalla
circolazione. La Svezia, per esempio, si prepara ad essere il primo Paese al
mondo ad eliminare il denaro contante per passare, quanto prima, ad una
economia dematerializzata, regolata solo dalla moneta elettronica. Ma, se per la maggior parte dei
cittadini benestanti, la digitalizzazione dei pagamenti rappresenta una
soluzione rapida e conveniente, per chi ricco non è, ed è costretto a dipendere
dai contanti, la vita sta diventando sempre più complicata.
Una ricerca, effettuata da
Moa Petersén, professore associato di Culture digitali, e Lena Halldenius,
professore di Studi sui Diritti Umani all’Università di Lund, ha analizzato
come questa transizione influisca negativamente sui gruppi più vulnerabili
della società svedese. Molte delle persone intervistate vivono in una
condizione di dipendenza dai contanti dovuta alla povertà: non hanno un conto
bancario, non dispongono di credito o non possono permettersi la tecnologia
necessaria per accedere ai pagamenti digitali. Ad essere colpiti in maggior
misura sono gli anziani, che non riescono nemmeno a pagare le bollette
digitalmente. Sta di fatto che già diverse persone stanno ripiegando in antiche alternative: riutilizzano
il baratto o altre forme di scambio-merce.
Amici, chi è all’interno di una
fascia di reddito modesta, è costretto a vivere nella «bolla dei contanti»! Questi può
acquistare beni essenziali, ma non può pagare parcheggi o bollette senza l'aiuto di altri.
Un rifugiato ucraino, impossibilitato ad aprire un conto bancario a causa del
suo status, ha raccontato alle ricercatrici di non riuscire a saldare una
parcella medica per mancanza degli strumenti digitali. I senzatetto che dormono
in auto si trovano a dover ricorrere a un mercato nero, dove chi possiede uno
smartphone paga per loro i parcheggi ad un costo maggiorato. Insomma, essere "digitalmente poveri", fa trovare in ulteriore difficoltà chi già risultava ai margini!
I diversi intervistati di questa categoria estrema, hanno
descritto con un misto di vergogna, rabbia e rassegnazione le umiliazioni che
vivono ogni giorno. Una donna ha raccontato di aver risparmiato per acquistare
un regalo per il nipote, solo per sentirsi dire alla cassa, con il nipote
accanto, che il suo denaro non sarebbe stato accettato. «Mi sono sentita come
una ladra», ha confessato! In Svezia già oggi i trasporti pubblici funzionano
solo con la carta di credito, e un crescente numero di negozianti non accetta
più il contante. Perfino le chiese svedesi accettano solo denaro digitale. Nella
Carl Gustaf Church del Karlshamn, posta nel sud della Svezia, il pastore Vicar
Johan Tyrberg ha installato un macchinario per la lettura delle carte di
credito per permettere ai suoi fedeli di fare le loro offerte.
Cari amici, credo che l’accelerazione
di questo progetto corra troppo velocemente, e vada, almeno in parte modificato. Che lo Stato lo incentivi per
cercare di stanare l’evasione ha una sua giustificazione, ma l’accanirsi delle
banche sulla pressione per la scomparsa del contanti ha altre ragioni! Per loro l’uso della moneta
elettronica aiuta ad ingigantisce ancora di più i guadagni! Oltre a risparmiare cassieri e trasporto valori, con le commissioni sui conti e quelle caricate ai negozianti, si risparmiano costi e personale. E non è tutto: ci sono anche dei rischi. Che dire, infatti, quando l’economia
sarà tutta digitale, delle possibili conseguenze per dei black-out causati dai cyber-attacchi dei 'pirati cibernetici, oppure dal blocco di Internet come quello del 19 luglio
2024, il più grande della storia del settore informatico? C'è seriamente da riflettere, e io credo che ci sia
ancora molto da studiare, prima di arrivare ad abolire definitivamente il contanti…
A domani.
Mario
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