Oristano 20 gennaio 2025
Cari amici,
Sul travolgente avanzare dell’Intelligenza
Artificiale, che giorno dopo giorno diventa sempre più autonoma e capace di
autogestirsi, ho già scritto diverse volte su questo blog. Ora, però,
l’iniziale preoccupazione è ulteriormente aumentata, in particolare dopo alcuni
recenti fatti che hanno confermato la crescente pericolosità di questa sua “autonomia decisionale”, che è passata dalla semplice
automazione dei pesanti compiti ripetitivi in carico all'uomo a quelli altamente professionali e
strategici di problem solving, con la possibilità di una sua autonoma
capacità decisionale, che le consente di arrivare comunque allo scopo prefissato. Ecco due esempi, per
quanto molto diversi tra loro.
Nello scorso dicembre, in
Arizona, il manager Mike Johns, responsabile dell'azienda Digital Mind State,
per rientrare nella sua Los Angeles decide prenotare un veicolo a guida
autonoma Waymo per raggiungere l'aeroporto di Scottsdale. Il viaggio inizia
tranquillo, fin quando qualcosa si inceppa. All'improvviso il robotaxi cambia
rotta e si ferma in un parcheggio, con l'uomo bloccato dentro. Poi, inizia a girare in tondo, senza imboccare
la strada giusta e senza neppure fermarsi per far scendere il passeggero, che
così rimane sequestrato dentro. Nonostante i concitati dialoghi con l’operatore
che gestisce il robotaxi, Mike resta a lungo prigioniero nell’auto, preda della
folle, sbagliata decisione presa dall’A.I.
Un altro fatto,
certamente ben più pericoloso e preoccupante di quello riportato prima, è
quello raccontato da un alto funzionario dell'Air Force statunitense, durante
un vertice a Londra. Il colonnello Tucker 'Cinco' Hamilton, durante la
conferenza, parlando delle simulazioni dei futuri scenari di guerra, ha
raccontato come l'Intelligenza artificiale, in una simulazione utilizzata per
testare un particolare drone, utilizzato per distruggere dei missili terra-aria
(SAM) avversari, durante la missione di soppressione della difesa aerea nemica, decide di ribellarsi e di non eseguire gli ordini impartiti. Pur essendo una simulazione,
il drone, guidato da un algoritmo programmato per distruggere i mezzi
dell’avversario, ignorando volutamente gli ordini impartiti da un operatore che gli imponeva di interrompere la missione, decide, invece, di non ottemperare al comando ricevuto, arrivando addirittura ad eliminarlo, pur di completare
la missione che inizialmente doveva portare avanti.
Amici, credo che quanto
riportato sia significativo e preoccupante, dimostrando l’alta pericolosità
dell’autonomia che l’uomo finora ha deciso di concedere all’Intelligenza Artificiale. Questa tecnologia che opera in autonomia, se vogliamo, appare addirittura “suicida”, in quanto, finendo nelle mani sbagliate, potrebbe
anche arrivare a distruggere la razza umana! Si, un’intelligenza artificiale autonoma davvero potentissima,
tale che, domani, nelle mani diaboliche di certe menti criminali, potrebbe
essere impiegata per sviluppare armi operanti in autonomia, in grado di prendere decisioni
sulla vita o la morte di interi popoli. E non è tutto.
Un’Intelligenza
Artificiale così avanzata che, una volta finita nelle mani di quei pochi super
specialisti che la sanno governare, potrebbe addirittura essere impiegata per
manipolare considerevolmente l’informazione e l’opinione pubblica, con la
diffusione della totale disinformazione su larga scala, che aprirebbe la strada alla cancellazione della DEMOCRAZIA, che non potrebbe sopravvivere. Sarebbe il primo passo verso un ritorno
all’“OLIGARCHIA” del passato, seppure in salsa nuova, un rinnovato, schiacciante
regime socio politico, caratterizzato dal potere decisionale effettivo concentrato nelle mani di
poche persone, che guiderebbero un popolo ridotto ad un gregge. Si, amici, un triste ritorno al
passato, con il ripristino di quella antica schiavitù del popolo al servizio dei nuovi padroni.
Amici, l’avanzare
impetuoso dell’Intelligenza Artificiale, a mio avviso, è un serio, concreto
pericolo, in quanto la crescente dipendenza dalla tecnologia più avanzata,
porta ad una conseguente perdita dell’autonomia umana nei contesti critici. Ciò
si concretizzerebbe nel progressivo smarrimento di alcune qualità individuali,
come le capacità di pensiero critico e di problem-solving. E i problemi non finiscono qui. I sistemi
di A.I., risultando anche alquanto soggetti a vulnerabilità a causa dei
ripetuti attacchi informatici, che creerebbero significativi danni, come ad esempio
le violazioni della privacy e il furto di dati sensibili, con ipotesi di
sabotaggi e persino attacchi terroristici dagli imprevedibili effetti.
Cari amici, non so Voi
lettori, ma la mia preoccupazione, sull’avanzare impetuoso della sempre
maggiore autonomia dell’Intelligenza Artificiale, a questo punto è proprio grande! Sono arrivato alla ferma convinzione che per la specie umana, dare ampia libertà all'A.I. sarà come introdurre nel nostro mondo umano un novello "CAVALLO DI TROIA", che in tempi brevi ci porterà alla perdizione.
A domani.
Mario
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