Oristano 26 gennaio 2025
Cari amici,
Fin quasi alla fine del secolo scorso, i figli lasciavano la famiglia d'origine quasi sempre poco dopo la maggiore età. Seppure non si vivesse nell'abbondanza, la formazione di nuove famiglie avveniva in un'età ben più giovane, rispetto all'oggi. Si, i "giovani millennial", come comunemente oggi vengono definiti, tardano molto di più ad abbandonare la casa dei genitori per andare a formare una nuova famiglia oppure a vivere la loro vita da soli. Secondo i dati forniti da EUROSTAT, a
uscire più tardi da casa dei genitori sono soprattutto i ragazzi, con una media
di 30,9 anni, rispetto alle ragazze che lo fanno a 29 anni. Il Paese europeo,
invece, in cui i giovani lasciano molto prima il nido è la Finlandia, con una
media di 21,3 anni.
Secondo questa statistica,
nel nostro Paese i figli lasciano la casa genitoriale anche più tardi degli altri
Paesi d’Europa, rimanendo più tempo nel caldo rifugio della casa dei genitori. La media italiana
si attesta intorno ai 30 anni, andando a superare il dato medio europeo. Sempre secondo l’Eurostat i
giovani italiani vanno via di casa più tardi sia dei nostri vicini cugini
francesi che di quelli tedeschi. La differenza di genere, invece, che vede gli
uomini uscire dal nido più tardi delle donne, emerge in tutti i Paesi dell’UE.
I motivi alla base di
questa prolungata permanenza in casa sono diversi, ma, comunque tutti importanti, seppure a
vario titolo. Nei primi anni di lavoro, per esempio, trovare una
casa in affitto risulta alquanto costoso, divorando una fetta consistente dei
primi stipendi. Si, il “Carovita” pesa non poco sulle decisioni, se pensiamo
anche che pure il mercato del lavoro non è troppo tenero con i giovani, seppure bravi, che iniziano a cimentarsi nel lavoro, togliendo così le illusioni e i
sogni dei millennial. Che dire, poi, dell’aspetto culturale del nostro Paese,
che vede gli italiani sempre legatissimi alla propria famiglia, a qualsiasi
età!
Amici, per i giovani di
oggi iniziare una vita indipendente da
soli, fuori dalla famiglia d’origine, costituisce una “vera lotta interiore”,
tra una certa voglia di indipendenza e il desiderio di rimanere ancorati al
caldo nido familiare, ovvero alle proprie radici. Andare a vivere da soli è un passo
importante che fa paura, anche se, al tempo stesso, è carico di voglia di
spiccare il volo alla ricerca di nuove emozioni e di aspettative verso il
futuro. Insomma, una lotta interiore tra il desiderio di costruirsi uno spazio personale
e quello della bella comodità del nido dove gli altri pensano a tutto!
Decisione difficile dunque,
che parte, innanzitutto, da quel presupposto economico prima accennato: avere,
per volare via, una stabilità economica e lavorativa sufficiente, prima di dare
il via alla vita gestita personalmente da soli, con tutti i pro e i contro. Tagliare
il cordone ombelicale con la famiglia non è proprio facile; vivere da soli
significa pensare a tutto in autonomia: fare i conti con bollette,
elettrodomestici, spesa settimanale e improvvisarsi chef ad ogni pasto.
All’inizio potrebbe apparire anche elettrizzante: vivere arredando gli spazi a proprio
gusto, poter uscire e rientrare a casa anche alle ore tarde senza il muso dei
genitori, ma anche, in molti momenti, sentirsi soli, anziché coccolati da mamma
e papà.
Iniziare una vita
propria, amici, è accettare di diventare “grandi e responsabili”: in tutto e in
prima persona! Essere consci di dover affrontare i problemi giorno per giorno e
sapersela cavare da soli, con le proprie forze. Quando si lascia la casa dei
genitori si opera responsabilmente in prima persona: entrate, uscite, spese, costituiscono
un bilancio proprio, non c’è una mano esterna che all’occorrenza fornisce l’aiuto
necessario a tappare le falle. Andare a vivere da soli è una specie di “Prova
del Nove”, come si diceva nei tempi andati! Una volta in volo da soli si prova un mix
di emozioni, che vanno dall’entusiasmo all’incertezza, arrivando poi, comunque,
al conseguimento di una maggiore consapevolezza di sé!
Amici, come mi è capitato
di dire altre, volte, se è pur vero che per i figli andare a vivere da soli è
una prova difficile da superare, anche per i genitori che, ad un certo punto
della loro vita si ritrovano la casa vuota, non è certo un prova facile da superare! Non
sono solo i patemi d’animo dei millennial che cercano di volare per crescere,
ma anche quelli dei cosiddetti “boomer”,
che provano nuove emozioni difficili da digerire, nel ritrovarsi all’improvviso
catapultati in una nuova “vita a due” in età senile! Emozioni che passano dal superficiale
sollievo iniziale alla tristezza creata dalla solitudine per la loro assenza.
Cari amici, il distacco
tra genitori e figli è, e sarà sempre, un grande strappo emotivo difficile da
vivere, perché gli uni e gli altri si mancheranno sempre! La nostalgia aleggerà
costantemente nella casa genitoriale, così come nella nuova casa dei figli, e,
come antidoto alla lontananza, sarà di grande aiuto il telefono (oggi anche il video-telefono), che aiuterà
entrambi a tenersi almeno virtualmente vicini. Gli incontri, fisici, poi, saranno quel forte collante che aiuterà entrambi a sentirsi sempre “Famiglia”,
seppure lontani.
A domani.
Mario
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