Oristano 29 novembre 2020
Cari amici,
Su questa pianta ho già
avuto modo di parlare su questo blog, quando riportai la notizia che tra le sue
numerose proprietà gli studiosi le attribuirono anche quella di possedere dei
particolari composti (detti floroglucinoli), in grado di risultare efficaci
nella cura dell’HIV. Per i Più curiosi riporto il link del post del 16 dicembre
del 2019: http://amicomario.blogspot.com/2019/12/dalla-magia-di-una-pianta-endemica.html.
Oggi, però, voglio parlare più compiutamente di questa pianta, la cui varietà più
importante è l’HIPERICUM SCRUGLII, che risulta endemica della nostra
isola.
L'attuale classificazione
dell'Hypericum scruglii, come specie endemica esclusiva della Sardegna è
piuttosto recente (vedi Nordic Journal of Botany (2010) Hypericum scruglii sp.
nov. (Guttiferae) from Sardinia, Gianluigi Bacchetta, Salvatore Brullo and Cristina
Salmeri). In precedenza questa pianta era classificata come Hypericum
tomentosum e sotto questo nome può essere ancora trovata in molte
pubblicazioni. Vegeta nelle montagne calcaree a sud del Gennargentu e nella
Nurra di Sassari. Il genere Hypericum conta in Sardegna 17 delle 32 specie
italiane, ed è caratteristico per il giallo oro dei suoi fiori a forma di
stella. Fiori ricchi di numerosi stami e con cinque petali, sui quali alcuni
punti traslucidi evidenziano le ghiandole dalle quali si estraggono i preziosi
olii essenziali. È una pianta sempreverde e cespugliosa, con foglie disposte in
maniera opposta sui fusti e disseminate anch’esse di numerose ghiandole.
L’iperico in Sardegna è noto per essere stato utilizzato fin da epoca antichissima. Più conosciuto come “Fror’e Santa Maria” o “Erba de
Santu Giuanni” (perché l’iperico fiorisce in prossimità della festa di San
Giovanni, che si celebra il 24 giugno), deve il suo nome in sardo “Fror’e Santa
Maria” al fatto che anticamente l’iperico era spesso usato per curare i disturbi
femminili. In giugno, periodo della
fioritura, si raccoglievano i fiori, che erano considerati un materiale naturale
potentissimo in grado non solo di curare i mali del corpo, ma anche di rasserenare le persone allontanando il malocchio. Tant’è
vero che questi fiori, con dei chicchi di sale grosso e altre erbe, andavano conservati dentro “sa retzetta o sa punga”, un amuleto povero ma potente, capace
di cacciare lontano dalle persone il male. Questo amuleto, oltre che per allontanare il malocchio,
era anche in grado di curare il mal di testa, o addirittura di far innamorare la
persona desiderata.
Inoltre, l’iperico
raccolto durante il periodo della festa di San Giovanni, poteva pure aiutare a scoprire il futuro con i suoi presagi. Si procedeva in questo modo:
durante la notte della festa si segnava con un laccio colorato la pianta di
iperico; la mattina successiva la pianta avrebbe riferito la mansione del
futuro sposo: alla ragazza che aveva “segnato” la pianta non restava che
cimentarsi nella lettura dell’auspicio. Riconoscendo l’insetto che aveva
trovato ospitalità nella pianta doveva intuire il mestiere (e quindi il
benessere) del futuro marito. L’attenta lettura della pianta poteva anche
presagire eventuali decessi, o segni di buona fortuna o di sfortuna.
Queste le tradizioni. Quanto
alla capacità curativa attribuita all’iperico dalla medicina popolare, la scienza ha dimostrato che gli antichi
utilizzi medici popolari tradizionali erano assolutamente validi. La scienza ha dovuto riconoscere, dando il suo benestare, che S’erba
‘e Santu Giuanni era ed è davvero una super pianta, ultra portentosa, che può
davvero offrire tanto in campo medico! L’iperico, relativamente all’uso interno, possiede una notevole
capacità antidepressiva: ciò per merito dell’ipericina, dell’iperforina e dei
flavonoidi, che agiscono sui nostri neurotrasmettitori cerebrali (la
seratonina, dopamina e noradrenalina).
Svolge anche un’azione
ansiolitica, cura la stomatite vescicolare, l’influenza e l’herpes simplex.
L’olio di iperico, per via interna, è inoltre usato nella cura della gastrite e
dell’ulcera gastrica, grazie alle sue proprietà lenitive e cicatrizzanti. Da
sottolineare inoltre la proprietà antibiotica dell’iperforina. Per uso esterno
l’olio di iperico offre grandi risultati in caso di bruciature, ferite, pelli
arrossate e favorisce una rapida riparazione del rivestimento epidermico.
Sembra che l’olio regali nuova elasticità alla pelle, per questo è usato spesso
nel trattamento contro le rughe. Funziona anche per lenire il dolore delle
fastidiose punture delle zanzare. Tenere conto, però, che contenendo l'olio di iperico della ipericina, che è fotosensibilizzante, ne viene sconsigliato l’uso
prima dell’esposizione al sole.
E che dire, poi, delle
altre, numerose qualità dell’iperico? Usato come tintura madre o estratto secco,
combatte l’ansia, lo stress, l’insonnia e lievi stati depressivi. In autunno,
ad esempio, viene tradizionalmente consigliato contro i disturbi dell’umore.
L’iperico è consigliato anche come rimedio fitoterapico nella menopausa contro
depressione, ansia, insonnia, aritmia, tachicardia, tensione psicofisica (assunto
come tisana o tintura madre). L’estratto, in combinazione con calcio, magnesio,
potassio, vitamina D3 e vitamina C, è un classico ingrediente di integratori
per contrastare i tipici disturbi della menopausa, come vampate, sudorazione
fredda, spossatezza, disturbi del sonno, ansia e irritabilità. Certo che non è poca cosa!
Cari amici, oggi, non
essendo più in auge la civiltà contadina, non andiamo certo in campagna a cercare questa pianta: troviamo i prodotti derivati dall’iperico
in farmacia o erboristeria. L’iperico risulta presente, come ingrediente, anche
in creme, pomate, integratori alimentari e prodotti veterinari. Pensate ancora che il nostro meraviglioso
iperico sia una pianta qualunque? Io direi proprio di no! La Sardegna, non dimentichiamolo,
è davvero una terra magica! Nel suo antico e incontaminato suolo albergano
piante praticamente uniche, e tra di queste l’iperico c’è, eccome!
A domani.
Mario
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