Oristano 26 novembre 2020
Cari amici,
A Shanghai, in Cina, un
imponente edificio, la cui area doveva essere adibita ad altro uso, anziché essere
demolito è stato “fatto camminare” e portato in una nuova area,
utilizzando per la prima volta al mondo circa 200 gambe meccaniche. Un “trasferimento”
di un immobile, che appare come qualcosa di incredibile, tra l’altro, avvenuto
in poco tempo: sono state necessarie solo poco più di due settimane! Si
trattava di una scuola elementare, vecchia di circa 85 anni, e doveva liberare
l’area dove sarebbe stato edificato un nuovo complesso commerciale e uffici, da
completare entro il 2023.
La tecnologia cinese, che
vanta ingegneri da tempo all’avanguardia in operazioni colossali mai realizzate
prima, nel breve lasso di tempo di due settimane ha messo in atto il “trasferimento”
dell’edificio che, dopo essere stato fatto ruotare di 21 gradi, è stato
collocato 60 metri più avanti con l’ausilio di speciali “gambe robotiche”,
liberando così l’area. C’è da dire che l’economia cinese è stata da sempre
molto attenta allo spreco e non ha mai adottato la filosofia occidentale dell’usa
e getta, praticando invece, la filosofia del recupero, in tutti i campi
possibili.
A maggior ragione oggi, in
un'economia globale che credo rimpianga a calde lacrime l’adozione di inappropriati
comportamenti di spreco di energia e di inquinamento del pianeta, la “filosofia
del recupero” avanza, nell’ottica non solo del conseguimento del risparmio ma
anche in quello della salvaguardia ambientale. Ecco perché le demolizioni degli
edifici del passato risultano non solo costose ma di fatto anche culturalmente
sbagliate e nemiche dell'ambiente! Ora, il doppio problema del recupero e quello
della fame di nuove aree, è stato risolto dagli ingegneri cinesi sostituendo le
demolizioni con lo spostamento degli edifici.
Certo, far convivere le
due esigenze non è mai stato semplice, ma in Cina ci si sta dando da fare per far
quadrare il cerchio, e diverse società sono decise a riuscirci, e
potrebbero quasi certamente rivoluzionare il settore immobiliare. Ne è una
chiara dimostrazione proprio l’esempio prima riportato, un’operazione complessa,
se pensiamo che l’edificio spostato (una costruzione del 1935) era una
struttura in calcestruzzo del peso approssimativo di 7.600 tonnellate. Un’operazione
davvero chirurgica, che, dopo una serie di complessi calcoli fatti dagli esperti
ingegneri, ha dato vita allo spostamento dell’immane carico, posato su 198
dispositivi robotici simili a “gambe robot”, trasferendo l’edificio di circa 60
metri!
L’azienda costruttrice di
questa tecnologia (chiamata ironicamente anche “passeggiata edilizia”, si
chiama Shanghai Evolution Shift, ed ha sviluppato questa innovazione
tecnologica nel 2018. I dispositivi capaci di spostare i carichi pesantissimi
come quelli di un edificio, si comportano proprio come gambe robotiche; sono
divisi in due gruppi che si alzano e si abbassano alternativamente, imitando il
passo umano. I sensori collegati aiutano a controllare come l’edificio avanza. La
procedura, molto complessa, necessita di grande preparazione ed è divisa in tre
fasi; nella prima gli operai scavano tutt’intorno all’edificio per installare i
supporti mobili negli spazi sottostanti (nel nostro caso sono stati 198).
Nella seconda fase dei
lavori, come ha spiegato ai cronisti Lan Wuji, l’ingegnere supervisore tecnico
dell’azienda, “tutti i pilastri dell’edificio sono stati troncati dalle
fondamenta”. A questo punto, le “gambe” robotiche installate in precedenza si
sono sollevate verso l’alto, e con loro si è sollevato l’intero edificio. “È
come dare le stampelle all’edificio in modo che possa alzarsi e poi camminare”,
ha precisato l’ingegnere. Nell’ultima fase, invece, lentamente e un passetto
alla volta, la scuola quasi centenaria si è mossa per prendere posizione nel
suo nuovo spazio 60 metri più avanti.
Spostamento, dunque, e non
demolizione: un’inversione di tendenza che negli ultimi decenni ha visto anche
in Cina la rapida modernizzazione del Paese, con la conseguente perdita di
molti edifici storici, rasi al suolo per liberare le aree necessarie a
costruire scintillanti grattacieli e edifici per uffici. Un azzeramento
del passato che ha creato non poca preoccupazione per la perdita di un
importante patrimonio architettonico conseguente alle demolizioni che
avvenivano in tutto il Paese. Ora però nuove soluzioni si affacciano all’orizzonte,
capaci di conciliare vecchio e nuovo, passato e presente, con sicura
preservazione del patrimonio storico e culturale.
Cari amici, la Cina
dunque, dopo aver rifiutato la filosofia dell’usa e getta, si cimenta anche nel
difficile recupero degli edifici; in questo modo potranno essere salvati
palazzi storici e d’epoca, come è avvenuto per la scuola primaria di Lagena,
costruita nel 1935. A recupero effettuato, questa scuola verrà trasformata in
un centro culturale. Li Jianfeng, il direttore generale del progetto, ha
così commentato: “Trasformeremo la scuola in un edificio che integri
l’educazione culturale e la conservazione del patrimonio immateriale,
coinvolgendo sia la cultura che l’innovazione”. La lungimiranza e la
saggezza orientale credo siano da ammirare: l’ingegno profuso ha consentito non
solo di salvare un edificio storico, ma anche di rivitalizzarlo. Nell’area dove
era allocato prima, invece, sorgerà un centro commerciale. Una bella lezione,
credetemi, anche per la civiltà occidentale.
A domani.
Mario
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