lunedì, marzo 23, 2015

SARDEGNA TERRA DI GIGANTI: ANCHE LA PRESIDENTE DELLA CAMERA LAURA BOLDRINI IN VISITA AI GIGANTI DI MONT’E PRAMA.



Oristano 23 Marzo 2015
 Cari amici,
anche le massime Istituzioni dello Stato si sono finalmente accorte che la civiltà sarda è una realtà straordinaria: una delle più evolute del Mediterraneo. Il nostro luminoso passato, dopo secoli, se non millenni di oblio (sicuramente anche da parte di noi sardi), torna prepotentemente alla luce. Sabato scorso la Presidente della Camera dei Deputati l’On.le Laura Boldrini ha inaugurato la nuova ala del Museo di Cabras, recentemente realizzata proprio per ospitare i reperti provenienti dagli scavi di Mont’e Prama: sia quelli rinvenuti nel 1974 che quelli di più recente acquisizione, venuti alla luce con gli scavi più recenti.
Le straordinarie statue, ormai sempre più note come “I Giganti di Mont’e Prama”, sono scolpite in arenaria e rappresentano pugilatori, arcieri e guerrieri; esse potrebbero davvero mettere in discussione quanto fino ad oggi ritenuto sui popoli Mediterranei, riscrivendone la storia, in quanto la reale evoluzione di queste popolazioni è ancora non del tutto nota. La Sardegna, cari amici, è terra davvero unica, anche se lo splendore del suo passato, lentamente ma inesorabilmente, è stato sepolto per lungo tempo sotto la grande coltre dell’oblio.
L’On.le Boldrini, forse incuriosita proprio da questa grande scoperta, ha voluto di persona toccare con mano i resti di questa nostra incredibile civiltà nuragica. Accompagnata dal sindaco di Cabras Cristiano Carrus, dalla parlamentare oristanese Caterina Pes e dall’assessore regionale alla Cultura Claudia Firino, ha così voluto includere Oristano, ed in particolare Cabras, nell’itinerario della sua visita ufficiale alla nostra Isola.
Dopo aver reso omaggio al capoluogo della nostra Provincia, Oristano, (ricevuta in primis dal sindaco Guido Tendas), e salutato al Liceo De Castro un folto gruppo di studenti in mattinata e di donne imprenditrici e impegnate nel sociale (ricordando anche la straordinaria figura di Eleonora) di pomeriggio, la Presidente Boldrini ha raggiunto Cabras, dove ha inaugurato i nuovi spazi espositivi del Museo. “Questo Museo si inserisce in un territorio ricco di cultura”, ha dichiarato la Presidente della Camera, “che sta puntando giustamente proprio sulla cultura. Attraverso la cultura noi potremmo avere un’occasione di riscatto. È giusto investire in questo settore anche perché questo settore consente di attirare nuovi visitatori”.

Parole sante, quelle della nostra parlamentare, anche se per noi sardi, al momento, suonano ancora vuote, prive di riscontri reali. Su questa scoperta ho avuto modo di scrivere le mie riflessioni anche di recente e, sotto certi aspetti (senza negare le nostre colpe di sardi poco accorti circa la valorizzazione delle nostre risorse), mi è sembrato di intravvedere, da parte del potere centrale dello Stato, una “grande prevaricazione” nei confronti della gestione delle scoperte archeologiche sulla nostra storia. I recenti scavi, gestiti dalle Università di Cagliari e Sassari, in parte ancora in corso per la cronica carenza di fondi, vedranno presto un "cambio di mano" nella direzione dei lavori.
Il Ministero dei beni culturali, infatti, non si comprende per quali reali ragioni, sta estromettendo dagli ulteriori scavi (che, secondo lo studio di Gaetano Ranieri dell’Università di Cagliari, consentirebbero il recupero di numerosi altri pregiati pezzi della civiltà dei giganti), entrambe le Università sia di Cagliari che di Sassari, che finora hanno coordinato i lavori. Sia il Prof. Gaetano Ranieri che il nostro archeologo oristanese Prof. Raimondo Zucca, andranno presto a casa, sostituiti da chissà Chi. A me personalmente questa estromissione ministeriale dei valenti archeologi che finora hanno portato avanti le ricerche, mi puzza un po’. E’ possibile che noi sardi non siamo ritenuti capaci, archeologicamente parlando, di occuparci della nostra antica civiltà? Forse in campo nazionale ci sono altri soggetti ben più preparati dei nostri, (magari emiliani…), oppure le ragioni sono ben altre?

Considerato anche quello che sta accadendo ultimamente e di cui i giornali parlano con ampiezza, magari, a decidere per l’assegnazione delle commesse per il completamento degli scavi potrebbero essere state non la maggiore qualità e/o la preparazione dei soggetti aggiudicatari, quanto, piuttosto, altri misteriosi interessi. Estromettere chi ha competenza certa, e che ha raggiunto una conoscenza dei luoghi e di quello che essi contengono, ben più ampia di chiunque altro dovrà proseguire il lavoro, mi sembra una decisione illogica, poco razionale e soprattutto prevaricante nei confronti dei sardi.
La Sardegna, cari amici, anche archeologicamente parlando, ci riserverà ancora non poche sorprese! Di recente, sempre nella nostra Provincia, in territorio di Mogoro per l’esattezza, è stata fatta un’ulteriore grande scoperta. In un vano del Nuraghe “Cuccurada” (posto al centro di una interessantissima zona nuragica) è stato rinvenuto un bronzetto molto diverso dai tanti che già conosciamo. Il manufatto rappresenta una scena di caccia, un ordinario episodio di vita quotidiana, risalente a ben 3.000 anni fa; nel bronzetto possiamo ammirare un cacciatore che, con una lancia e con la collaborazione del suo cane, tenta di abbattere un cervo. In quell’epoca la Sardegna era sicuramente molto boscosa, e chissà quanti cervidi annoverava! Questo ritrovamento costituirà un altro importante tassello per ricostruire la nostra grande storia passata.

Tornando ai nostri “Giganti”, credo che la Sardegna tutta, strutture pubbliche del nostro territorio, istituzioni socio-economiche e privati cittadini, ognuno nel proprio ruolo, dovrebbero attivarsi per la valorizzazione di questa incredibile scoperta. I Giganti non debbono rimanere un isolato, per quanto importante tassello archeologico, ma rappresentare la punta di diamante del nostro patrimonio storico e culturale, che – se ben utilizzato – potrebbe costituire un incredibile volano di sviluppo per la nostra terra. Diffondere la conoscenza di questo grande patrimonio unico al mondo, significherebbe far diventare la Sardegna, già collocata in felicissima posizione al centro del Mediterraneo, meta di un flusso turistico incessante, capace di attivare tante collaterali attività economiche produttive, che creerebbero sicuro lavoro ai nostri giovani.
Se tutti collaborassimo…credo che potremmo, insieme, realizzare cose straordinarie!
Mario

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