domenica, novembre 25, 2018

POESIA E MUSICA INSIEME: UN LEGAME STRAORDINARIO, COME L’AMICIZIA. NELLA CHIESA DI S. FRANCESCO IL READING DI GUIDO DORASCENZI, ACCOMPAGNATO DA CRISTINA SCALAS AL FLAUTO E DAVIDE MOCCI ALLA CHITARRA.


Oristano Novembre 2018
Cari amici,
Ci sono connubi straordinari, in musica si direbbe un ensemble perfetto. Poesia e musica, per esempio, legano bene insieme, capaci di costruire un’unione straordinaria, in grado di infondere un pathos particolare, essendo l’una amplificatrice dell’altra, fondendosi insieme in modo eccelso.
Affascinante e allo stesso tempo commovente è stato, Venerdì 23 Novembre, il reading di Guido Dorascenzi, che ha calamitato nella Chiesa di S. Francesco ad Oristano un folto e attento pubblico. Ad accompagnare Guido nella lettura delle sue riflessioni poetiche, il flauto di Cristina Scalas e la chitarra di Davide Mocci, che hanno scatenato applausi a non finire, intrisi anche di un velo di sottile commozione.
Alle 19,00 Guido è salito con i due ragazzi sull’altare. Ha in primo luogo salutato il pubblico, ringraziandolo per la presenza particolarmente significativa, in quanto evidenziava nei suoi confronti affetto e amicizia. La poesia, ha detto Guido, è capace di nutrire l’anima, è un potente balsamo contro le ferite della vita; si, un mezzo straordinario, capace di elevare l’uomo, facendolo volare e trasformandolo in un aquilone, che dall’alto del cielo osserva lo svolgersi della quotidianità.
Dopo la premessa ha iniziato la lettura delle poesie, versi spontanei i suoi, sgorgati dal cuore di un uomo che ha vissuto le diverse epoche della vita; quella di una persona che ha molto amato ma anche molto sofferto, che è passato nella gioia ma è anche affondato nella palude del dolore; ma dalle cadute Guido è sempre riuscito a rialzarsi, lottando sempre con forza, senza timore.
Tutte poesie toccanti quelle che ha letto, piene d’amore per tutti, a partire dalla Sardegna, terra di mille bellezze, ma anche di mille contraddizioni; una terra, tuttavia, da amare e difendere: sempre. Poesie, le sue, che passano dall'inno alla bellezza all'analisi profonda e graffiante delle negatività che ci avvolgono: la povertà, la tristezza dei diseredati, quella degli “ultimi”, coloro che, dopo una vita intensa sono finiti sulla strada, magari a fare i clochard. Le sue poesie sono anche un'analisi della fragilità dell’uomo: che spesso per le sue debolezze cade; ma quello che è importante non è tanto il cadere, ma il sapersi rialzare, rimettersi in piedi caparbiamente, rnascere a nuova vita.
Nei difficili momenti che la vita ti fa attraversare, la salvezza è spesso quella che viene da un amico vero; quello che cerca di riportarti il sorriso quando ti asciuga le lacrime, o si siede a fianco a te, per terra, e ti abbraccia quando gli altri fanno finta di non vederti. L’amico è quello che quando sei caduto non ha paura di starti a fianco, di sostenerti di aiutarti a riprendere la strada, mentre altri sorridono beffardi e gioscono magari per le tue disgrazie.
Le poesie lette da Guido hanno toccato le corde più intime del cuore dei presenti, che in un silenzio commovente erano immersi in quel mix di parole e musica che li avvolgeva come in un caldo abbraccio. Poesie che parlavano di sogni, di desideri da realizzare, come quei sogni di speranza che un po’ tutti facciamo la notte di S. Lorenzo, quando al passare di una stella cadente esprimiamo un nostro desiderio con la segreta speranza che si avveri! 
La Poesia, ha detto Guido negli intervalli tra una lettura e l'altra, è quel mezzo che ci consente, socchiudendo gli occhi, di tornare indietro nel tempo: di vedere, come in un film accelerato, la giovinezza fuggire via, di osservare l’aquilone dei nostri sogni volare lontano verso l'ignoto, ritrovandoci all'improvviso immersi nel tempo della nostra maturità, gravida del peso delle responsabilità, a pensare alla vecchiaia imminente, nell’attesa che venga la notte buia, infinita a spegnere tutto il nostro vissuto terreno.
Poesia è anche stimolare una forte riflessione sull’uguaglianza che manca; è pensare, riflettere, che tutti i bambini, di qualsiasi razza e colore, sono tutti figli di Dio, quindi eredi dello stesso Padre, ma che continuano, in tante parti del mondo, ad essere vilippesi; un'uguaglianza tempo per tempo cercata, come ha provato a farlo, in momenti più difficili di quelli di oggi, Martin Luther King, ma purtroppo mai raggiunta.  Poesia è accogliere in casa un figlio abbandonato, e amarlo più che se fosse frutto della tua carne.  Questo Guido lo sa bene, perché sulla sua adozione di Riccardo ha scritto un bellissimo libro: “Comminiamo insieme”.
Amici, il monologo di Guido ha affascinato nono poco, piacevolmente accompagnato e intervallato dalla splendida esecuzione di famosi brani da parte dei due bravissimi artisti, Davide e Cristina, che sono riusciti a creare una meravigliosa atmosfera, che poi ha portato tutti a tributare loro applausi a non finire.
Tra le ultime letture di Guido una poesia particolare: “Quelli come me”, dove ha analizzato se stesso, dichiarando senza paura di essere stato uno che ha conosciuto fin da piccolo anche il dolore, l’indifferenza, l’abbandono. È triste pensare, ha detto, che quando hai bisogno d’aiuto nessuno ti tende la mano, mentre tu la offri sempre spontaneamente agli altri. “Ma poco importa - ha detto - il dolore può avermi messo a terra, ma non mi ha mai battuto”.
Le ultime parole di Guido sono state dedicate a Rita, sua dolcissima compagna dai tempi della scuola, alla quale anche ora, dopo tanti anni dichiara un amore infinito. “Quando arriverà l’ultimo treno – ha detto con grande commozione – vorrei che Lei si ricordasse di me con un sorriso, come se fossimo ancora insieme; vorrei che guardando il mare, lei trovasse le mie parole nel sibilo del vento o nel rumore della risacca, perché io sarò sempre e comunque con Lei”.
Prima di salutare il pubblico ha ricordato che l’indomani in Piazza ci sarebbe stato l’incontro della Città per dire NO alla violenza nei confronti delle donne, invitando tutti a partecipare. Poi, in preda ad una commozione troppo forte, si è eclissato ai presenti, per ricomparire poco dopo ad abbracciare i due ragazzi che con grande affetto lo avevano accompagnato e il pubblico.
Amici un grande reading, quello di Guido, che mi ha commosso molto, perché, sotto certi aspetti, io e Lui abbiamo diverse cose in comune.
Grazie, amici, a domani.
Mario

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