martedì, novembre 27, 2018

ORA LEGALE TUTTO L’ANNO IN EUROPA? DOPO IL REFERENDUM FAVOREVOLE, ORA SI FRENA: IL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO U.E., “NON AVVERRÀ NEL 2019”.


Oristano 27 Novembre 2018
Cari amici,
A volte le cose che sembrano fatte, all’improvviso prima frenano e poi si impantanano. È successo così anche per l’adozione dell’ora legale valida “tutto l’anno”, che l’Europa aveva ipotizzato di far applicare quanto prima ai Paesi aderenti. Su quest’argomento ho già avuto modo di esprimermi in data 9 Settembre 2018, con un post su questo blog che riportava la notizia del Referendum indetto dall’UE per capire se negli Stati membri c’era gradimento o meno sul mantenimento in tutto l’arco dell’anno dell’ora legale. Chi è curioso può andare a leggere quanto scrissi cliccando sul link che riporto: http://amicomario.blogspot.com/2018/09/ora-legale-leuropa-suggerisce-di.html.
A premere sull’adozione senza cambiamenti dell’orario legale erano stati per primi i Paesi del Nord Europa, ai quali si erano subito aggiunti quelli della fascia Baltica, seriamente preoccupati delle conseguenze che il cambio annuale crea nelle persone; erano proprio i motivi di sanità pubblica, a partire dai seri disturbi del sonno, più che quelli del risparmio energetico, a spingere questi Paesi ad inoltrare la richiesta. L’U.E., come ricordato nel post prima indicato, fece partire un sondaggio che ebbe uno quantità impressionante di Si.
A questo punto L’UE non poteva certo ignorare i risultati del sondaggio, espresso con ben 4,6 milioni di voti, il numero più alto mai avuto da una consultazione pubblica UE. Tutti, a questo punto, si aspettavano che venisse fatta partire la procedura necessaria per mettere in condizioni i Paesi membri di adeguarsi e deliberare in proposito. Alla fine di Ottobre, invece, a sorpresa iniziano ad apparire i primi “distinguo”.
A rompere il ghiaccio è stata l’Austria, Paese a cui dal 1 Luglio spetta la Presidenza del Consiglio dell’UE, che, con un improvviso colpo di freni, ha dichiarato: “Non avverrà nel 2019”. Anche il Ministro dei Trasporti di Vienna, Norbert Hofer, ha dichiarato convinto: “Non sarà sostenuto dalla maggioranza degli Stati membri; serve più tempo ad alcuni settori, quali il trasporto aereo”.
In realtà il Governo di Vienna fa capire di non essere contrario – in linea di principio ad accettare in perpetuo l’ora legale, con l’abolizione del continuo passaggio ora solare-ora legale e viceversa, ma di essere abbastanza preoccupato per le conseguenze che un simile cambiamento comporta. “In alcuni settori – sostiene Hofer – si renderanno necessari preparativi tecnici, come nel caso del settore del trasporti aereo. Le compagnie aeree ci dicono che hanno bisogno di almeno 18 mesi per prepararsi”.
Spesso, amici, cambiare è un po’ “morire” e per “risorgere” non bastano certo 3 giorni! Nel caso delle Compagnie aeree, per esempio, cambiare orari vuol dire ridefinire tutto il mercato che vi ruota intorno, dagli slot alle fasce orarie di decollo e di atterraggio. Insomma, già solo per il mondo dell’aviazione civile, abolire il doppio cambio dell’ora nel prossimo anno non è qualcosa di immediatamente fattibile.
Ai dubbi posti dall’Austria si sono aggiunti quelli della Danimarca. Anche il Ministro danese Ole Birk Olesen ritiene troppa frettolosa l’iniziativa del team di Juncker. “Abbiamo bisogno di un dibattito pubblico approfondito su questo. Abbiamo bisogno di più tempo per avere la posizione danese sul cambio”, ha sostenuto. Insomma, a detta di alcuni Stati membri tutto questo cambiamento rischia di essere un pasticcio.
È sempre così: tra il dire e il fare c’è sempre di mezzo il mare! Allora, per evitare navigazioni perigliose, per ora l’abolizione del doppio cambio dell’ora può attendere. La diatriba tra la Commissione europea di Juncker, pronta a far entrare subito in vigore l’ora legale perpetua a partire dal 2019, e la Presidenza (austriaca) del Consiglio Ue che chiede tempi ben più lunghi, è appena cominciata. Lo stop posto al team di Juncker dall’Austria appare forte e chiaro: “Se si intende farlo nel 2019, come suggerito dalla Commissione, questo non sarà sostenuto dalla maggioranza degli Stati membri”, come ha messo in chiaro il Ministro austriaco dei trasporti, Norbert Hofer, in occasione della riunione informale del Consiglio Ambiente e Trasporti a Graz, in Austria.
Cari amici, penso anch’io che la fretta è sempre stata una cattiva consigliera. La preoccupazione della Presidenza austriaca, che vorrebbe evitare cambiamenti frettolosi, appare giustificata. “Dobbiamo stare attenti a non finire con un mosaico di fusi orari in tutta Europa”, è stato ribadito.
Insomma, il sunto della diatriba è questo: si può certamente entrare nell’ordine di idee di abolire il doppio cambio dell’ora mantenendo l’ora legale tutto l’anno, se questo può essere ritenuto necessario, ma “il cambio” deve essere opportunamente predisposto, consentendo i tempi tecnici giusti, senza creare caos o danni. Nel caso in parola, sostiene l’Austria, potrebbe essere fatto partire magari nel 2021, in questo caso ci sarebbe tutto il tempo per prepararsi.
Amici, non dimentichiamo un particolare: in Primavera in Europa ci saranno le elezioni; cosa succederà con i nuovi eletti? Chissà!
A domani.
Mario
                                                   Salvador Dalì, orologi sciolti

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