venerdì, novembre 02, 2018

IN GUATEMALA LA GIUNGLA NASCONDEVA UNA SPLENDIDA CITTÀ MAIA, CON PIÙ DI 60.000 COSTRUZIONI.


Oristano 2 Novembre 2018
Cari amici,
La scoperta può essere considerata davvero eccezionale. Sotto la selva tropicale del Guatemala, totalmente occultata all’occhio umano dalla fitta boscaglia, giaceva un'enorme città Maya. Si, una città di grandezza incredibile: costituita da più di 61.000 costruzioni; la rilevazione è stata possibile grazie ad uno speciale tipo di radar basato su un particolare laser, il LiDAR, che è stato in grado di monitorare dall'alto una vasta area di oltre 2.000 chilometri quadrati. La scoperta, descritta sulla rivista Science dall'Università di Tulane in Louisiana, ha consentito ora di fornire elementi utili per approfondire molti aspetti della storia di quell'antica civiltà, a partire dalla demografia fino all'agricoltura praticata ed all’economia vigente.  
Questa città era rimasta finora totalmente sconosciuta, in quanto la fitta selva tropicale che ora si estende sopra riesce a nascondere perfettamente tutto quello che giace sotto il grosso strato di foglie e humus; come ha commentato Annabell Ford, dello staff dell'università della California di Santa Barbara che ha partecipato allo studio, "E' praticamente impossibile vedere qualcosa dall'alto sopra la fitta selva in Guatemala, per via dello strato di foglie, rami e terra prodotto dagli alberi".
Della civiltà Maya esistono certamente diverse altre testimonianze importantissime, ma molto c'è ancora da scoprire in quanto, proprio per via della folta vegetazione tropicale risulta troppo complicato scoprire nuovi siti Maya, in particolare nell'area centrale delle pianure in cui essi vivevano, e avere quindi dati più certi sulla loro urbanizzazione, uso della terra e organizzazione politica.
Ora, grazie alla mappatura aerea del LiDAR, tecnica di telerilevamento che permette di determinare la distanza di un oggetto o di una superficie utilizzando un impulso laser, il gruppo guidato da Marcello Canuto, ha potuto scoprire le antiche strutture, le strade e diversi aspetti dell'agricoltura praticata su vasta scala. Le aree finora mappate sono state 12, poste nella zona di Peten in Guatemala, cosa che consente ora di raccogliere molti dati sulle caratteristiche di questa zona.
Le analisi, in parte effettuate e altre ancora in corso, hanno finora consentito di poter stimare che nel periodo Tardo classico, cioè tra il 650 e 800 d.C., in quell'area erano presenti oltre 11 milioni di persone. A quel punto gli scienziati si sono posti il problema: una popolazione di tali dimensioni, per soddisfare le esigenze alimentari di un tal numero di individui, doveva per forza di cose aver praticato un'agricoltura razionale, estesa e specializzata, diversa da quanto si era pensato finora, provvedendo, con molta probabilità, a modificare anche in modo complesso il territorio naturale preesistente. Ci vuole tecnica, capacità e intelligenza organizzativa, per convertire ad uso agricolo una zona comprendente numerose paludi e abbondanti acquitrini sicuramente riconvertiti alla coltivazione.
Tecnica e capacità non comuni, quindi, quelle in possesso dei Maya, se si pensa che è stata pure rinvenuta una vasta rete di strade che collegavano tra loro città anche distanti, alcune delle quali ben fortificate. 
Amici, sono certo che molte altre meraviglie si celano ancora nella giungla dell’America Centrale, considerato che la scoperta di cui parliamo può essere considerata la “più grande scoperta archeologica degli ultimi 150 anni". Si, grazie alla nuova tecnologia LiDAR d’ora in poi sarà più facile individuare siti archeologici importanti, senza andare a lume di naso.
Questa prima, importante, scoperta si deve ad un team di ricercatori che agivano sotto l’egida della PACUNAM Foundation, un’organizzazione no-profit guatemalteca impegnata nello sviluppo sostenibile e nella valorizzazione del patrimonio storico e naturalistico del Guatemala; questo team ha condotto una serie di rilevamenti col LiDAR, nell’area della Mayan Biosphere Reserve. È questa un’area tutelata dall’UNESCO, posta nella provincia di Petén, al confine tra Guatemala e Messico, tutta coperta da una lussureggiante jungla.
Uno dei grandi templi Maya scoperto in precedenza
E in questo luogo infatti che sono ubicati i più importanti siti archeologici riconducibili alla civiltà Maya, come la famosa città di Tikal. Ciò che gli archeologi e gli altri studiosi del progetto (sponsorizzato dalla rivista National Geographic, che si voleva assicurare l’esclusiva della scoperta), hanno ora messo in luce è stata davvero straordinario. Finalmente si è potuto appurare cosa nascondeva quella fitta vegetazione della giungla guatemalteca, che impediva di effettuare ogni osservazione aerea convenzionale, così intricata e inospitale da rendere assai difficili anche le spedizioni terrestri!
Straordinari templi e strutture spettacolari dei Maya
Ecco allora la meraviglia di poter iniziare a vedere le immagini straordinarie di centinaia di rovine di edifici e di altre strutture realizzate durante l’epoca Maya, rimaste finora del tutto sconosciute agli archeologi. Sono resti di templi, di abitazioni, di edifici pubblici, di grandi strade sopraelevate e di canali di irrigazione, rovine di ponti, fortificazioni e altre infrastrutture ancora non del tutto identificate.
La piramide dei maya vista con il LiDAR
La scoperta costringerà ora gli studiosi a rivedere le proprie convinzioni sulla civiltà e la cultura dei Maya, a partire dal numero dei suoi abitanti finora stimati in circa 5 milioni. Ora gli studiosi sono convinti che la civiltà Maya fosse molto più avanzata e prospera di quanto si pensasse, arrivando a contare almeno 10 o anche 15 milioni di persone. Una scoperta che rivaluta le civiltà fiorite nel Centro e Sud America, ritenute finora inferiori, quanto a grandezza e sofisticazione, a quelle che fiorirono contemporaneamente in Europa e Asia.
Cari amici, come potete vedere dalle immagini (Fonte: www.news.nationalgeographic.com), quella Maya si è rivelata una civiltà straordinariamente ricca e tecnologica, capace di competere ad armi pari con quelle nostre, quelle del vecchio Continente!
Grazie, amici, a domani.
Mario


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