sabato, novembre 03, 2018

ARBOREA: QUANDO NELLA CITTÀ DELLA BONIFICA SI COLTIVAVA E SI LAVORAVA IL TABACCO. ORA IL TABACCHIFICIO, BENE IDENTITARIO, È STATO CEDUTO DALLA REGIONE AL COMUNE.


Arborea, il centro con la Chiesa nello sfondo
Oristano 3 Novembre 2018
Cari amici,
Che la Burocrazia in Italia sia un mostro invincibile, capace con una miriade di bizantinismi di rallentare, se non addirittura di far desistere chiunque cerchi di mettere in moto iniziative anche validissime, è cosa ormai più che nota. Burocrazia che, come nel caso che voglio riportare oggi su questo blog, ha impiegato ben 10 anni per perfezionare il passaggio di un bene dalla Regione sarda al Comune di Arborea, seppure già autorizzato dalla Giunta Regionale nel 2008. Una storia, quella che voglio raccontare a Voi oggi, fedeli lettori del mio blog, che ci riporta indietro nel tempo, ai primi anni del dopoguerra.
Nel 1946, a guerra appena finita, durante il Governo De Gasperi e con Antonio Segni Ministro dell'Agricoltura, fu messa in atto una importante Riforma Agraria. In Sardegna nel 1951 nasce l'ETFAS, l'Ente per la trasformazione fondiaria e agraria della Sardegna. Il progetto messo in campo è ambizioso: esproprio delle terre incolte, vasti piani di colonizzazione e di trasformazione agraria, con bonifica delle zone paludose, realizzazione di dighe, canali, acquedotti e strade. Con l'accorpamento e la ridistribuzione dei terreni espropriati si creano dei poderi che vengono dati ai contadini, “assegnatari” degli appezzamenti divenuti produttivi.
Ad Arborea, nata nel periodo fascista come Mussolinia, l’innesto dei coloni veneti in terra sarda funzionò bene fin dall’inizio e l’attività agricola e zootecnica crebbe in continuazione, portata avanti dalla Società Bonifiche Sarde. I terreni bonificati si rivelarono di buona produttività e le colture messe a dimora crebbero di pari passo con l’allevamento del bestiame. 
Negli anni Cinquanta, nell’ambito della riforma fondiaria portata avanti dall’On. Segni, alle colture già in essere ad Arborea si decise aggiungere quella del tabacco, coltivazione già avviata in precedenza in Sardegna, precisamente in Ogliastra; si supponeva, infatti, che nell’agro di Arborea la nuova coltura potesse funzionare a dovere, data la presenza costante di acqqua. L’attività iniziò così nel 1959.
La scelta di produrre la celeberrima Nicotiana Tabacum anche nella piana di Terralba-Arborea fu fatta dall’ETFAS di concerto con il Ministero dell’On. Antonio Segni, che intendeva introdurre anche in Sardegna la coltivazione del tabacco a carattere industriale. Ebbe così iniziò la coltivazione della preziosa dicotiledone, supportata da esperti provenienti da altre regioni d'Italia, che applicarono in Sardegna metodi agrotecnici ed industriali di notevole valore. 
La scommessa fatta su Arborea fu vinta e la qualità raggiunta dalla produzione fu notevole. Nel tabacchificio appositamente costruito veniva concentrato il prodotto raccolto, e, appositamente imballato, veniva poi consegnato alla locale Agenzia dei Monopoli di Stato di Sassari; quanto fornito era ritenuto eccellente, di piena soddisfazione, sia per qualità che per quantità, in considerazione anche del fatto che non vi erano state esperienze precedenti. L’attività del tabacchificio di Arborea funzionò bene per circa un decennio, chiudendo poi i battenti nei primi anni Settanta del secolo scorso.
Il grande edificio con la corte intorno, come spesso accade per le strutture dismesse che entrano presto nel dimenticatoio, rimase a lungo inutilizzato, nonostante fossero stati ipotizzati dall'Amministrazione comunale di Arborea nuovi e interessanti utilizzi. Gli ampi locali abbandonati, quasi come mummie imbalsamate, come corpi difficili da risvegliare, continuarono a restare in sonno. Si, amici, un sonno che l’ex tabacchificio di Arborea non meritava, in quanto il Comune continuava a chiedere alla Regione la cessione del bene, perchè necessario alle esigenze della cittadina. I due ampi edifici principali e quello secondario adibito a ufficio pesa, infatti, non solo sono situati in prossimità del centro urbano, ma risultano posti su un’area di 18.000 metri quadrati, all’interno della zona urbanistica dedicata agli imprenditori e agli artigiani.

Amici, nonostante la delibera favorevole della Giunta regionale del 2008, sono trascorsi 10 anni prima che l’atto di cessione dalla Regione al Comune si sia potuto perfezionare. Ora, finalmente “il dado è tratto”: al prezzo simbolico di un euro, la Giunta regionale ha formalizzato, in favore del Comune di Arborea, la cessione dell’immobile. Ora esso potrà vivere una nuova vita, diventare una bella vetrina espositiva per le imprese, stante anche la felice posizione all’interno dell’area urbanistica artigianale.
La Sindaca di Arborea Manuela Pintus ha avuto modo di esprimere la sua soddisfazione con queste parole: “Finalmente l’acquisizione si è conclusa ed ora il Comune, proprietario del bene, può avviare tutte le procedure necessarie per consentire, spero a breve, non solo di recupere strutturalmente uno spazio importante, ma soprattutto avere la possibilità di dedicare gli edifici e gli spazi adiacenti agli imprenditori e agli artigiani che da tempo hanno manifestato l’esigenza di poter disporre di aree attrezzate destinate alla trasformazione e vendita di servizi e prodotti del settore”. 
Personalmente sono certo che il nuovo utilizzo che il Comune vuole dare all’ex manifattura tabacchi, un bene che Arborea considera identitario, sarà consono e adeguato e potrà fargli rivivere una felice e rinnovata vita nuova.
Cari amici, se è vero che “tutto è bene ciò che finisce bene”, è anche vero che certa pesante e stritolante burocrazia deve finire. Il caso oggi riportato è una goccia in un mare di negligenze, un granello di sabbia in una grande distesa di noncuranza; la burocrazia è "una casta", un mix di onnipotenza di potere, di autoritarismo privo di autorevolezza, di arroganza, di imposizione e vessazione, che getta alle ortiche il dialogo costruttivo e la giusta mediazione. Si, certa burocrazia è come un'erba cattiva, come la gramigna, che stritola anche l'asfalto e la roccia, davvero difficile da sradicare.
A domani.
Mario

 L'ex tabacchificio di Arborea

Nessun commento: