venerdì, aprile 30, 2021

LE API, LA NATURA E LA RIPRODUZIONE. SENZA LE API, PRINCIPALE VEICOLO PER L’IMPOLLINAZIONE DEL MONDO VEGETALE, DOVREMO DIRE ADDIO A BUONA PARTE DEL CIBO CHE MANGIAMO.


Oristano 30 aprile 2021

Cari amici,

Ho voluto chiudere i post di aprile tornando su un argomento che non dovremmo mai sottovalutare: la presenza delle api. Su questo blog ho parlato molte volte delle api e della loro funzione nel mondo. Ho fatto il resoconto della loro vita, della loro organizzazione (sotto certi aspetti perfetta), dei meravigliosi prodotti che loro ci regalano come il miele, e anche della loro insostituibile funzione svolta nel perfetto ciclo naturale produttivo: quella di essere gli insetti considerati i maggiori impollinatori del mondo vegetale.  

La perfezione dei meccanismi naturali ha fatto sì che nel tempo avvenisse una “co-evoluzione” tra le piante e gli insetti impollinatori. Gli insetti pronubi e le piante a impollinazione entomofila sono legati da un rapporto di mutua dipendenza, in cui gli insetti dipendono dalle piante come fonti alimentari, mentre le piante dipendono dagli insetti per la loro riproduzione. Le angiosperme (piante con fiori) si sono differenziate fin dal Cretaceo, circa 90 milioni anni fa, sviluppando tempo per tempo caratteristiche finalizzate ad attirare gli insetti impollinatori: forme, colori, odori e strutture florali, ma soprattutto ricambiando con le cosiddette “ricompense”, cioè mettendo a disposizione nettare e polline.

A loro volta le api, nel corso dei secoli di co-evoluzione, si sono diversificate per rispondere alle differenti strutture fiorali, sviluppando le diverse, necessarie caratteristiche. In questo mutuo, reciproco scambio di favori, le api sono così assurte al ruolo di insetti impollinatori fra i più importanti, tanto da essere considerate la chiave di volta degli ecosistemi, sia naturali che agricoli. Senza le api, per fare un esempio, vedremo sparire dalle nostre tavole molta frutta, verdura, caffè e cioccolato. E non è tutto!

Nel mio post su questo blog del 23 Novembre 2012 (questo è il link che, se volete, potete utilizzare per leggere quanto scrissi, http://amicomario.blogspot.com/2012/11/lo-straordinario-mondo-delle-api.html), ebbi occasione di scrivere che il connubio tra uomo e ape, esiste fin dal neolitico (5.000-7.000 a.C.), come può essere rilevato da una rappresentazione rupestre rinvenuta in Spagna nei pressi di Valencia, a Cueva de la Arana, intorno agli anni ‘20 del Novecento; in quest’immagine vi è raffigurata una persona (forse una donna) sospesa da liane con una bisaccia e numerose api che le ronzano attorno mentre sta raccogliendo alcuni favi di miele da un anfratto di roccia. Le api e l’uomo, insomma, costituiscono oggi come ieri un sodalizio indispensabile, perché altrimenti la vita nel mondo cambierebbe in maniera drammatica.

Amici, se le api sono presenti da così lungo tempo sulla faccia della Terra un motivo ci sarà, e uno dei motivi più importanti e che dalle api dipende il 35% della produzione globale di cibo nel mondo. Ciò nonostante, per cause che spesso ben conosciamo, la loro popolazione continua a ridursi drasticamente con conseguenze che domani potrebbero diventare addirittura catastrofiche. L'80% delle circa 1.400 piante che nel mondo producono cibo richiede, infatti, l'impollinazione di api, vespe, farfalle, falene, coleotteri e persino uccelli e pipistrelli. È grazie al loro lavoro che possiamo mangiare mele, albicocche, pesche, ciliegie, pere, fragole, zucchine, zucche e pomodoro.

Dobbiamo anche prendere atto che pure la produzione di carne e latticini è collegata al lavoro degli impollinatori. Le mucche negli allevamenti estensivi si nutrono prevalentemente di erba medica, che richiede l'impollinazione di api e altri insetti. Dobbiamo davvero stare molto attenti, perché se venissimo privati di varie tipologie di frutta e verdura vedremmo impoverirsi la nostra dieta, anche per quel che riguarda nutrienti fondamentali come la vitamina C e il calcio. Il WWF ha già fermamente ribadito che è necessario e urgente tutelare gli impollinatori, sempre più falcidiati dai prodotto di sintesi che vengono utilizzati in agricoltura.

Si, amici, uno dei problemi più gravi che le api e gli altri insetti impollinatori devono affrontare è la crescente presenza di pesticidi che li stanno decimando. È tempo (l’ho detto e ridetto anche in numerosi post su questo blog) che certo pesticidi vengano proibiti, perché stiamo compromettendo la nostra stessa sopravvivenza sulla faccia della terra! Il WWF ha proposto di introdurre una forte tassa sui pesticidi, cosa che incoraggerebbe gli agricoltori ad adottare sempre più metodi biologici nelle coltivazioni, utilizzando prodotti naturali meno dannosi per l'ambiente e per gli impollinatori. Ma si continua ad ignorare il problema.

Cari amici, è tempo di cambiare registro. L’uomo nel suo innato egoismo continua da tempo a chiedere troppo alla natura, violandone le leggi e sconvolgendo i cicli naturali, maturati nel corso dei millenni. Lo vediamo ogni giorno che passa cosa significa violare la natura e le sue regole! Anche il Covid, saltando al altro argomento, è frutto delle innumerevoli violazioni che l’uomo continua a perpetrare! Saremo in grado di fare ammenda e capire l’errore?

A domani.

Mario

 

1 commento:

Ilaria Rosiello ha detto...


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