Oristano 18 novembre 2025
Cari amici,
La natura, che ha
perfezionato nel corso dei millenni le sue regole, distribuendo nelle varie
parti del mondo specie vegetali e animali, REGOLANDONE L'QUILIBRIO, è un “Unicum” che, credo, non debba
mai essere violato dall’uomo, in quanto sconvolgere questo equilibrio può causare
danni ingenti e spesso irreversibili. Tanti gli esempi che dimostrano la
rottura di questo fragile equilibrio, con l’introduzione di specie aliene in zone non naturalmente previste dove diventano invasive, creando importanti
perdite di biodiversità, con un forte impatto significativo sul funzionamento degli
ecosistemi. Ecco, oggi voglio riflettere con Voi su uno di questi improvvidi interventi effettuati dall’uomo: l’introduzione dei conigli in Australia.
Oggi possiamo considerare
questa “errata introduzione” una storia antica, essendosi verificata nel 1859.
Ma ripercorriamo insieme quanto accadde. In quei tempi l’Australia era
considerato un mondo nuovo, che iniziava ad essere colonizzato in gran parte
dall’Europa. Ebbene, un certo Thomas Austin dimorante nello Stato di
Victoria, grande amante della caccia sportiva, liberò nella sua tenuta 24
conigli europei, animali fino ad allora sconosciuti in Australia. Un gesto
apparentemente semplice, ma che cambiò radicalmente l’equilibrio naturale di
quel Continente.
Questi animali trovarono,
in quei vasti e vergini luoghi, un ambiente ideale, alquanto simile a quello
europeo, ma privo di predatori naturali! Come ben sappiamo il coniglio è un
animale alquanto prolifico, con una riproduzione veloce che può arrivare fino a
sei cucciolate l'anno. Basti pensare che in pochissimo tempo (nel 1920) i
conigli si erano moltiplicati arrivando ad un’invasione che arrivò a contare
miliardi di esemplari! Il loro consumo di foraggio produsse una forte erosione
del suolo, desertificazione e impatti gravissimi sull’agricoltura. Per
l’Australia fu un costo enorme: attorno ai 350 milioni di dollari l’anno.
Amici, questa crescita
esponenziale senza precedenti possiamo immaginare l'effetto che ebbe
sull'ambiente: fu veramente devastante! Un cambio sconvolgente si abbatté sull’equilibrio
precedente: non solo – come detto prima - sul suolo, con la scomparsa della vegetazione
nativa e la desertificazione, ma anche sulle numerose specie autoctone,
soprattutto i piccoli marsupiali, che furono spazzate via. Un danno terribile, con
tanti agricoltori in ginocchio, colpiti economicamente in modo ingente.
Ovviamente si tentò di rimediare al terribile danno.
Nel tentativo di
contenere il problema, si cercò di trovare dei possibili rimedi. Oltre ad
introdurre delle lunghe recinzioni, si introdussero delle volpi rosse anch'esse
alloctone, che però peggiorarono la situazione. Come per i conigli, esse si moltiplicarono
per l’assenza di predatori, iniziando a fare stragi di volatili e marsupiali
autoctoni dell’Australia, che non avevano difese nei confronti di questo
insolito carnivoro. Il progetto, a quel punto, si rivelò un completo fallimento,
con un ulteriore sconvolgimento del precedente ecosistema. La rapida diminuzione dei
numerosi uccelli, divorati dalle volpi rosse, fecero aumentare il numero degli insetti, prima
mangiati dagli uccelli, aumentando così quella catastrofe indotta dall’introduzione
dei conigli, e che furono tra le cause della massiccia siccità degli Anni ’20.
Durante questa fase, migliaia di koala vennero sterminati, sia per sfamare le
persone che per la falsa voce che potessero essere loro i responsabili di
questo enorme squilibrio nell’ecosistema.
Nel 1950, dopo diversi
studi scientifici, si misero in atto le guerre biologiche. La scienza mise a
disposizione un rimedio: diffondendo tra i conigli il virus della mixomatosi,
capace di decimarli al 99%. Tuttavia, la lotta non fu semplice: dopo la morte
di un gran numero di conigli, la specie si adattò velocemente al virus,
sviluppando una certa resistenza. Dopo la scomparsa di 500 milioni di conigli,
i sopravvissuti svilupparono una risposta organica alla malattia e i loro figli
risultarono essere immuni al virus. Quelli di oggi sono gli eredi di quei 24 esemplari
introdotti come “specie aliena” nel 1859.
Questo episodio, cari
lettori, è divenuto metafora e allo stesso tempo ammonimento, circa la
complessità degli equilibri naturali e delle conseguenze, spesso imprevedibili, causate
dagli improvvidi interventi umani sugli ecosistemi. L’introduzione di specie
aliene, come quella dei conigli in Australia, è un grande esempio del cattivo
comportamento dell’uomo, che anche oggi continua a violare i millenari equilibri degli
ecosistemi naturali. Quello riportato è solo uno dei tantissimi esempi che
continuano oggi come ieri (di esempi se ne potrebbero fare migliaia, come ad
esempio il recente problema del granchio blu), e che costituiscono la prova evidente
delle terribili devastazioni che le specie invasive possono causare negli
ecosistemi locali.
Cari amici, è tempo che l’uomo smetta di
giocare con l’ambiente!
A domani.
Mario








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