giovedì, novembre 06, 2025

ARRIVA ANCHE IN ITALIA LA “RISI-PISCICOLTURA”: COLTIVARE RISO E ALLEVARE PESCI NELLA STESSA ACQUA. SI RADDOPPIA L’OBIETTIVO: MENO PRODOTTI CHIMICI E MAGGIORE EQUILIBRIO ECOLOGICO.


Oristano 6 novembre 2025

Cari amici,

La pratica agricola delle “RISIPISCICOLTURA” è arrivata di recente anche in Italia; non è, in realtà, una vera innovazione, perchè, soprattutto in Cina e in Vietnam, questo sistema misto viene praticato da secoli. Il principio è semplice e allo stesso tempo efficace: i pesci vengono introdotti nelle risaie dopo la semina e convivono con le piante di riso per tutta la durata del ciclo vegetativo. Ovviamente sono pesci comuni d’acqua dolce, come tinche e carpe o altre specie compatibili con l’ambiente della risaia, come il piccolo pesce giapponese medaka (Oryzias latipes).

Questo connubio tra coltivazione del riso e allevamento di pesci svolge nella risaia un ruolo cruciale. I numerosi pesci presenti si nutrono di larve di insetti, di alghe e di piccoli organismi dannosi per il riso, sostituendo così l’uso di pesticidi ed erbicidi; inoltre, le loro deiezioni, costituiscono un fertilizzante naturale, arricchendo il terreno di sostanze organiche e migliorandone la fertilità. Il risultato? La creazione di un ecosistema autosufficiente, in cui ogni elemento contribuisce alla salute dell’altro: il riso fornisce ombra e microhabitat ai pesci, e loro tengono l’acqua pulita, rendendola più ricca di nutrienti.

Amici lettori, indubbiamente questa doppia produzione crea indiscutibili benefici, sia dal punto di vista ambientale che economico. Ambientale, in quanto si ha una buona riduzione dei fitofarmaci di norma utilizzati nelle risaie tradizionali per controllare lo sviluppo di alghe e i numerosi parassiti; Economico, in quanto la presenza dei pesci, che riduce drasticamente la necessità di intervenire chimicamente, e in cambio diventa un buon introito economico. In sintesi: si ottiene un impatto ambientale più basso un prodotto finale più naturale con maggiore ritorno economico. E non è tutto.

Un altro beneficio rilevante è il miglioramento della biodiversità. L’ambiente della risaia “abitata” dai pesci diventa un rifugio per anfibi, insetti utili e uccelli acquatici, creando un microcosmo vitale che rafforza l’equilibrio ecologico del territorio. L’acqua rimane più pulita, la terra più fertile e le coltivazioni successive ne traggono vantaggio. Per il risicultore, poi, c’è il beneficio economico, ovvero una aggiuntiva fonte di reddito, rendendo la pratica interessante anche per le piccole aziende agricole che puntano sulla multifunzionalità e sulla sostenibilità.

Come prima accennato, da un po’ di anni, questa antica coltura orientale ha trovato casa anche in Italia, in particolare nel Ferrarese. Le varietà di riso coltivate sono Arborio e Carnaroli. Queste varietà vengono coltivate secondo questa tecnica, con risultati alquanto positivi. Gli avannotti (piccoli appena nati di specie ittiche autoctone) vengono introdotti nelle risaie, e, durante la crescita, si nutrono di larve di insetti potenzialmente dannosi per la coltura. Grazie alla loro presenza, si sviluppa un ambiente favorevole alla crescita del riso e si preserva la biodiversità tipica delle risaie. Poco prima della raccolta, la risaia viene svuotata e l'acqua defluisce nei canali. I pesci, ormai cresciuti, vengono rilasciati nei corsi d'acqua, dove continuano a contribuire alla tutela dell’ecosistema e del territorio.

Per far conoscere su larga scala questo nuovo tipo di coltura nel nostro Paese, di recente sugli scaffali di alcuni supermercati italiani è comparso un nuovo prodotto che ha incuriosito molti consumatori: il latte di riso Vemondo con la dicitura “coltivato con pesci in risaia”. L’immagine dell’etichetta, diventata virale dopo la segnalazione apparsa sulla pagina Facebook No signal – Comunicare male, ha suscitato reazioni contrastanti e un certo disorientamento. In molti si sono chiesti cosa significhi esattamente quella frase coltivato con pesci, nel dubbio se si trattava di una scelta di marketing o di un reale metodo produttivo. In realtà, dietro quell’indicazione si nascondeva una nuova (per l’Italia) pratica agricola ben precisa e sempre più diffusa in ambito biologico: la RISIPISCICOLTURA, un metodo sostenibile capace di unire la coltivazione del riso con l’allevamento di pesci all’interno della stessa risaia. La pubblicità aveva uno scopo preciso: invitare il  consumatore a partecipare attivamente alla valorizzazione del paesaggio agricolo e alla tutela della ricchezza naturale delle risaie, sostenendo gli agricoltori che adottano pratiche sostenibili come la risipiscicoltura.

Cari amici, nel mondo questa coltura mista è in continuo aumento. Secondo i dati riportati dalla FAO, l’adozione di questa tecnica ha portato a un incremento della produzione di riso da 6,5 tonnellate per ettaro a 9,3 tonnellate per ettaro. Inoltre la vendita del pesce allevato nei campi di riso ha generato entrate aggiuntive di buon livello per gli agricoltori. Contribuire a salvare il pianeta e migliorare il reddito dei lavoratori agricoli, credo che sia un ottimo risultato!

A domani.

Mario

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