lunedì, agosto 26, 2024

NUBI DENSE SUL SETTORE “TURISMO”: SI STUDIA L'ESTENSIONE E L'AUMENTO DELLA TASSA DI SOGGIORNO, FINO A 25 EURO AL GIORNO!


Oristano 26 agosto 2024

Cari amici,

Sul futuro del TURISMO nella nostra bella Italia, pende una pericolosa spada di Damocle: una rimodulazione dell’attuale “TASSA DI SOGGIORNO”, che arriverebbe fino a 25 euro negli alberghi di lusso. Il Governo, nei confronti del turismo, prepara delle importanti modifiche (per ora ancora in fase di bozza), che, forse inserite in un prossimo decreto, rivolterebbero come un calzino l'attuale imposta di soggiorno, con aumenti non da poco, e, con modifica anche dell’utilizzo, in quanto il ricavato dagli incassi, servirebbe a finanziare non solo il turismo.

Un aumento, a quanto sembra, considerevole, che non è certo visto di buon occhio dagli albergatori, considerato il periodo tra l’altro non facile, che vede una flessione delle presenze in alcune regioni d'Italia, mentre altre appare nella norma. La norma in preparazione dovrebbe prevedere l’estensione dell'imposta di soggiorno a tutti i Comuni che vorranno applicarla (non solo ai capoluoghi o a quelli turistici o considerati città d'arte). In più potrebbe essere rimodulata: si parte da un importo fino a 5 euro nel caso di costo del pernottamento inferiore a 100 euro e si sale ad un massimo di 25 euro al giorno negli alberghi di extralusso (oltre 750 euro a notte).

Ad esempio, per una camera in un hotel a tre stelle dal prezzo di 100 euro, si pagheranno sino a dieci euro per notte, come se da un giorno all'altro - si fa notare - il peso dell'Iva (che è pari al 10%) venisse raddoppiato, fa sapere Federalberghi. È stabilito anche, scrive ancora l'ANSA, che gli incassi vengano destinati non solo ad interventi nel settore del turismo ma anche a sostenere la raccolta e lo smaltimento dei rifiuti. il cambio del “vincolo di destinazione del gettito” appare sbagliato, in quanto nato per il sostegno delle attività turistiche, la promozione e la commercializzazione del turismo.

La Federalberghi si mostra alquanto contraria alla proposta che sta circolando negli ambienti governativi, proposta che autorizzerebbe ad applicare l'imposta di soggiorno in tutti i 7.904 comuni italiani (oggi la possono applicare solo i capoluoghi di provincia, le unioni di comuni e i comuni turistici) oltre che aumentarne l'importo. «Le imprese del turismo non condividono la proposta di aumentare ulteriormente l'imposta di soggiorno. Il settore, che è tra i primi a contribuire alla crescita del PIL e dell'occupazione, ha da poco rinnovato il Contratto collettivo nazionale di lavoro, sobbarcandosi un onere rilevante. L'obiettivo comune dev'essere quello di sostenerne la crescita, non quello di frenarla» sostiene l’associazione con forza.

Federalberghi chiede al Governo di "imporre una corretta disciplina di bilancio agli Enti Locali, anziché fornirgli gli strumenti per peggiorare la situazione”. Anche Confindustria Alberghi fa muro contro la norma allo studio, perché le strutture recettive non possono essere "un mero bancomat per i Comuni". La presidente Maria Carmela Colaiacovo si dice "sorpresa" che "dopo mesi di dialogo proficuo e di confronto" si proceda "improvvisamente all'approvazione di un testo" che sembrerebbe far saltare "alcuni dei capisaldi su cui si innestava la riforma in discussione". Vale soprattutto per il vincolo di destinazione del gettito, nato per il sostegno delle attività turistiche, e che "invece di rafforzarsi sembrerebbe venir meno" per coprire i costi del servizio rifiuti.

L’imposta di soggiorno in essere prevede ora il versamento di un importo che oscilla tra 1 e 10 euro. Questa particolare tassa fu reintrodotta nel 2011, dopo la sua abolizione avvenuta 20 anni prima. I numeri attuali della tassa di soggiorno (dati del 2023) evidenziano un importo globale incassato, complessivamente, di 702 milioni di euro. Per i Comuni più grandi, come Roma che applica un prelievo medio di 5,5 euro (10 euro nelle strutture di lusso), ha significato incassi superiori ai 100 milioni di euro l’anno.

Cari amici, seppure il Ministero del Turismo abbia voluto per il momento fare una precisazione, per quanto di sua competenza: "Non si sono ancora concluse le interlocuzioni con le associazioni di categoria e gli altri attori istituzionali in vista di una possibile proposta di modifica della disciplina dell’imposta di soggiorno. Il dialogo proseguirà a settembre", la realtà attesa è che, salvo qualche variazione, la modifica ci sarà e sarà pesante. Forse si pensa che il settore TURISMO regga, ma personalmente credo sia un grosso errore: appannare un settore come quello del Turismo, è un suicidio, perchè la concorrenza estera è sempre più agguerrita!

A domani.

Mario

 

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