Oristano 16 agosto 2024
Cari amici,
La nostra mente non dorme
mai! Sia quando siamo operativo che, quando cerchiamo il riposo per ricaricare
le energie, il cervello è sempre attivo e in funzione. Insomma, la nostra mente
è un computer che non ha pause, in quanto resta operativa anche nella fase di
riposo. La risultante di questo processo continuo, che mai si ferma, fa sì che non
riusciamo mai a smettere di pensare, rimuginando soprattutto quel “qualcosa
che ci preoccupa” e che, al momento, non sembra trovare una soluzione.
Questo processo mentale è
chiamato in termine tecnico «RUMINAZIONE
MENTALE», e risulta alquanto pericoloso per la nostra salute, per cui risulta
necessario affrontarlo, senza lasciar passare troppo tempo. La “Ruminazione”, come
accennato, è un problema provocato dai pensieri negativi e dalle preoccupazioni
derivanti da problematiche che mettono a rischio il futuro, per cui va
analizzata e diagnosticata per evitare i possibili, pericolosi danni.
Amici, ci sono sempre più
persone che sono colpite da questa tendenza a pensare e ripensare
ad episodi ed esperienze negative della propria vita, diventandone così
succubi. Gli studiosi in una recente ricerca, pubblicata sul Journal of
Developmental Cognitive Neuroscience, hanno appurato che questa tendenza è
sostenuta da un particolare schema di attivazione di alcune aree cerebrali. La
ricerca è stata realizzata analizzando un gruppo di ragazze adolescenti, che
sono state esposte ad un’esperienza virtuale di respingimento sociale, mentre
erano studiate attraverso la Risonanza Magnetica funzionale del cervello.
È questa una tecnica che
consente di «vedere in diretta» l’attivazione delle singole aree cerebrali. «Alti
livelli di ruminazione psicologica sono risultati associati a un maggior
livello di attività in aree come il precuneo, un centro di smistamento
cerebrale implicato nel processamento di informazioni rilevanti l’identità
personale», hanno accertato gli autori dello studio. Il precuneo, assieme
ad altre aree come la corteccia prefrontale mediale e la corteccia cingolata
posteriore, sono regioni che si attivano quando si pensa a se stessi, alle
proprie esperienze e alla rielaborazione dei ricordi.
Come ha dichiarato Amanda
Guyer, del Center for Mind and Brain dell’University of California di
Davis, che ha coordinato la ricerca, «Tutti noi facciamo esperienza di
respingimenti da parte degli altri, ma l’esperienza non è uguale per ognuno di
noi». «Riuscire a identificare i processi cerebrali che generano delle
differenze nella tendenza a ruminare i pensieri, può aiutarci a evitare che la
ruminazione possa fare danni a lungo termine», ha concluso la Guyer, coordinatrice
della ricerca.
Amici, continuare ad
angosciarci con questi pensieri negativi, pensando e ripensando agli eventi
sfavorevoli della vita, è un serio fattore di rischio, fonte di ansia e di depressione,
che, in particolare nel periodo dell’adolescenza, porta a seri disturbi, come
quelli alimentari e del sonno. In particolare sono maggiormente le ragazze
quelle che sono più frequentemente soggette a questo tipo di fenomeno rispetto
i ragazzi. Un ruolo importante nel creare questi fenomeni di ruminazione è svolto
dal possibile rifiuto, subito da parte del gruppo dei pari, all’ingresso nella
compagine. La ricerca coordinata da Amanda Guyer, per accertarlo, ha simulato
in laboratorio questo genere di situazioni. «L’adolescenza comporta soprattutto
per le ragazze una sensibilità particolarmente spiccata nei confronti dei
rapporti sociali, con un aumento delle emozioni riguardanti il sé e con il
relativo rischio di ruminazioni psicologiche», hanno concluso gli autori dello
studio.
Ebbene, una volta che ci
accorgessimo di essere in preda a queste “Ruminazioni”, dobbiamo fare di tutto
per cercare di liberarcene. Ecco i possibili consigli suggeriti dagli esperti: 1.
In primo luogo proviamo a distrarci, cercando di interrompere il ciclo
dei pensieri negativi. 2. Proviamo a concentrarci ipotizzando le soluzioni:
invece di ripensare le cose all'infinito, cerchiamo di riflettere sulla
situazione, elaborando un piano per affrontarla. 3. Decidiamoci ad agire:
una volta pensato a come rimediare alla situazione o al problema, affrontiamolo
usando il piano stabilito, concretizzandolo un passo alla volta. 4. Mettiamo
in discussione i pensieri e poi lasciamoli andare: mai pensare troppo a ciò
che è successo o ci è accaduto. Proviamo a guardare la cosa dall’esterno, senza
angosciarci. 5. Riflettiamo sui motivi per cui il fatto è successo, cercando
di capirne le motivazioni, in modo da gestire al meglio, in futuro, la
situazione.
Cari amici, il consiglio
è quello di evitare in tutti i modi che la «RUMINAZIONE MENTALE» prenda il
sopravvento sulla nostra vita, facciamolo affrontando i problemi che l’hanno
causata con forza e determinazione, e in questo modo possiamo salvaguardare la
serenità e la salute della nostra vita!
A domani.
Mario
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