giovedì, marzo 21, 2024

IL MEGALITISMO IN SARDEGNA: I MENHIR DI LACONI. LA LEGGENDA DE “SA PERDA E’IDDOCCA”.


Oristano 21 marzo 2024

Cari amici,

La Sardegna, storicamente parlando è proprio un immenso museo a cielo aperto, una straordinaria "terra ricca di antichi, misteriosi riti". Può capitare, per esempio, a chi chi si addentra in campagna, in particolare nel periodo autunnale o primaverile, magari alla ricerca di funghi o asparagi, di trovarsi di fronte delle gigantesche pietre 'infisse per terra', con scolpiti degli strani segni. Sicuramente pietre alquanto strane a chi non conosce un minimo di storia sarda, ma note a chi ha almeno una prima infarinatura della nostra antichissima cultura. Sono pietre presenti un po' in tutta l'isola, ma in particolare nella zona di Laconi, dove si può osservare una lunga fila di queste pietre conficcate a terra (sono Sas Perdas fittas): sono le tracce di una civiltà ancora più antica di quella nuragica, caratterizzata dal fenomeno del megalitismo.

Questo particolare luogo posto nei dintorni di Laconi è noto come “La valle dei Menhir”, dove sono presenti le opere dei nostri antichissimi progenitori, vissuti oltre 5000 anni fa. Laconi, amici, si trova praticamente quasi al centro della Sardegna, nella subregione del Sarcidano, zona collinare posta tra i 400 e i 500 metri d’altitudine. La zona, confinante con le Barbagie (da cui è separata dal fiume Flumendosa), era sicuramente abitata fin da tempi remotissimi, e i Menhir testimoniano proprio questo periodo abitativo, data la presenza di un numero considerevole di queste “Perdas fittas”.

Amici, di Menhir in Sardegna ne sono stati catalogati tanti, sparsi praticamente in tutta l’Isola, ma Laconi è uno dei luoghi che ha restituito il maggior numero di queste antiche pietre. I primi menhir furono rinvenuti nel 1969, poi i ritrovamenti si sono moltiplicati in tutta l’Isola, anche se Laconi e il Sarcidano rappresentano uno dei luoghi dove i ritrovamenti, oltre che più numerosi, hanno evidenziato lavorazioni delle pietre alquanto particolari, megaliti con delle iscrizioni a volte misteriose, più noti come statue-menhir o statue-stele.

Questi numerosi megaliti rinvenuti nella nostra isola (nel territorio di Laconi se ne contano più di cento) sono ormai universalmente noti come MENHIR, parola bretone che significa “pietra lunga“, e che in Sardegna sono più noti come Perdas fittas o Perdas ficchidas (letteralmente “pietre conficcate”). Ebbene, amici, su queste antichissime pietre, lavorate dai nostri antenati, sono nate nel tempo non poche storie e leggende, una delle quali voglio raccontarla a Voi oggi, cari lettori: è la leggenda de “SA PERDA E’IDDOCCA”, che parla di una Regina nuragica. La storia leggendaria parla dell’antica regina (in Sardegna come ben sappiamo il matriarcato è sempre stato imperante) di un villaggio nuragico, quello di Iddocca, che, accogliendo le richieste dei suoi sacerdoti, aveva deciso di erigere un nuovo nuraghe, per rendere omaggio alle divinità. I lavori iniziarono presto, e mentre in tanti lavoravano e sudavano per erigere il nuovo nuraghe, fu segnalata dalle vedette poste in cima ai nuraghi un’invasione di nemici sbarcati nelle vicine coste (allora le notizie arrivavano con la comunicazione da Nuraghe a Nuraghe); la notizia di un’invasione dal mare preoccupò non poco la regina, visto che i nemici marciavano già verso terra.

La regina, dopo aver comunicato l'invasione in famiglia, ricevette dalla figlia la proposta di andare lei stessa ad accertare le veridicità della notizia, e, nonostante il diniego della regina-madre la figlia partì. Passò un po’ di tempo e alcuni giorni dopo alla regina si presentò un cavaliere vestito di nero che chiese di parlare con la regina di Iddocca; una volta al suo cospetto, il messaggero le diede la triste notizia: la figlia era morta per mano degli invasori. La regina, straziata dal dolore, infuriata dalla terribile notizia, iniziò a scagliare alcuni dei pesanti massi che erano a terra, pronti per edificare il nuovo nuraghe, con una forza tale che questi andarono a conficcarsi nel terreno circostante. Il dolore era troppo grande e la regina non riuscì a sopravvivere al dolore per la morte della figlia. La leggenda racconta che essa stessa, non volendo sopravvivere, si tramutò in pietra. Chi visita Laconi e il suo museo,  ricchissimo di Menhir, può curiosamente osservare la suggestiva pietra, nota proprio come “SA PERDA E’IDDOCCA”, eterno ricordo della leggendaria sovrana.

Cari amici, consiglio a tutti di visitare la Valle dei Menhir e il Museo della statuaria preistorica sarda, ospitato a Laconi nell’antico edificio storico ottocentesco dei marchesi Aymerich, progettato dall’architetto Gaetano Cima. Questo Museo, inaugurato nel 1996, è composto da 11 sale in cui si ripercorre la storia del megalitismo in Sardegna e in particolare le tracce presenti nel territorio di Laconi. È in questo antico luogo che il visitatore, oltre le tante Perdas fittas custodite, può ammirare “Sa Perda Iddocca”, magari pensando con commozione all’antica regina!

A domani.

Mario

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