giovedì, marzo 28, 2024

DIZIONARIO DELLA FELICITÀ. CI SIAMO MAI INTERROGATI SUL REALE SIGNIFICATO DELLA FELICITÀ, OVVERO QUANDO POSSIAMO CONSIDERARCI VERAMENTE FELICI?


Oristano 28 marzo 2024

Cari amici,

A cercare nel vocabolario la parola “FELICITÀ”, ecco cosa troviamo scritto: “felicità s. f. [dal latino felicĭtas -atis], stato e sentimento di chi è felice”. Un responso che in realtà non scioglie l’enigma, su cosa sia la felicità! Il vero problema, infatti, è sapere esattamente in cosa consiste LA FELICITÀ! Ognuno di noi la cerca, la immagina, la sogna, essendo in realtà  quel "sogno desiderato" che tutti noi inseguiamo, spesso per una vita intera, pensando che essere felici sia il  coronamento della nostra esistenza. Ogni giorno, ciò che facciamo, le varie decisioni che prendiamo, le indirizziamo in quest’ottica, auspicando che il risultato ci porti quella felicità tanto agognata.

Purtroppo, spesso, questo obiettivo resta una “Chimera”, non essendo facile da raggiungere, per cui in tanti continuiamo ad arrovellarci, chiedendoci: ma, riusciremo mai a raggiungere la felicità, ovvero ad essere, finalmente felici? Secondo gli esperti, la felicità è una condizione complessa, variabile da soggetto a soggetto, fatta di mille sfumature che comprendono la gratitudine, l’instaurarsi di relazioni amichevoli, di sentimenti e di emozioni positive, di giorni, mesi e anni vissuti nell’armonia con gli altri, nel rispetto dato e ricevuto, nel privilegiare l’altruismo all’egoismo, nel vivere ogni giornata con la consapevolezza del buon amministratore, che sempre trova più gioia nel donare che nel ricevere.

Per tanti, purtroppo, la felicità rimane una meta irraggiungibile, cercata per una vita intera e non trovata, perché magari si ha la convinzione che per essere felici bisogna avere potere e ricchezza, cioè, arrivare ad “Avere ciò che non si ha”. Un concetto alquanto sbagliato, perché la felicità  "è desiderare quello che si ha", godere di quello che si possiede! La felicità è fatta di cose semplici, di piccoli gesti, di sorrisi e di abbracci amichevoli, delle mille sfumature dell'amore. In tanti sbagliano a cercare la felicità all’esterno, mentre essa è nascosta dentro di noi: è lì che dobbiamo cercarla. Si, amici, quella felicità tanto cercata, tanto ambita, sta dentro di noi e solo lì possiamo trovarla!

Per arrivare ad essere felici, dobbiamo avere il coraggio di osare, di rischiare, senza paura di uscire dalla nostra comfort zone. Non dobbiamo aver paura di scegliere o di prendere decisioni scomode; proviamo a relazionarci con gli altri in modo positivo, iniziamo a dialogare alla pari, senza prevaricazioni o posizioni dominanti, perchè solo così saremo sempre costruttivi; ciò, infatti, consente di unire le varie posizioni, migliorando sé stessi e gli altri. Anche dedicare del tempo a noi stessi (senza lasciarci travolgere dagli impegni di lavoro) e condividerlo con i nostri amici, può renderci felici e soddisfatti.

Come asserisce Costanza Fontani, psicologa e coach emotivo-comportamentale, “Relazionarci con gli altri in modo positivo, condividere la nostra quotidianità con le persone che hanno il nostro stesso orientamento, ci consente di unire i nostri valori con i loro, creando positività a sé stessi ed agli altri. Ecco perché dobbiamo includere il prossimo, abbracciarlo, consapevoli del fatto che non possiamo essere felici se coloro che sono intorno a noi vivono in difficoltà. La vera felicità parte da noi stessi, ma si costruisce insieme”.

Tutti gli studi, in particolare quelli più recenti, hanno stabilito che il più grande nemico della felicità è la “SOLITUDINE”. La specie umana non è nata per vivere in solitudine ma per relazionarsi, positivamente e costantemente con gli altri. Marc Schulz, docente di Psicologia al Bryn Mawr College,  condirettore con Robert Waldinger dell’Harvard Study of Adult Development, autore della più lunga ricerca condotta al mondo sulla felicità e il benessere, effettuata nella prima metà del secolo scorso negli USA, ha analizzato e confrontato due vissuti alquanto diversi: lo ha fatto con uno studio su persone abitanti nei quartieri poveri, figli soprattutto di immigrati, e con un altro effettuato su ragazzi relativamente privilegiati, studenti universitari.

Ecco alcune delle sue importanti considerazioni. «Le relazioni sono come il cibo: a ciascuno piace qualcosa di diverso, ma tutti ne abbiamo bisogno. Tutti, anche i più introversi, abbiamo bisogno di relazioni buone per prosperare. Siamo creature sociali, è così che ci siamo evoluti e siamo sopravvissuti, proteggendoci a vicenda: siamo progettati per essere sociali. Il che non significa che tutti dobbiamo partecipare alle feste». «Purtroppo, la solitudine è molto popolare in Occidente: ne soffre dal 20 al 50 per cento degli adulti. I numeri sono simili in Cina e in Giappone. Molti sono soli e sappiamo che questo è un rischio per la salute, al pari del fumo e dell'obesità».

Cari amici, credo che tutti noi dovremmo cercare ogni giorno di vivere “la nostra felicità”, con determinazione, senza timore, affrontando anche i rischi e i pericoli connessi. Ci riusciremo solo se non molleremo, se saremo capaci di provarci ogni giorno, e in questo modo, arrivati all’età senile, potremmo constatare di aver vissuto in modo altruistico insieme agli altri. Allora, facendo un consuntivo, ci rivedremo mentre abbiamo aiutato i più deboli, quando, socialmente impegnati, ci siamo dimostrati sempre disponibili, senza mai rinchiuderci in noi stessi. Solo allora gusteremo quella felicità semplice, con la consapevolezza di aver operato facendo del bene, realizzando così i nostri progetti di vita. Essere riusciti a realizzare il nostro progetto di vita, rappresenta il massimo compimento della nostra esistenza, significa essere riusciti a trovare quella felicità tanto cercata, restando in serenità e pace con noi stessi e con gli altri!

A domani.

Mario

 

 

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