Oristano 6 Ottobre 2013
Cari amici,
l’amicizia è quello
straordinario dono di Dio capace non solo di farti sentire la concreta e
tangibile capacità di vivere insieme nella Comunità umana, ma anche di darti
costantemente la certezza che la vita umana vale la pena di essere vissuta
soprattutto amando e non odiando,
sgombrando il campo dall’egoismo e dall’individualismo, abbracciando e non
respingendo il fratello.
L’amicizia è un
gioiello raro, prezioso. Si dice che chi ha un amico vero possiede un grande
tesoro, ed io credo di poter confermare, per averlo toccato con mano, questo detto
comune. Ieri mattina Beppe mi ha telefonato a casa. Dopo i convenevoli mi ha
detto guarda Mario, ho completato la lettura del tuo libro “Marieddu” e ho
elaborato nella mia pagina Facebook un commento al tuo lavoro. Dopo averlo
ringraziato ho cercato subito un modo per andare a leggerlo (non sono un utente
di facebook anche se sono attivo su Twitter): ero curioso di conoscere cosa
aveva mai scritto su di me l’amico Beppe.
La mia amicizia con Lui
risale a vecchia data e, nonostante il trascorrere del tempo e l’aver
intrapreso, io e Lui, percorsi diversi, non si è mai affievolita. Nel mio
recente ultimo libro (“TRACCE, orme fragili nel cammino della vita – Fatti e
Personaggi di Oristano e dintorni”), uno dei “ricordi” l’ho dedicato proprio a
Lui, l’amico di sempre.
Non è facile parlare di
se stessi, quindi lascio a Voi la lettura del Suo pensiero nei miei confronti e
del mio verso di Lui. Spero che la lettura dei due “pezzi” non Vi annoi più di
tanto…
Grazie!
Beppe Meloni , su Facebook in data 5 Ottobre
2013
“Marieddu, Bauladu e dintorni”.
Il primo
mare, l’antico profumo del pane, la scuola de “Su Maistu Pisu”, la cena all’Ave
Maria, l’internazionale ciclistica Sassari-Cagliari. E, ancora, il carretto
delle paste di piazza Manno, il professor De Cesaris, “il sacco” di piazza
Roma, la straordinaria amicizia con Remo Branca. Sono alcuni dei cento racconti
che Mario Virdis, sessantotto anni giovanilmente portati, ha messo in fila nel
libro “Marieddu, ricordi di gioventù. Bauladu e…dintorni”. Frammenti di vita
quotidiana nella Sardegna del dopoguerra, nei racconti di un ragazzo che “non
vestiva alla marinara”(EPDO edizioni di Roberto Cau - Oristano 2012).
Confezionato in velocità a prezzi contenuti da una stamperia dei nostri tempi.
Un ritorno
della memoria a quel ”piccolo mondo antico” di casa nostra, tra Bauladu, ai
piedi della collina di Santa Vittoria e quella Oristano dei difficili anni
Cinquanta del secondo dopoguerra e del postfascismo, in lotta contro il
flagello antico della malaria. Che somiglia molto all’Italia di oggi, alle
prese con un’opera di ricostruzione economica, etica e morale, che ha
dell’incredibile. Scorrono veloci i capitoli dall’ingresso a scuola, al
passaggio dall’infanzia alle prime responsabilità. La grande cattedra,
grembiule nero e colletto bianco, calamaio incastrato nei banchi di legno.
Anni
indimenticabili di povertà generale, quando non c’era riscaldamento, e nelle
case il camino era l’unica fonte di calore. E il pasto quotidiano era un
problema per molte famiglie di Bauladu, paese povero tra Campidano e Logudoro,
dove l’unico lavoro era “la giornata” in campagna. Poi gli studi superiori, il
diploma, il lavoro nella banca tutta sarda, il matrimonio, la famiglia, i
giorni della pensione. Con nuovi traguardi e laurea in età matura in scienze
della comunicazione nell’ateneo sassarese.
Momo Zucca,
anche lui adolescente a Bauladu, nella presentazione definisce quello di
Marieddu” un romanzo di formazione, in cui l’io narrante ha frantumato in mille
sfaccettature il caleidoscopio della vita, nel tempo immediatamente successivo
la seconda guerra del “secolo breve”. Un percorso umano e sociale, vissuto
intensamente all’insegna del fare. Senza scorciatoie o mezze misure. Com’è nel
temperamento di Marieddu. Un ragazzo, come dice lui, ”che non vestiva alla
marinara”.
Beppe
…………………………………………..
Ecco ora il mio “pezzo
su di Lui, nel mio libro “TRACCE, orme
fragili nel cammino della vita – Fatti e personaggi di Oristano e dintorni”
ediz. Emmevu 2013.
L’AMICO
BEPPE MELONI, DALLA BANCA ALLA COMUNICAZIONE. UN ATTENTO OSSERVATORE DELLA
REALTA’ ORISTANESE.
Ho conosciuto Beppe
Meloni quando entrambi facevamo lo stesso lavoro: bancari, anche se in banche
diverse, Lui al Credito Italiano io al Banco di Sardegna. Beppe, però, di
carattere era diverso da me, più portato
al confronto, alla dialettica. Per oltre vent’anni ha svolto il delicato
incarico di Rappresentante Sindacale del settore del Credito (con incarichi a
livello regionale e anche nazionale); in quest’attività non si limitava a
occuparsi delle questioni specificatamente relative al settore del credito ma
operava con un raggio d’azione più grande, spaziava nella globalità del
contesto sociale, politico e culturale, concentrando la Sua attenzione in
particolare su Oristano. Fu segretario
della Camera del Lavoro di Oristano (dal 1981 al 1984) e fin da giovane si
occupò di giornalismo, per passione. Iscritto all’Albo dei Pubblicisti è stato
per anni corrispondente di quotidiani, mensili e settimanali. Oggi Beppe è in pensione, ma non ha ancora
appeso al chiodo la sua voglia di raccontare Oristano.
La vasta esperienza
maturata in anni di impegno civile e la Sua costante ricerca sul nostro
territorio fanno oggi di Beppe Meloni uno dei massimi conoscitori della storia
del nostro territorio, in particolare della Oristano dell’ultimo secolo. Suoi
articoli “storici” sulla Oristano del passato li possiamo trovare sia
nell’Unione Sarda che nella Nuova Sardegna. Beppe, inoltre, è autore di
numerose opere: nel 1986 firma un’opera a più mani dal titolo “Tharros
1906-1986. Ottant’anni nel cuore”; nel 1997 diede alle stampe il volume “Quelli
del Canopoleno, storia e cronaca del prestigioso Convitto di Sassari”, edito da
Carlo Delfino; nel 1999 seguì con “Oristano, memoria e cronaca”, edito da
S’Alvure e successivamente, nel 2003, “Oristano, Novecento e dintorni”, sempre
edito da S’Alvure.
Beppe può essere
certamente definito un “Oristanese con la città nel cuore”, per la Sua passione
e per il Suo amore per la città. La nostra conoscenza si rafforzò quando la Pro
Loco di Oristano, nell’intento di far uscire un volume per i 50 anni
dell’associazione mise in piedi un gruppo (nel quale ci siamo ritrovati), per
realizzare a più mani “un percorso storico” della vita dei primi cinquant’anni
del sodalizio. Lavorammo insieme e diventammo amici. L’amicizia, come ben
sappiamo, col passare del tempo si rafforza: anche quella con Lui col tempo
diventò sempre più intensa.
L’avere, poi, amici
comuni, con gli stessi ideali, rafforza, consolida e allarga l’amicizia. Quando
ci incontriamo, da soli o con gli altri amici, è facile tornare indietro nel
tempo: ricordare fatti, persone e luoghi oggi così ben diversi dal passato,
spesso snaturati e corrotti. Beppe, nella sua lucidità ricostruttiva è un
custode fedelissimo dei ricordi del passato, di quei ricordi che sono le nostre
radici. Nelle Sue lucide esposizioni Beppe sembra ricordarci, parlandone e
scrivendone con grande competenza, che non c’è futuro senza un solido
ancoraggio al passato, come l’albero, che cresce e si sviluppa attingendo alle
sue solide e portanti radici.
Grazie Beppe, del Tuo
amore per Oristano che riesci a trasmettere anche agli altri!
Mario
……………………..
Grazie anche a Voi,
cari amici lettori, della Vostra sempre gradita attenzione.
Mario
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