venerdì, ottobre 25, 2013

IL MELOGRANO, UN ALBERO ANTICO CARO AGLI DEI E RICCO NON SOLO DI SIGNIFICATI MA DI MOLTE VIRTU’.



Oristano 25 Ottobre 2013
Cari amici,
domenica scorsa ho osservato con grande piacere e fotografato con il mio telefonino dei bellissimi alberi di melograno. La bella casa del mio amico Nando Loddo è circondata da un grande giardino  alberato e tra i tanti fruttiferi presenti facevano bella mostra di se dei melograni, i cui rami erano carichi di succosi e colorati frutti.
La mia passione per il mondo vegetale Voi, lettori del mio blog, la conoscete bene e, quindi, non vi meraviglierete se Vi dico che la mia mente, osservando i succosi e grossi frutti, spaziava nei sogni, nell’infinito, ricordando che quest’albero, nella mitologia, era tanto caro agli Dei dell’Olimpo, in particolare ad Afrodite. E’ conosciuto, infatti, anche come “Albero di Afrodite” e le sue origini sono davvero antichissime. Per soddisfare la Vostra curiosità, la mia riflessione oggi sarà proprio dedicata alla storia di questa pianta, il cui frutto potrebbe addirittura essere stato quel famoso “pomo proibito” che fece cacciare Adamo ed Eva dal Paradiso terrestre! Ecco per Voi il melograno.
Il melograno (Punica granatum, L.) è una pianta della famiglia delle Punicaceae (o Lythraceae secondo la classificazione APG). Pianta antichissima (risalente al Pliocene) è originaria dell’Asia centro-occidentale: cresce spontanea in Afghanistan e in Iran e risulta diffusa sin dall'antichità nel Caucaso e nelle Indie. Arrivata sin da epoca preistorica nell'area costiera del Mediterraneo, la pianta risulta coltivata sia dai Fenici che dai Greci e successivamente anche dagli Arabi. La Spagna la introdusse in America nel 1769 ed oggi risulta ampiamente coltivata nel Messico e negli Stati Uniti, in particolare in California ed Arizona.
Il nome "melograno", dato alla pianta, deriva dal latino malum ("mela") e granatum ("con semi”). Anche i nomi attribuiti nelle altre lingue hanno la stessa origine: come in inglese “Pomegranate”, ed in tedesco “Granatapfel” (mela coi semi). In antico inglese la pianta era nota con il nome di "apple of Grenada" (mela di Granada). La città spagnola di Granada ha infatti nello stemma un frutto di melograno, in spagnolo (granada); l’attribuzione del nome di Granada alla città spagnola deriva dall’ampia cultura di questo frutto, introdotta durante la dominazione moresca nella penisola iberica. In italiano il nome melograno è derivato direttamente dal latino: malum punicum o malum granatum; in italiano il frutto è, infatti, noto col termine di “melagrana”.
Il valore attribuito a questa pianta nell’antichità ha fatto nascere un numero impressionante di miti e leggende: poche piante possono vantare una notorietà pari a quella del melograno! Pianta e frutti di quest’albero risultano raffigurati, fin dal terzo millennio Avanti Cristo, in numerose tombe egizie; la sua bellezza e la sua bontà hanno consentito a questo arbusto di influenzare praticamente tutte le culture del Mondo Antico, comparendo in riti, racconti, simboli, sogni e tradizioni, spesso legati alla sensualità. Insomma il Melograno ha sempre affascinato l’uomo fin dall’antichità!
Se per gli Egizi questo frutto era un importante viatico che accompagnava il defunto nel viaggio nell’aldilà (nella camera sepolcrale della tomba di Ramsete IV furono trovati i frutti di questa pianta), per i Fenici i frutti di questa “pianta sacra” erano considerati un potente afrodisiaco, oltre che essere sinonimo di fertilità. Per gli Ebrei la pianta era presente nel Paradiso terrestre (secondo alcune tradizioni sarebbe addirittura una melagrana il pomo offerto da Eva ad Adamo), ed i sui frutti, con i numerosi chicchi, simboleggiavano l’unione, l’amore, la prosperità e la fertilità. Molte civiltà, oltre quella greca e romana, quella mesopotamica e quelle dell’Asia, onoravano questo frutto attribuendogli poteri magici. Ecco un campionario delle leggende attribuite a questo frutto.
Secondo alcuni studiosi della mitologia greca sarebbe una melagrana anche il famoso “ Pomo della discordia”. Gli antichi Greci, infatti, credevano che a introdurre il Melograno nell’isola di Cipro fosse stata nientemeno che Afrodite. La dea, secondo la leggenda, aveva piantato per la prima volta l'albero nell'isola di Cipro a lei sacra. Afrodite è per antonomasia la dea della bellezza e dell'amore, oltre che essere protettrice della fecondità, della vita del mare e dei naviganti. Nella cultura romana Afrodite prenderà il nome di Venere. I suoi poteri sono immensi: protegge i matrimoni, favorisce l'intesa amorosa tra coniugi, feconda i focolari, presiede alle nascite. Fertilizza anche i campi.
Particolari anche le sue origini: la pianta, secondo alcune tradizioni, sarebbe nata dal sangue di Dioniso; dotata di poteri mitici e straordinari, tra i quali il mito più antico è quello che la associa ad Orione: la più grande e luminosa costellazione celeste. Orione, che la mitologia presenta come un gigante, figlio della terra e famosissimo per la sua bellezza, si narra che avesse sposato la bella Side. Scelta che, pare, non fosse risultata fortunata, poiché la donna, incredibilmente vanitosa, si era illusa di essere più bella della dea Era; la dea, seccata per questo, la punì scaraventandola nell’Ade, ove si trasformò in melograno. Durante le feste in onore della dea Demetra, le ateniesi mangiavano i semi luccicanti del frutto per conquistare la fertilità e la prosperità, mentre i sacerdoti erano incoronati con rami di melograno, ma non potevano mangiarne il frutto in quanto, come simbolo di fertilità, aveva la proprietà di far scendere l’anima nella carne.
Il melograno, dunque, fin dall’antichità, simbolo di uno stretto legame tra l’uomo (terreno) e il cielo (divino). Il Melograno è adottato come “figura importante” dalle tre grandi religioni monoteiste: Ebraismo, Cristianesimo e Islam. Già nell’Antico Testamento troviamo importanti tracce e simbolismi che hanno come soggetto il melograno. Lo studioso Robert Graves ci ricorda che il melograno era l’albero sacro al re Saul. Aggiunge anche che, per tradizione, la vittima pasquale veniva infilzata con uno spiedo rigorosamente di melograno. Nel libro dell'Esodo (Esodo; 28:33 – 34) il Signore ordina ad Aronne che le immagini delle melagrane siano applicate sugli abiti rituali dei Grandi Sacerdoti: le vesti dell’abito sacerdotale di colore viola, porpora rossa e scarlatto e ricamate nel bordo, venivano abbellite con immagini di melagrane in mezzo a sonagli d’oro. Anche il libro dei Re (Re; 7:13 – 22) descrive i melograni rappresentati sui capitelli scolpiti sul fronte del Tempio di Re Salomone a Gerusalemme; In questo tempio la melagrana, oltre ad essere un simbolo divino, diventa anche “simbolo regale”, grazie alla coroncina situata all’apice del frutto.
La corona, che nella simbolistica ebraica indica la santità, è chiaramente rappresentata anche dalla "corona" della melagrana, residuo del calice fiorale che permane nella parte apicale del frutto.
Melagrana raffigurata anche nelle monete: quella della melagrana è una delle poche immagini che appaiono nelle vecchie monete della Giudea come simbolo santo. Attualmente molti rotoli della Torah quando non sono in lettura, e quindi sono avvolti, sono protetti da gusci in argento a forma di melagrane (rimmonim) . Il melograno,  nella simbologia ebraica, è inoltre simbolo di onestà e correttezza, dato che il suo frutto conterrebbe 613 semi, che come altrettante perle sono le 613 prescrizioni scritte nella Torah, (365 divieti e 248 obblighi) osservando le quali si ha certezza di tenere un comportamento saggio ed equo. La melagrana, inoltre, è uno dei sette frutti elencati nella Bibbia (Deu. 8:8), come speciali prodotti della “Terra Promessa”. Per gli Ebrei è, dunque, un simbolo di produttività ma anche dell'unità del popolo, poiché i grani sono stretti tra loro.

Anche nella religione islamica  il melograno è ritenuto pianta importante: esso è citato per “crescere nel giardino del paradiso” (55:068). È anche ulteriormente menzionato (6:99, 6:141) e riconosciuto come frutto facente parte delle “buone cose create da Dio”. Per i musulmani esso agevola il credente, permettendogli di lottare contro l'odio e l'invidia.
Per i cristiani il melograno è il simbolo della perfezione divina. La religione cristiana, che ha sempre cercato di introdurre nei suoi riti certi simbolismi precedenti, ha trasportato il simbolismo della produttività del Melograno sul piano spirituale, facendone il simbolo “della perfezione divina nei suoi innumerevoli effetti (…), la rotondità del frutto come espressione dell'eternità divina, e la dolcezza del succo come quella del piacere del cuore affettuoso e che sa." (dalle riflessioni di San Giovanni della Croce).
La straordinaria bellezza di questa pianta e dei suoi frutti ha anche incantato per secoli pittori, scrittori e poeti. Non a caso i pittori dei secoli XV e XVI mettevano spesso una melagrana nella mano di Gesù Bambino, alludendo alla nuova vita donataci da Cristo. Anche la poesia ne ha decantato le sue bellezze. Chi non ricorda le parole della straordinaria poesia (Pianto antico) del grande Giosuè Carducci “…L'albero a cui tendevi la pargoletta mano, il verde melograno da' bei vermigli fior…”?
Dopo averne riepilogato le leggende conosciamo meglio, ora, questa pianta e le straordinarie virtù dei sui fiori e frutti.
La pianta del melograno non è un vero e proprio albero: sarebbe più appropriato definirlo un “arbusto arborescente”, che può raggiungere i 4-5 metri d’altezza; nelle località di origine esso può arrivare anche a 7 metri. Nei nostri climi sono coltivate alcune varietà da frutto, ma per scopi ornamentali ne viene coltivata una varietà "Nana", in quanto di dimensioni più adatte a vivere in piccoli giardini e balconi. Il melograno ha foglie tipicamente ovali, di un colore verde lucente sulla pagina superiore ma che muta con le stagioni: rossastre da giovani, mentre in autunno assumono sfumate gradazioni di giallo oro. I fiori sono normalmente solitari nell'arbusto da frutto, ad infiorescenze doppie nelle cultivar ornamentali; la corolla del fiore è ad imbuto, di un rosso vermiglio vistoso, che racchiude le antere gialle portatrici di polline, ghiotta ricompensa per gli insetti impollinatori. La fioritura va dalla primavera all'inizio dell'estate. Il frutto, detto melagrana o mela granata matura a fine autunno; la caratteristica bacca a forma di pipa, che diventerà succoso frutto, definita "balaustio" o "balausta", ha un rivestimento esterno coriacea, di un colore giallo-arancio; il frutto è internamente suddiviso in logge da contenitori (setti) fibrosi di color giallo intenso e ogni setto contiene molti semi rossi, di forma prismatica, assai gustosi e ripieni di succo.
Il melograno, dunque, pianta amata fin dall’antichità, che ha sempre avuto, da parte dell’uomo, una grande considerazione. La pianta fornisce, infatti, non solo frutti commestibili. Anche altre parti della pianta possiedono interessanti ed utili proprietà medicinali: i fiori, i semi, la scorza dei frutti e la corteccia delle radici. I suoi dolci frutti sono ricchi di vitamina A, B e C. Nell’antichità erano già note le sue proprietà terapeutiche. I suoi chicchi hanno proprietà rinfrescanti, sono diuretici e tonici. Il frutto, contenendo in abbondanza tannino, ha anche proprietà astringenti. Recentemente e' stato preso in considerazione il succo di melograno per i suoi benefici effetti cardiovascolari. Il frutto oltre a essere un insolito dessert, e' il protagonista di golose gelatine, bevande dissetanti, granite, marmellate. Il succo di melagrana e' adoperato in cucina nella preparazione dei dolci ma anche della carne. L'infuso dei petali viene utilizzato, invece, come rinfrescante delle gengive. Anche le altre parti della pianta sono di grande utilità.
Già 4000 anni fa gli egizi conoscevano le proprietà vermifughe della radice del melograno. In Europa, all'inizio del XIX secolo, la scorza di questa radice era molto usata nella lotta contro la tenia: anche l'analisi moderna ha confermato la presenza di alcaloidi antielmintici, che sono molto efficaci contro le tenie. Le scorze dei frutti hanno anche proprietà aromatiche e vengono utilizzate per dare il gusto amarognolo a Vermouth e aperitivi. La polvere ottenuta dall’essicazione e macinazione della scorza delle radici, utilizzata come decotto, oltre che avere proprietà tenifughe, è efficace come astringente e sedativo nelle dissenterie; per uso esterno il decotto ha proprietà astringenti per clisteri o irrigazioni vaginali. L’uso delle parti di questa pianta (soprattutto corteccia di radici e scorza) presuppone una conoscenza medica: le sostanze contenute possono essere estremamente pericolose se usate impropriamente (possono provocare fenomeni di idiosincrasia), ed è consigliabile usare preparati di erboristeria.
Oltre che per la cura dei malanni fisici il melograno è utile anche in casa. La corteccia del frutto, ricca di tannino, e' ancora usata in Africa del Nord e in Oriente per conciare il cuoio. Dalle radici, invece, si ricava un colorante impiegato nella cosmesi, mentre dalla scorza si ottiene una tonalità di giallo tipicamente utilizzata negli arazzi arabi: un caratteristico giallo tendente al verde, che e' stato ritrovato perfino in alcune tombe egizie; in presenza di ferro dalla scorza si ottiene una tinta nera adatta per farne inchiostro. Anche i fiori possono essere utilizzati per preparare un inchiostro rosso.
 Straordinaria davvero, cari amici, la pianta del melograno dai meravigliosi fiori e frutti! Ho voluto tediarvi con la sua lunga storia che mette in luce, partendo dalle leggende, le sue straordinarie qualità e le sue declamate virtù. Albero, quello del melograno, che potremo considerare del bene assoluto, anche se, partendo dal giardino del “Paradiso Terrestre”, dove pare fosse già di casa, mi viene un dubbio-riflessione: se il “pomo- melagrana” fece fare ad Adamo ed Eva la prima disubbidienza è certamente un frutto buono, anche se macchiato da un certo “peccato originale”! Melagrana, allora, “Frutto Proibito”, emblema anche dei piaceri proibiti, oltre che del successo in amore, della fecondità e della prole numerosa.
Per chiudere con ironia Vi ricordo che un’antichissima leggenda attribuiva a questo frutto il potere di risolvere anche le più dolorose pene d’amore causate dall’infedeltà. Per assicurarsi la fedeltà della persona amata il soggetto doveva mettere in pratica questa ricetta miracolosa. Raccogliere 7 chicchi di melagrana e 7 chicchi di riso, riponendoli poi in un sacchetto di panno verde. Bruciare poi, in una notte di luna piena, delle foglie di edera, simbolo della fedeltà in amore e del desiderio che non muore. Contemplare amorevolmente e con fiducia la Luna mentre le foglie di edera bruciano, riponendo, poi, le ceneri nel sacchetto, unitamente ai chicchi di melagrana e di riso; a lavoro finito lasciare l’amuleto su un piattino bianco, esposto alla luce della Luna per tutta la notte. Il potente talismano dovrà essere portato sempre addosso, meglio se sul lato sinistro del corpo. L’effetto positivo (la fedeltà dell’amata o dell’amato) è assicurato!
Grazie, cari amici della Vostra curiosa attenzione!
Mario

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