venerdì, ottobre 18, 2013

ALLORO, LA PIANTA SACRA AD APOLLO, RICCA DI PRINCIPI BENEFICI E SEGNO PER L’UOMO DI GLORIA E DI VITTORIA.



Oristano 17 Ottobre 2013
Cari amici,
ho sempre avuto una spiccata predilezione per l’alloro. Averne una pianta nel cortile di casa (molti l’hanno adottata addirittura nei terrazzi degli appartamenti di città) non solo arricchisce il luogo con il suo bel portamento ma è anche estremamente utile: in cucina per aromatizzare i cibi, in erboristeria per le sue virtù salutari, nella cura quotidiana della persona (dalla pianta si ricavano unguenti, olii e infusi). Ricordo che da ragazzo mia madre, oltre che per gli usi prettamente culinari,  utilizzava le sue foglie, raccolte in sacchetti di cotone, per profumare i cassetti dove veniva riposta la biancheria, oltre che utilizzarne foglie e frutti per mille usi terapeutici, come infusi e decotti nella stagione fredda e per fare dei suffumigi mettendo a bagno in acqua caldissima una manciata di foglie verdi appena staccate dall’albero, che, a contatto con il calore dell’acqua, rilasciavano caldi vapori balsamici, capaci di curare d’inverno una brutta infreddatura alle vie respiratorie.
L’utilizzo dell’alloro da parte dell’uomo ha origini antichissime. La pianta nell'antica Grecia era considerata sacra ad Apollo, perché secondo la leggenda, in essa fu trasformata la ninfa Dafne (per questo motivo il verde arbusto era chiamato l'Alloro Dafne, in ricordo della ninfa), che fuggiva dal dio che la inseguiva; fu lo stesso Apollo a proclamare questa pianta sacra al suo culto, tanto da considerare i suoi rami il simbolo della gloria e della vittoria. Nacque da questo la consuetudine di posare sul capo dei vincitori, in competizione o in battaglia, una corona di rami di alloro intrecciati che testimoniava così la vittoria. Anche la gran parte delle civiltà successive a quella greca continuarono a considerare l’alloro una “pianta nobile”: essa era sempre presente nei grandi giardini imperiali e gli imperatori romani si cingevano costantemente la testa con corone di alloro durante i trionfi e nelle pubbliche cerimonie, usandole come vere e proprie preziose corone regali. Una leggenda narra che Giove in persona regalò all'imperatore Cesare proprio una pianta di alloro, per evidenziare le vittorie ottenute sul campo di battaglia da uno dei personaggi più importanti della Roma antica.
L’usanza della corono d’alloro sul capo dei vincitori durò a lungo e si protrasse ben oltre il  Medio Evo; nel Rinascimento ad essere incoronati o "laureati" come si diceva, non erano più i sovrani ma i giovani poeti ed i letterati. La corona di alloro, nel tempo, rappresentò un interessante simbolo iconografico, utilizzato da pittori e scultori, che raffiguravano volti o mezzi busti di imperatori o persone famose e dotte, ritratte o scolpite con sul capo  la corona d’alloro. Tra i vari esempi che la storia ci ha lasciato, ci basti ricordare Dante Alighieri e Giulio Cesare  normalmente ritratti con corone d’alloro sul loro capo. L’attuale termine "laurea", in effetti, non fa altro che indicare proprio la corona d’alloro posta sul capo, riconoscimento accordato a chi supera determinati traguardi.
Alloro, dunque, sommo simbolo di vittoria, riconoscimento pubblico d’onore, ma anche “portafortuna”, talismano dato all’uomo dagli dei. In molte leggende popolari si sostiene che piantare un alloro davanti alla porta di casa contribuisce ad allontanare i fulmini. Dono questo dato all’uomo dagli dei dell’Olimpo, in quanto Giove aveva decretato che questa pianta fosse preservata  da ogni avversità,  per il rispetto dovuto a Dafne, e di conseguenza la sua presenza avrebbe di riflesso preservato anche la casa. Anche nella civiltà cristiana l’alloro incarna la rappresentazione del tributo di pubblico onore concesso ai Santi: non c’è festa religiosa dove non compaiano rami di alloro ad abbellire il sagrato delle Chiese a testimonianza della fede e della devozione. Vediamo ora di approfondire la conoscenza di questa pianta, sotto certi aspetti straordinaria.

L'alloro appartiene al genere Laurus ed alla famiglia delle Lauraceae, e comprende piante originarie dell'Asia minore, introdotte nel bacino del Mediterraneo in tempi antichissimi. Il suo nome deriva dal latino "laurus" che vuol dire "nobile". E' una pianta molto diffusa, soprattutto nei paesi a clima temperato sia in pianura che in collina. Il Lauro cresce spontaneo in tutti i Paesi del Mediterraneo, nelle macchie e nei boschi ed è molto utilizzato nei giardini e nei parchi come pianta ornamentale oltre che apprezzato per la sua fragranza aromatica. Il Lauro è una pianta perenne a portamento arbustivo e può assumere la forma di un cespuglio o di un albero tanto che se trova le condizioni ideali può raggiungere anche i 10-12 m di altezza. Il tronco è normalmente liscio con corteccia nerastra con rami sottili e molto fitti. Le foglie, portate da un corto picciolo, sono lanceolate, coriacee, di un bel verde scuro con i bordi ondulati e con la pagina superiore lucida mentre quella inferiore è di un verde-giallo tenue ed opaco. Esse sono ricche di ghiandole resinose che le conferiscono il caratteristico aroma. I fiori sono riuniti in infiorescenze a grappolo o in cime ascellari e sbocciano all'inizio della primavera.
L’alloro è una pianta dioica vale a dire che esistono piante che portano solo fiori maschili e piante che hanno solo fiori femminili, che portano cioè gli organi riproduttivi femminili preposti alla formazione del frutto, che riceveranno l’impollinazione da parte dei fiori maschili. Il frutto è una bacca, simile ad una piccola oliva che diviene nero-bluastra con la maturazione. Le bacche, molto aromatiche, contengono un solo seme e maturano nei mesi di ottobre e novembre. Sia le foglie che i frutti sono ricchi di oli essenziali: nelle foglie (dall'1 al 3%) e nelle bacche (dall'1 al 10%); oli che contengono geraniolo, cineolo, eugenolo, terpineolo, fellandrene, eucaliptolo e pinene.
L’alloro è una pianta rustica che si adatta molto bene a crescere nelle più diverse situazioni ambientali, non solo in pieno campo ma anche in vasi o cassette. Preferisce l’esposizione in pieno sole, ma cresce bene anche nei luoghi ombreggiati. Coltivato in giardino o anche in terrazzo l’alloro  riveste per la famiglia che lo cura un’importanza multiforme: da quello di profumare l’ambiente a quello culinario, dall’uso medicamentoso a quello digestivo: tante sono, infatti, le proprietà benefiche di questa pianta. Le parti della pianta maggiormente usate sono le foglie e i frutti. Le foglie si possono raccogliere tutto l'anno anche se, raccolte a luglio - agosto, hanno una maggiore concentrazione di essenze aromatiche. I frutti si raccolgono in autunno, quando sono maturi. Le foglie si possono consumare per uso culinario fresche o secche. Per l'essicazione si sistemano all'ombra, in un luogo aerato e una volta secche durano circa un anno. Dopo tale periodo perdono gran parte del loro aroma e assumono un sapore amarognolo. Le bacche si fanno essiccare al forno a bassa temperatura e si conservano poi dentro barattoli di vetro ed hanno un sapore molto più forte e robusto delle foglie. Foglie e frutti sono oggi normalmente usati nella cucina di tutto il mondo per il suo forte e gradevole aroma. Le foglie hanno la particolarità che non perdono l'aroma dopo la cottura. Le foglie d’alloro, usate come deodorante per profumare gli ambienti della casa o gli abiti appesi negli armadi, sono anche una buona difesa contro le tarme.
Innumerevoli gli usi culinari dell’alloro: le sue foglie insaporiscono arrosti, sughi, brasati e stufati, oltre che complemento e supporto per antichi e tipici dolci. L’intenso profumo sia delle foglie che dei frutti, unito ai particolari principi digestivi, fanno delle parti di questa pianta la materia prima per un ottimo liquore digestivo, molto diffuso in tutto il Sud Italia. Il liquore all'alloro è una bevanda che si può ricavare dopo aver provveduto a mettere in infusione in alcool etilico sia le foglie che i frutti della pianta.  Usando le foglie la macerazione dovrà durare almeno una settimana: in questo modo le sostanze benefiche contenute si disciolgono nell’alcool etilico, creando un composto che successivamente verrà mescolato con uno sciroppo di zucchero. 
Il liquore in formazione dovrà essere lasciato a riposare per qualche giorno, all'interno di bottiglie con chiusura ermetica. Il prodotto finale presenterà una conformazione particolarmente densa, caratterizzato da un'intensa colorazione verde acqua ed un ottimo profumo che evidenzia all’olfatto l’aroma tipico della pianta di alloro. Prima del consumo l’infuso dovrà essere lasciato ancora riposare e successivamente filtrato. Dopo un ulteriore periodo di riposo e previa verifica della totale sedimentazione dei residui, un ultimo filtraggio consentirà l’imbottigliamento. E’ preferibile attendere ancora un mese di riposo in cantina, prima del consumo del prodotto. In Emilia Romagna anziché ricavare il liquore dalle foglie si usano le bacche: l’infuso liquoroso è chiamato Laurino. Ecco gli ingredienti usati:  300 gr di drupe (bacche di alloro); 500 gr di acqua, 500 gr di alcool puro, 300 gr di zucchero. Ricetta: fare bollire per 3 o 4 minuti l'acqua con lo zucchero. Quando lo sciroppo è freddo unire l'alcool puro, mescolare e versare sulle drupe di alloro che saranno state poste dentro un vaso da tappare bene. Sbattere energicamente 2 3 volte la settimana, tenendo ben chiuso per almeno un mese. Filtrare poi un paio di volte il prodotto e far riposare per uno, due mesi. In entrambi gli infusi le proprietà digestive sono date dall’olio di alloro, che possiede una particolare azione benefica nei confronti dell'apparato digerente.
Le proprietà medicamentose dell’olio di alloro, contenuto in particolare nelle foglie, sono utilizzate efficacemente non solo in infuso idroalcolico ma anche in semplice infuso d’acqua calda. Questa modalità di utilizzo, forse la più diffusa, è certamente quella  più semplice e veloce da realizzare in casa. Per preparare un infuso di alloro è necessario mescolare all'interno di una scodella, un po' di acqua bollente e una manciata di foglie fresche o anche secche di alloro. Successivamente sarà necessario coprire la scodella e poi aspettare per almeno cinque minuti che il composto si amalgami. Tanti i malanni che ne possono beneficiare: dalle indigestioni alle malattie da raffreddamento ed ai vari dolori influenzali. Anche i suffumigi danno buoni risultati: nel caso in cui si voglia porre rimedio ad uno stato febbrile da raffreddamento, ad esempio, si mettono le foglie di alloro in un catino contenente dell’acqua molto calda e, dopo aver coperto il capo con un panno di cotone si inspirano a lungo i benefici effluvi che danno grande sollievo alle vie respiratorie arrossate. Anche le bacche, conservate intere o ridotte in polvere, sono un buon prodotto medicamentoso. La polvere, ricavata dalle bacche dopo un'attenta fase di essiccazione, può essere molto utile per combattere l'influenza, le paralisi e i gas intestinali.
Oltre gli oli essenziali prima ricordato le foglie di alloro si caratterizzano per contenere una grande quantità di vitamina C al loro interno: si è dimostrato come ogni cento grammi di alloro, portino in dote ben il 77,5% della dose giornaliera consentita di vitamina C per una persona adulta. Non solo vitamina C, dato che all'interno delle foglie di alloro si possono trovare anche ottime quantità di vitamina A, acido folico, una discreta quantità di niacina, acido pantotenico e riboflavina, che sono in grado di svolgere un'azione benefica sul metabolismo. Anche diversi minerali fanno parte dei componenti essenziali delle foglie di alloro: all'interno di essere possiamo trovare, infatti, potassio, rame, manganese, calcio, ferro, zinco, magnesio e selenio.
Le numerose ed utili sostanze contenute nell’alloro, proprio per la loro efficacia e forza, sono da usare con intelligenza, capacità e moderazione. La sostanza più importante, l’olio di alloro, è un medicinale da usare con molta cautela. L'olio si estrae attraverso il classico sistema della distillazione delle parti più importanti della pianta, ovvero le foglie, ma anche i rami più giovani, dopo averli adeguatamente essiccati. Una volta estratto quest’olio essenziale si presenta come un liquido dal colore verde scuro, assolutamente non tossico, che si caratterizza per diffondere un tradizionale profumo di spezie. Pur privo di tossicità, però, l'olio essenziale di alloro può essere considerato un vero e proprio narcotico e, per tale motivo, può causare rilassatezza e sonnolenza ed è meglio evitarne l'assunzione prima di lunghi viaggi in macchina. L’uso è anche controindicato nelle donne in stato di gravidanza e nei soggetti particolarmente sensibili, ai quali può provocare delle particolari forme di dermatiti. In sintesi prima dell’assunzione di quest’olio è sempre meglio accertarne la tollerabilità, a partire dal profumo caratteristico, che se non ben sopportato, può causare reazioni allergiche o voltastomaco.
Innumerevoli gli usi dell'olio di alloro a livello terapeutico: esso possiede una spiccata azione antisettica, emmenagoga, antidolorifica e, come dicevamo in precedenza, digestiva. Inoltre risulta particolarmente utile per curare diversi casi di alopecia, è particolarmente adatto in tutti quei casi di cattiva digestione, svolge un'azione rinfrescante sulla pelle delle persone con sudorazione eccessiva, oltre che risultare particolarmente utile per la risoluzione dei problemi legati al sistema neurovegetativo. Il prodotto  dimostra tutta la sua utilità anche nella cura delle infezioni che colpiscono il cavo orale, come ad esempio stati influenzali o tosse con catarro. Beneficiano delle proprietà di questo straordinario prodotto anche le affezioni muscolari, ed i dolori di natura reumatica; particolarmente efficace anche l’azione svolta per contrastare lo svilupparsi di gas intestinali. L’olio di alloro, è un prodotto di cui neanche la cosmesi può fare a meno!
Nella moderna cosmesi, tra i principali prodotti che vengono realizzati utilizzando l'olio essenziale di alloro, troviamo in particolare quelli impiegati per la cura del corpo. Fra i più importanti i saponi, che sono in grado di svolgere una perfetta azione antinfiammatoria, antisettica e purificante, grazie alle straordinarie proprietà idratanti e detergenti: i saponi all’olio di alloro sono indicati anche  per le pelli più delicate. Tra gli altri prodotti in uso per la cura della persona a livello cosmetico troviamo anche profumo, detergenti e creme, tutti a base di olio essenziale. Nelle principali farmacie ed erboristerie, possiamo trovare anche dei bagnoschiuma all'alloro, che permettono di donare un ottimo senso di freschezza nel corso della doccia o del bagno: l’uso è consigliato in particolare a quanti hanno un livello di sudorazione estremamente elevato. Sul mercato si possono trovare altri numerosi prodotti per il corpo, come ad esempio la crema a base di alloro bianco, che è in grado di svolgere una funzione protettiva e lenitiva della pelle, garantendo un risultato morbido ed estremamente vellutato. Si tratta di una crema che deve essere impiegata, nella maggior parte dei casi, dopo i bagni o le docce, per fare in modo di svolgere un'azione reidratante dell'epidermide.
L’alloro, dunque, grande dono fatto dagli dei all’umanità, e che ancora oggi, con il suo profumo e le sue virtù,  continua a regalare agli uomini e le donne del terzo millennio le sue benefiche proprietà. Io, come detto in apertura di questa riflessione, ho una passione per l’alloro: ne ho una bella pianta nel cortile della casa di Oristano ma anche due nella casa al mare (ancora piccole ma che orgogliosamente crescono) ed una in quella collinare di Norbello. Il verde intenso delle sue foglie  mi rasserena, staccarne una foglia e stropicciarla tra le mani, inspirarne l’intenso profumo, mi regala una intensa sensazione di benessere. Forse in quel profumo c’è ancora traccia del respiro di Dafne che correva inseguita da Giove.

Un sincero grazie, a tutti Voi che leggete, della Vostra sempre gradita attenzione.
Mario 

1 commento:

GRAZIA GIANDOLFO ha detto...

grazie mario per i tuoi utilissimi post sulle virtu' delle piante, ne faccio sempre buon uso.