Oristano 17 Ottobre
2013
Cari amici,
ho sempre avuto una
spiccata predilezione per l’alloro. Averne una pianta nel cortile di casa
(molti l’hanno adottata addirittura nei terrazzi degli appartamenti di città)
non solo arricchisce il luogo con il suo bel portamento ma è anche estremamente
utile: in cucina per aromatizzare i cibi, in erboristeria per le sue virtù
salutari, nella cura quotidiana della persona (dalla pianta si ricavano
unguenti, olii e infusi). Ricordo che da ragazzo mia madre, oltre che per gli
usi prettamente culinari, utilizzava le
sue foglie, raccolte in sacchetti di cotone, per profumare i cassetti dove
veniva riposta la biancheria, oltre che utilizzarne foglie e frutti per mille
usi terapeutici, come infusi e decotti nella stagione fredda e per fare dei
suffumigi mettendo a bagno in acqua caldissima una manciata di foglie verdi appena
staccate dall’albero, che, a contatto con il calore dell’acqua, rilasciavano
caldi vapori balsamici, capaci di curare d’inverno una brutta infreddatura alle
vie respiratorie.
L’utilizzo dell’alloro
da parte dell’uomo ha origini antichissime. La pianta nell'antica
Grecia era considerata sacra ad Apollo, perché secondo la leggenda, in essa fu
trasformata la ninfa Dafne (per questo motivo il verde arbusto era chiamato
l'Alloro Dafne, in ricordo della ninfa), che fuggiva dal dio che la inseguiva;
fu lo stesso Apollo a proclamare questa pianta sacra al suo culto, tanto da
considerare i suoi rami il simbolo della gloria e della vittoria. Nacque da
questo la consuetudine di posare sul capo dei vincitori, in competizione o in
battaglia, una corona di rami di alloro intrecciati che testimoniava così la
vittoria. Anche la gran parte delle civiltà successive a quella greca continuarono
a considerare l’alloro una “pianta nobile”: essa era sempre presente nei grandi
giardini imperiali e gli imperatori romani si cingevano costantemente la testa con
corone di alloro durante i trionfi e nelle pubbliche cerimonie, usandole come vere
e proprie preziose corone regali. Una leggenda narra che Giove in persona
regalò all'imperatore Cesare proprio una pianta di alloro, per evidenziare le
vittorie ottenute sul campo di battaglia da uno dei personaggi più importanti
della Roma antica.
L’usanza della corono
d’alloro sul capo dei vincitori durò a lungo e si protrasse ben oltre il Medio Evo; nel Rinascimento ad essere
incoronati o "laureati" come si diceva, non erano più i sovrani ma i
giovani poeti ed i letterati. La corona di alloro, nel tempo, rappresentò un
interessante simbolo iconografico, utilizzato da pittori e scultori, che
raffiguravano volti o mezzi busti di imperatori o persone famose e dotte,
ritratte o scolpite con sul capo la
corona d’alloro. Tra i vari esempi che la storia ci ha lasciato, ci basti
ricordare Dante Alighieri e Giulio Cesare normalmente ritratti con corone d’alloro sul loro
capo. L’attuale termine "laurea", in effetti, non fa altro che
indicare proprio la corona d’alloro posta sul capo, riconoscimento accordato a
chi supera determinati traguardi.
Alloro, dunque, sommo simbolo
di vittoria, riconoscimento pubblico d’onore, ma anche “portafortuna”, talismano
dato all’uomo dagli dei. In molte leggende popolari si sostiene che piantare un
alloro davanti alla porta di casa contribuisce ad allontanare i fulmini. Dono
questo dato all’uomo dagli dei dell’Olimpo, in quanto Giove aveva decretato che
questa pianta fosse preservata da ogni
avversità, per il rispetto dovuto a
Dafne, e di conseguenza la sua presenza avrebbe di riflesso preservato anche la
casa. Anche nella civiltà cristiana l’alloro incarna la
rappresentazione del tributo di pubblico onore concesso ai Santi: non c’è festa
religiosa dove non compaiano rami di alloro ad abbellire il sagrato delle
Chiese a testimonianza della fede e della devozione. Vediamo ora di
approfondire la conoscenza di questa pianta, sotto certi aspetti straordinaria.
L'alloro appartiene al
genere Laurus ed alla famiglia delle Lauraceae, e comprende piante originarie
dell'Asia minore, introdotte nel bacino del Mediterraneo in tempi antichissimi.
Il suo nome deriva dal latino "laurus" che vuol dire
"nobile". E' una pianta molto diffusa, soprattutto
nei paesi a clima temperato sia in pianura che in collina. Il Lauro cresce
spontaneo in tutti i Paesi del Mediterraneo, nelle macchie e nei boschi ed è
molto utilizzato nei giardini e nei parchi come pianta ornamentale oltre che
apprezzato per la sua fragranza aromatica. Il Lauro è una pianta perenne a
portamento arbustivo e può assumere la forma di un cespuglio o di un albero
tanto che se trova le condizioni ideali può raggiungere anche i 10-12 m di
altezza. Il tronco è normalmente liscio con corteccia nerastra con rami sottili
e molto fitti. Le foglie, portate da un corto picciolo, sono lanceolate,
coriacee, di un bel verde scuro con i bordi ondulati e con la pagina superiore
lucida mentre quella inferiore è di un verde-giallo tenue ed opaco. Esse sono
ricche di ghiandole resinose che le conferiscono il caratteristico aroma.
I
fiori sono riuniti in infiorescenze a grappolo o in cime ascellari e sbocciano
all'inizio della primavera.
L’alloro è una pianta
dioica vale a dire che esistono piante che portano solo fiori maschili e piante
che hanno solo fiori femminili, che portano cioè gli organi riproduttivi
femminili preposti alla formazione del frutto, che riceveranno l’impollinazione
da parte dei fiori maschili. Il frutto è una bacca, simile ad
una piccola oliva che diviene nero-bluastra con la maturazione. Le bacche,
molto aromatiche, contengono un solo seme e maturano nei mesi di ottobre e
novembre. Sia le foglie che i frutti sono ricchi di oli essenziali: nelle
foglie (dall'1 al 3%) e nelle bacche (dall'1 al 10%); oli che contengono
geraniolo, cineolo, eugenolo, terpineolo, fellandrene, eucaliptolo e pinene.
L’alloro è una pianta rustica
che si adatta molto bene a crescere nelle più diverse situazioni ambientali,
non solo in pieno campo ma anche in vasi o cassette. Preferisce l’esposizione
in pieno sole, ma cresce bene anche nei luoghi ombreggiati. Coltivato in
giardino o anche in terrazzo l’alloro
riveste per la famiglia che lo cura un’importanza multiforme: da quello
di profumare l’ambiente a quello culinario, dall’uso medicamentoso a quello digestivo:
tante sono, infatti, le proprietà benefiche di questa pianta. Le parti della
pianta maggiormente usate sono le foglie e i frutti. Le
foglie si possono raccogliere tutto l'anno anche se, raccolte a luglio -
agosto, hanno una maggiore concentrazione di essenze aromatiche. I frutti si
raccolgono in autunno, quando sono maturi. Le foglie si possono consumare per
uso culinario fresche o secche. Per l'essicazione si sistemano all'ombra, in un
luogo aerato e una volta secche durano circa un anno. Dopo tale periodo perdono
gran parte del loro aroma e assumono un sapore amarognolo. Le bacche si fanno
essiccare al forno a bassa temperatura e si conservano poi dentro barattoli di
vetro ed hanno un sapore molto più forte e robusto delle foglie. Foglie e
frutti sono oggi normalmente usati nella cucina di tutto il mondo per il suo forte
e gradevole aroma. Le foglie hanno la particolarità che non perdono l'aroma
dopo la cottura. Le foglie d’alloro, usate come deodorante per profumare gli
ambienti della casa o gli abiti appesi negli armadi, sono anche una buona difesa
contro le tarme.
Innumerevoli gli usi culinari
dell’alloro: le sue foglie insaporiscono arrosti, sughi, brasati e stufati,
oltre che complemento e supporto per antichi e tipici dolci. L’intenso profumo
sia delle foglie che dei frutti, unito ai particolari principi digestivi, fanno
delle parti di questa pianta la materia prima per un ottimo liquore digestivo, molto
diffuso in tutto il Sud Italia. Il liquore all'alloro è una bevanda che si può
ricavare dopo aver provveduto a mettere in infusione in alcool etilico sia le
foglie che i frutti della pianta. Usando
le foglie la macerazione dovrà durare almeno una settimana: in questo modo le
sostanze benefiche contenute si disciolgono nell’alcool etilico, creando un
composto che successivamente verrà mescolato con uno sciroppo di zucchero.
Il liquore
in formazione dovrà essere lasciato a riposare per qualche giorno, all'interno
di bottiglie con chiusura ermetica. Il prodotto finale presenterà una
conformazione particolarmente densa, caratterizzato da un'intensa colorazione
verde acqua ed un ottimo profumo che evidenzia all’olfatto l’aroma tipico della
pianta di alloro. Prima del consumo l’infuso dovrà essere lasciato ancora riposare
e successivamente filtrato. Dopo un ulteriore periodo di riposo e previa
verifica della totale sedimentazione dei residui, un ultimo filtraggio
consentirà l’imbottigliamento. E’ preferibile attendere ancora un mese di
riposo in cantina, prima del consumo del prodotto. In
Emilia Romagna anziché ricavare il liquore dalle foglie si usano le bacche:
l’infuso liquoroso è chiamato Laurino. Ecco gli ingredienti usati: 300 gr di drupe (bacche di alloro); 500 gr di
acqua, 500 gr di alcool puro, 300 gr di zucchero. Ricetta: fare bollire per 3 o
4 minuti l'acqua con lo zucchero. Quando lo sciroppo è freddo unire l'alcool
puro, mescolare e versare sulle drupe di alloro che saranno state poste dentro
un vaso da tappare bene. Sbattere energicamente 2 3 volte la settimana, tenendo
ben chiuso per almeno un mese. Filtrare poi un paio di volte il prodotto e far
riposare per uno, due mesi. In entrambi gli infusi le proprietà
digestive sono date dall’olio di alloro, che possiede una particolare azione
benefica nei confronti dell'apparato digerente.
Le proprietà
medicamentose dell’olio di alloro, contenuto in particolare nelle foglie, sono
utilizzate efficacemente non solo in infuso idroalcolico ma anche in semplice
infuso d’acqua calda. Questa modalità di utilizzo, forse la più diffusa, è
certamente quella più semplice e veloce
da realizzare in casa. Per preparare un infuso di alloro è necessario mescolare
all'interno di una scodella, un po' di acqua bollente e una manciata di foglie fresche
o anche secche di alloro. Successivamente sarà necessario coprire la scodella e
poi aspettare per almeno cinque minuti che il composto si amalgami. Tanti i
malanni che ne possono beneficiare: dalle indigestioni alle malattie da
raffreddamento ed ai vari dolori influenzali. Anche i suffumigi danno buoni
risultati: nel caso in cui si voglia porre rimedio ad uno stato febbrile da
raffreddamento, ad esempio, si mettono le foglie di alloro in un catino contenente
dell’acqua molto calda e, dopo aver coperto il capo con un panno di cotone si
inspirano a lungo i benefici effluvi che danno grande sollievo alle vie
respiratorie arrossate. Anche le bacche, conservate intere o ridotte in
polvere, sono un buon prodotto medicamentoso. La polvere, ricavata dalle bacche
dopo un'attenta fase di essiccazione, può essere molto utile per combattere
l'influenza, le paralisi e i gas intestinali.
Oltre gli oli essenziali
prima ricordato le foglie di alloro si caratterizzano per contenere una grande
quantità di vitamina C al loro interno: si è dimostrato come ogni cento grammi
di alloro, portino in dote ben il 77,5% della dose giornaliera consentita di
vitamina C per una persona adulta. Non solo vitamina C, dato che all'interno
delle foglie di alloro si possono trovare anche ottime quantità di vitamina A, acido
folico, una discreta quantità di niacina, acido pantotenico e riboflavina, che sono
in grado di svolgere un'azione benefica sul metabolismo. Anche diversi minerali
fanno parte dei componenti essenziali delle foglie di alloro: all'interno di
essere possiamo trovare, infatti, potassio, rame, manganese, calcio, ferro,
zinco, magnesio e selenio.
Le numerose ed utili
sostanze contenute nell’alloro, proprio per la loro efficacia e forza, sono da
usare con intelligenza, capacità e moderazione. La sostanza più importante, l’olio
di alloro, è un medicinale da usare con molta cautela. L'olio si estrae
attraverso il classico sistema della distillazione delle parti più importanti
della pianta, ovvero le foglie, ma anche i rami più giovani, dopo averli
adeguatamente essiccati. Una volta estratto quest’olio essenziale si presenta
come un liquido dal colore verde scuro, assolutamente non tossico, che si
caratterizza per diffondere un tradizionale profumo di spezie. Pur privo di
tossicità, però, l'olio essenziale di alloro può essere considerato un vero e
proprio narcotico e, per tale motivo, può causare rilassatezza e sonnolenza ed
è meglio evitarne l'assunzione prima di lunghi viaggi in macchina. L’uso è
anche controindicato nelle donne in stato di gravidanza e nei soggetti particolarmente
sensibili, ai quali può provocare delle particolari forme di dermatiti. In sintesi prima
dell’assunzione di quest’olio è sempre meglio accertarne la tollerabilità, a
partire dal profumo caratteristico, che se non ben sopportato, può causare
reazioni allergiche o voltastomaco.
Innumerevoli gli usi
dell'olio di alloro a livello terapeutico: esso possiede una spiccata azione
antisettica, emmenagoga, antidolorifica e, come dicevamo in precedenza,
digestiva. Inoltre risulta particolarmente utile per curare diversi casi di
alopecia, è particolarmente adatto in tutti quei casi di cattiva digestione,
svolge un'azione rinfrescante sulla pelle delle persone con sudorazione
eccessiva, oltre che risultare particolarmente utile per la risoluzione dei
problemi legati al sistema neurovegetativo. Il prodotto dimostra tutta la sua utilità anche nella cura
delle infezioni che colpiscono il cavo orale, come ad esempio stati influenzali
o tosse con catarro. Beneficiano delle proprietà di questo straordinario
prodotto anche le affezioni muscolari, ed i dolori di natura reumatica;
particolarmente efficace anche l’azione svolta per contrastare lo svilupparsi di
gas intestinali. L’olio di alloro, è un prodotto di cui neanche la cosmesi può
fare a meno!
Nella moderna cosmesi, tra
i principali prodotti che vengono realizzati utilizzando l'olio essenziale di
alloro, troviamo in particolare quelli impiegati per la cura del corpo. Fra i
più importanti i saponi, che sono in grado di svolgere una perfetta azione
antinfiammatoria, antisettica e purificante, grazie alle straordinarie
proprietà idratanti e detergenti: i saponi all’olio di alloro sono indicati anche per le pelli più delicate. Tra gli altri
prodotti in uso per la cura della persona a livello cosmetico troviamo anche
profumo, detergenti e creme, tutti a base di olio essenziale. Nelle principali
farmacie ed erboristerie, possiamo trovare anche dei bagnoschiuma all'alloro,
che permettono di donare un ottimo senso di freschezza nel corso della doccia o
del bagno: l’uso è consigliato in particolare a quanti hanno un livello di
sudorazione estremamente elevato. Sul mercato si possono trovare altri numerosi
prodotti per il corpo, come ad esempio la crema a base di alloro bianco, che è
in grado di svolgere una funzione protettiva e lenitiva della pelle, garantendo
un risultato morbido ed estremamente vellutato. Si tratta di una crema che deve
essere impiegata, nella maggior parte dei casi, dopo i bagni o le docce, per
fare in modo di svolgere un'azione reidratante dell'epidermide.
L’alloro, dunque,
grande dono fatto dagli dei all’umanità, e che ancora oggi, con il suo profumo
e le sue virtù, continua a regalare agli
uomini e le donne del terzo millennio le sue benefiche proprietà. Io, come
detto in apertura di questa riflessione, ho una passione per l’alloro: ne ho
una bella pianta nel cortile della casa di Oristano ma anche due nella casa al
mare (ancora piccole ma che orgogliosamente crescono) ed una in quella
collinare di Norbello. Il verde intenso delle sue foglie mi rasserena, staccarne una foglia e
stropicciarla tra le mani, inspirarne l’intenso profumo, mi regala una intensa
sensazione di benessere. Forse in quel profumo c’è ancora traccia del respiro
di Dafne che correva inseguita da Giove.
Un sincero grazie, a
tutti Voi che leggete, della Vostra sempre gradita attenzione.
Mario
1 commento:
grazie mario per i tuoi utilissimi post sulle virtu' delle piante, ne faccio sempre buon uso.
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