Oristano 15 giugno 2020
Cari amici,
Su questo blog ho già
avuto modo di parlare di cicloturismo con il mio post del 18 luglio dello
scorso anno; chi vuole può andare a leggere o rileggere quanto scrissi allora
cliccando sul seguente link: http://amicomario.blogspot.com/2018/07/il-progetto-la-rete-ciclabile-della.html.
In realtà finalmente la nostra isola cerca di recuperare terreno,
turisticamente parlando, anche in questo settore che appare sempre più interessante,
oltre che particolarmente benefico per il corpo e la mente.
Nel post prima accennato ho parlato di “Sardegna in bicicletta”, un
motto che potrebbe anche diventare un probabile slogan turistico, da portare
avanti e diffondere in modo capillare, tale da poter catalizzare nell’isola un
interessante flusso di amanti delle due ruote. E su questo fronte la Regione ha
deciso ormai di puntare, avendo predisposto nell’ultimo periodo un percorso per
ora calcolato in circa 2.700 chilometri e che costituisce la prima “Rete
ciclabile” della Sardegna.
Un progetto davvero interessante, portato avanti dalla Regione Sarda e
dal C.I.R.E.M. (Centro Interuniversitario Ricerche Economiche
e Mobilità delle Università di Cagliari e Sassari), che si è
aggiudicato il Premio urbanistica 2018, vincendo il concorso
indetto dalla rivista scientifica dell’Istituto Nazionale di Urbanistica.
Amici, una rete che ha
mosso i primi passi di recente (alla fine del 2019), e che ora ha rafforzato le
sue radici in seguito alla quarantena creata dalla pandemia del Coronavirus che
ancora ci perseguita. In quest’ottica ha preso corpo “Sardegna
Cicloturismo”, la prima associazione di categoria degli operatori del
"Turismo in bicicletta" in Sardegna.
I suoi obiettivi: il dialogo con le Istituzioni, il riconoscimento
professionale della categoria e la promozione della Sardegna come meta a
livello internazionale.
Il cicloturismo, in
realtà è un fenomeno che sta progredendo in maniera veloce e senza fare rumore,
proprio come fa la bicicletta! Quello delle due ruote è un mercato in grande
evoluzione e l’isola ha ora la possibilità di approfittarne sul piano turistico
e nell’indotto che un sempre maggior utilizzo potrà sviluppare. Confartigianato
Sardegna, che ha analizzato i dati Istat afferma che i 2.649 chilometri di
ciclovie sarde da realizzare con i 161 milioni messi a disposizione,
trasformeranno l’isola nel paradiso del turismo a due ruote, aprendo
prospettive interessanti per molti altri settori.
In Sardegna il settore
principe legato alla bicicletta è quello costituito dalle 61 imprese isolane
che producono, riparano e noleggiano biciclette e che danno lavoro a circa 200
addetti, ma ne beneficeranno anche le aziende di autotrasporto, i commercianti,
gli albergatori, i ristoratori e le società di servizi.
Antonio Matzutzi,
Presidente di Confartigianato Imprese Sardegna, ha così commentato: «Nel
panorama di una vacanza slow in Sardegna, nelle città, lungo le coste o
nell’entroterra il cicloturismo è in progressione straordinaria, tanto che il
Piano infrastrutture allegato al Documento di economia e finanza 2018 ha
previsto il finanziamento della “Ciclovia della Sardegna”, un anello di ben
1.230 chilometri che parte da Santa Teresa Gallura e arriva a Sassari».
Matzutzi in particolare
ha sottolineato come «incrementare gli investimenti in questo settore ha
numerosi impatti. Il primo è che per realizzare ogni chilometro di pista
saranno a disposizione oltre 60mila euro: questo darà lavoro alle moltissime
piccole e medie aziende del nostro territorio che sono specializzate in questo
settore, anche nelle manutenzioni».
Ma non solo: «Così facendo offriremo spazio
per una nuova immagine del nostro turismo. Non dimentichiamoci che ogni
cicloturista spende 130 euro al giorno rispetto ai 70 di uno che si reca al mare
È questo il poker che la Sardegna del futuro potrà giocarsi, con la
valorizzazione delle due ruote; i dati relativi alla nostra Isola sono molto
chiari».
Cari amici, è tempo,
ormai, di ridare un futuro alla bicicletta, diventata purtroppo obsoleta.
L’anno della prima riflessione sul recupero di questo antico mezzo ecologico
nei grandi centri urbani credo possa essere considerato il 2015, quando la
Regione sarda riconobbe le ciclovie e la mobilità ciclistica come “fattore
strategico” nella pianificazione regionale delle infrastrutture prioritarie.
Ora è tempo di concretizzarlo quanto prima, questo interessante progetto. Prima
lo completeremo e prima inizieremo a beneficiarne.
A domani.
Mario
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