Oristano 9 giugno 2020
Cari amici,
Che la natura sia
straordinariamente versatile, capace di adattarsi in tutte le situazioni, anche
quelle più critiche come la penuria d’acqua, gli studiosi lo sanno bene. La
natura ha una capacità di resilienza che a volte supera anche la più fervida
immaginazione! L’esempio che porto oggi a Voi, amici, lo dimostra in maniera
inequivocabile: nella savana kenyota, è stato realizzato un bellissimo giardino
che dimostra la capacità di determinate piante di resistere anche nelle
condizioni più avverse.
Nella savana di Laikipia,
in Kenya, località posta a sei ore da Nairobi, l’architetto Jinny Bloom ha
realizzato un giardino fantastico, la cui particolare vegetazione utilizzata
gioca allegramente con la morbidezza della pietra vulcanica e le altre risorse
locali. La straordinaria designer di giardini, che vanta amicizie e lavori
realizzati anche per la Corona britannica, ha accettato una sfida grandiosa,
progettando e realizzando, nella Riserva di Borana, nel profondo della Rift
Valley keniota, un giardino straordinario!
Jinny Bloom è una donna
‘tosta’ e a chi le chiede come abbia fatto a concepire un progetto così ‘fuori
dal comune’, risponde semplicemente: “La mancanza d’acqua”! Una risposta semplice, data con un sorriso
disarmante, che lascia senza parole. In realtà, seppure difficile da credere, la
sfida è stata proprio la mancanza d’acqua, quell’indispensabile sorgente di
vita, che, se carente, scoraggia quasi sempre i costruttori di giardini, mentre
invece ha attizzato la mente di Jinny a cimentarsi con successo nella
realizzazione del giardino di cui oggi parlo con Voi, amici.
Il luogo dove è avvenuto
questo straordinario miracolo è la savana di Laikipia, che oltre a vantare un
clima particolarmente secco, si trova a sole 6 ore di strada da Nairobi; questa
vicinanza rende la località particolarmente appetibile ai turisti, nonostante
la sua natura impervia e la cronica penuria d’acqua che rende difficili gli approvvigionamenti
di qualsiasi sorta. Eppure è qui, in questo luogo bello e difficile, che è
nata, nel grande parco che circonda Arijiju, una residenza privata
letteralmente immersa nella savana, progettata nel 2016 dall’architetto
londinese Alex Michaelis Boyd, un luogo fantastico da cui si scorge la neve del
Monte Kenya.
Ed è proprio per abbellire
questa villa particolare che Jinny si è data da fare per realizzare un
magnifico, meraviglioso giardino. Per sopperire alle difficoltà logistiche
prima accennate, il suo studio ha dovuto fare di necessità virtù, impiegando
450 operai kenyoti e utilizzando per quanto possibile materiali locali. Lo
scopo che Jinny si era prefisso era quello di mantenere lo stile dell’edificio
ispirato all’architettura autoctona e mimetizzata in quel paesaggio naturale,
grazie ai tetti ricoperti d’erba.
“Abbiamo lavorato
interamente con pietra del posto, - ha commentato Jinny con i
giornalisti - ho scolpito dei gradini nella morbida pietra vulcanica e abbiamo
lasciato la pietra esposta come muri ovunque l’abbiamo trovata; così nei
cortili delle ville degli ospiti abbiamo innestato la pietra tagliata con la
pietra grezza della collina e abbiamo usato quella locale per creare altre
caratteristiche”.
L’architetto si è concesso un unico strappo alla regola: la realizzazione di una piscina a sfioro, per la cui terrazza è stato utilizzato il lucido tadelakt (un rivestimento a base di calce) e dei bei ciottoli levigati a mano nel colonnato del cortile.
L’architetto si è concesso un unico strappo alla regola: la realizzazione di una piscina a sfioro, per la cui terrazza è stato utilizzato il lucido tadelakt (un rivestimento a base di calce) e dei bei ciottoli levigati a mano nel colonnato del cortile.
Il giardino che adorna
questa magnifica villa è nato dalla caparbietà, dallo studio e dall’intelligenza di Jinny. Da persona tosta qual è, questo architetto sognatore ha scoperto che, nonostante la siccità, in quel luogo cresceva una
vegetazione incredibilmente simile a quella delle coste mediterranee, qualcosa
che non avrebbe mai immaginato prima; dopo questa scoperta a lei è venuto
relativamente facile progettare un giardino che non subisse troppo il danno della
mancanza di piogge regolari.
La sua grande esperienza
le è stata di enorme aiuto. Dal 2000 infatti, il suo studio si occupa di ogni
aspetto di design paesaggistico, anche ad altissimi livelli. Nel Regno Unito è
stata Co-Designer anche del Principe Carlo, e la sua fama è oggi in auge in
tutte le parti del mondo, con una serie di riconoscimenti importanti che la
collocano in posizione altissima fra i Designer mondiali. Inoltre, la sua
capacità relazionale è di alto livello, e anche nella realizzazione del
giardino kenyota ha giocato molto a suo favore l’affinità realizzata con il
popolo keniota.
Affinità rilevabile dalle
parole tratte dalle sue interviste: “I kenioti sono una nazione di
giardinieri, proprio come gli inglesi, e ci siamo davvero divertiti a lavorare
insieme: si prendono cura della terra e capiscono le piante. Piante che ho
acquistato localmente e anche da molti vivai lungo la strada che porta a
Nairobi. La tavolozza è sorprendente, il clima equatoriale è simile a quello
Mediterraneo. Essendo metà del sud della Francia capisco bene le condizioni
climatiche, quindi è stato un piacere lavorare con piante familiari”.
Cari amici, un grande
plauso a Jinny Bloom, straordinaria interprete della natura, da lei utilizzata al
meglio per sovvenire alle esigenze dell’uomo, anche perché conoscendo e
rispettando la natura, l’equilibrio del pianeta resta intatto anche per la vita
ed il bene delle generazioni future.
A domani, amici!
Mario
Nessun commento:
Posta un commento