Oristano 12 giugno 2020
Cari amici,
Seppure la nostra
Costituzione all’art. 11 parli chiaro, nel senso vi è scritto che “l’Italia
ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e
come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali”, così come
chiaramente afferma, all’art. 32, che “la Repubblica italiana tutela la
salute come fondamentale diritto dell'individuo e interesse della collettività,
e garantisce cure gratuite agli indigenti”, la risultante è che non
sempre questi dettami costituzionali appaiono realmente rispettati.
Nel 2020, l’Italia ha impegnato nel bilancio
della Difesa 26 miliardi di euro. La somma iscritta in bilancio è servita ad
acquistare nuovi sistemi d’armamento come i bombardieri nucleari F35, le
fregate FREMM e la portaerei Trieste. Ebbene, mentre la spesa militare negli
ultimi anni è cresciuta dall’1,25% all’1,40%, la spesa per la sanità ha subito
una contrazione complessiva passando dal 7 al 6,5% del PIL. E sapete con quale
risultato? Vediamolo insieme.
Mentre l’Italia ha messo
in cantiere gli acquisti degli F35, le fregate Fremm, la portaerei Trieste e
molto altro, il settore sanitario, con la diminuzione dei finanziamenti, ha dovuto
tagliare ben 43mila posti di lavoro, avendo subito un de-finanziamento
complessivo, in 10 anni, di 37 miliardi, e un numero di posti letto per 1.000
abitanti negli ospedali, sceso a 3,2 nel 2017, a fronte della media europea di
5,0 ogni mille abitanti. Tutto questo lo abbiamo potuto constatare, toccare con
mano, con l’arrivo della pandemia del COVID-19, che ha mostrato in modo
impietoso l’indebolimento subito dal Sistema Sanitario Nazionale.
Indubbiamente un'incredibile
sproporzione tra ciò che lo Stato ritiene di dover spendere per la Difesa e per
gli armamenti e quello che invece ha stabilito di dover concedere al settore
della sanità. In particolare noi sardi, abbiamo avuto modo di toccare con mano “i
risparmi” messi in campo nella nostra isola dalla Giunta precedente a quella in
carica, con una catastrofica ristrutturazione della rete ospedaliera, che ha cercato
di chiudere i presidi ospedalieri minori, arrivando anche a portare via il
punto nascita presente nell’isola de La Maddalena!
Per fare degli esempi,
cari amici, pensate che con quanto si spende per l’acquisto di 16 aerei F35 si
potrebbero attrezzare be 32mila posti di terapia intensiva, che sarebbero stati
utilissimi per far fronte alla pandemia scatenata dal Coronavirus! Con quanto speso per acquistare una nuova
portaerei si sarebbero potute comprare più di 5 miliardi di mascherine! Ecco
due esempi di quanto avrebbe potuto fare l’Italia sul fronte sanitario se negli
ultimi anni non avesse aumentato le proprie spese militari.
I dati statistici, lo
sappiamo, non sono addomesticabili. «Nel decennio 2010-2019 – come si legge in
un rapporto del settembre scorso – il finanziamento pubblico del SSN è
aumentato complessivamente di € 8,8 miliardi, crescendo in media dello 0,9%
annuo, tasso inferiore a quello dell’inflazione media annua pari a 1,07%. In
altre parole, l’incremento del FSN nell’ultimo decennio non è stato neppure
sufficiente a mantenere il potere di acquisto» (FONTE: Report Osservatorio
GIMBE n. 7/2019). Credo che ogni ulteriore commento sia solo superfluo.
Cari amici, i drammi
vissuti durante il periodo di questa pandemia dimostrano che purtroppo le scelte
fatte (spese militari su e spesa sanitaria giù) non sono state lungimiranti. «Non
sono le armi e gli strumenti militari a garantire davvero la nostra sicurezza» ha
commentato Francesco Vignarca, portavoce della Rete Disarmo. «La
sicurezza è al contrario promossa e realizzata da tutte quelle iniziative che
salvaguardano la salute, il lavoro, l’ambiente (per il quale l’Italia
alloca solamente lo 0,7% del proprio bilancio spendendone poi effettivamente
solo la metà)».
A peggiorare la
situazione, inoltre, c’è un ulteriore fattore. Nei prossimi anni, la spesa
militare potrebbe crescere ulteriormente. L’amministrazione statunitense guidata
da Trump sta infatti spingendo da anni affinché gli alleati NATO incrementino
il proprio bilancio militare portandolo al 2% rispetto al PIL. Per l’Italia
questo significherebbe un ulteriore esborso di almeno 10 miliardi di euro ogni
anno.
Amici, difficile
prevedere come andrà a finire, se questo Governo o il prossimo (se non
tarderemo ad andare a elezioni) non si metteranno in testa che l’Italia ha ben
altre priorità che aumentare ancora il bilancio della difesa! Con la sanità che
fa pietà, la scuola che ha strutture obsolete e gli insegnanti peggio pagati d’Europa,
oltre all’ambiente da salvaguardare e alla crisi occupazionale creata dal
Coronavirus, magari penseremo a incrementare ancora il bilancio militare...
Saremo davvero capaci di
un’inversione di tendenza? Per ora io ne dubito…
A domani.
Mario
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