giovedì, luglio 13, 2017

LIBRETTI DI RISPARMIO AL PORTATORE ADDIO! FINISCE UN’EPOCA NELLA QUALE "IL LIBRETTO" RIUSCÌ AD INCENTIVARE IL RISPARMIO NELLE FAMIGLIE.



Oristano 13 Luglio 2017
Cari amici,
Che nulla duri in eterno è cosa nota. Anche strumenti di grande importanza, col passare del tempo vengano ‘cancellati’, sostituiti da nuovi prodotti, consoni a soddisfare nuove esigenze e nuove normative.  È accaduto anche per i “Depositi a risparmio al portatore”, sia bancari che postali, ritenuti ‘fuori regola’ per le nuove esigenze di controllo dei flussi finanziari (per evitare il riciclaggio), e quindi da abolire. Lo ha stabilito il Governo, che nella riunione dello scorso 24 Maggio ha approvato il Decreto che recepisce una Direttiva dell’UE in materia di anti-riciclaggio; il successivo 20 Giugno il testo è stato pubblicato nella Gazzetta Ufficiale, stabilendo l’entrata in vigore del provvedimento dal 4 Luglio, proprio pochi giorni fa.
I libretti al portatore vanno dunque in soffitta, a partire da questo Luglio, conseguentemente all'entrata in vigore del decreto legislativo n. 90/2017. Da quella data, infatti, sarà ammessa esclusivamente l'emissione di libretti di deposito nominativi mentre sarà vietata l'apertura di conti e libretti di risparmio in forma anonima. Banche e uffici postali, in pratica, potranno proporre ai risparmiatori solo libretti intestati a persone fisiche o giuridiche, su cui ci sarà l'obbligo di controllo e identificazione dei titolari.
Finisce dunque l'era di un antico e valido strumento di risparmio, la cui origine risale alla fine dell’800! Si, questo strumento nacque nell’ormai lontano 1875 alle Poste e, nel corso dei decenni, ha subito tante evoluzioni, sino a diventare, ora, obsoleto. Eppure per oltre un secolo il "libretto al portatore" ha consentito a nonni, padrini, zie e zii di mettere da parte piano piano dei soldi, per fare poi una sorta di "regalo" alle nuove generazioni (sono stati a lungo un dono dei nonni per il battesimo o i primi compleanni dei nipotini), ma tutto, nel bene o nel male, ha un termine, arriva a scadenza. Ancora oggi è ingente la massa di libretti al portatore in circolazione, e dovrà necessariamente emergere per trasformarsi in libretti trasparenti, “nominativi” e quindi con l'indicazione del titolare, oppure in altri strumenti di risparmio, tassativamente entro la fine del 2018.
È stata l’esigenza di riuscire a contrastare l’anonimato della circolazione del denaro, in primis il contrasto al riciclaggio, a far sì che la legge italiana iniziasse a mettere dei vincoli ai titoli al portatore. Già con il Decreto Legislativo n. 231 del 21 Novembre 2007 i libretti al portatore furono limitati negli importi: non potevano avere un saldo uguale o superiore a 1.000 euro. Se la cifra era superiore era necessario estinguere il conto o portarlo a cifra inferiore ai 1.000, oppure trasformarlo in libretto nominativo, onde evitare di incorrere in sanzioni da parte del Ministero dell'Economia. E ora che fare?
Dopo l’entrata in vigore della nuova norma, cosa deve fare concretamente chi è in possesso dei 'vecchi' libretti? I titolari dei libretti al portatore dovranno recarsi in banca o alla posta entro e non oltre il 31 Dicembre del 2018 per estinguere i propri libretti al portatore e trasformarli in altri strumenti finanziari nominativi. A partire da quella data, infatti, i libretti al portatore diventeranno 'illegali' per cui i titolari saranno soggetti a sanzione amministrativa e verranno invitati a ritirare l'importo e versarlo su un titolo nominativo. E non è tutto: cambiano da subito anche le regole di gestione di quelli in essere, durante il periodo di vita residua.
Fino al 31 Dicembre 2018 le modalità di utilizzo dei libretti esistenti sono riservate all’intestatario del libretto (mentre prima poteva presentarsi chiunque a prelevare o versare); a partire dal 4 Luglio scorso nessun soggetto diverso da colui che ha acceso il conto potrà utilizzarlo. O meglio, le poste e gli uffici bancari non potranno impedire al 'portatore' di prelevare o versare la somma desiderata, ma avranno l'obbligo - in base a quanto stabilito dall'art. 50 del Decreto - di comunicare l'infrazione al Ministero dell'economia e della finanze, che provvederà poi all'avvio di una procedura sanzionatoria nei confronti sia del titolare che del fruitore del libretto in questione.
Cari amici, la guerra finale fatta ai libretti di risparmio "anonimi", quelli al portatore, che finora hanno consentito di gestire somme di denaro anche ingenti in totale anonimato, è giunta al termine. Come spesso accade però, a farne le spese saranno i tanti piccoli, modesti risparmiatori: quelle formichine che con questo strumento riuscivano, con grande sacrificio a mettere da parte per le generazioni future piccoli capitali. I grandi nomi, invece, quelli che amministrano i grandi flussi di denaro, conoscono ben altri sotterfugi per sfuggire alle maglie del controllo fiscale.
Siamo sinceri, a pagare da noi sarà sempre pantalone…
A domani.
Mario 


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