mercoledì, marzo 19, 2025

IL CURIOSO E STRAORDINARIO “POZZO DI SAN PATRIZIO” AD ORVIETO. UN CAPOLAVORO SOTTERRANEO DEL CINQUECENTO TRA MISTERO, STORIA E LEGGENDA.


Oristano 19 marzo 2025

Cari amici,

L’importanza di questa meravigliosa struttura sotterranea, nota in tutto il mondo come “IL POZZO DI SAN PATRIZIO”, è costantemente cresciuta nel tempo, diventando così diffusa da riuscire a creare un famoso detto: "ESSERE COME IL POZZO DI SAN PATRIZIO", un’espressione, questa. utilizzata per definire una riserva misteriosa e sconfinata di ricchezze, oppure, anche per indicare un’impresa, in cui si buttano risorse ed energie. ma inutilmente, nel senso che non riesce a concludersi, non arrivando mai alla fine. Ebbene, vediamo allora di arrivare a conoscere la vera storia di questo straordinario capolavoro d’ingegneria, realizzato nel Cinquecento.

A decidere l’edificazione di questo particolare, grandissimo pozzo fu, nella prima metà del Cinquecento, Papa Clemente VI, (il pozzo fu realizzato e completato tra il 1527 e il 1537) che, reduce dal Sacco di Roma, temendo una possibile mancanza d’acqua, lo volle realizzare con lo scopo di poter rifornire d’acqua la città in caso d’assedio, in modo da renderla indipendente da fonti esterne d’approvvigionamento. E così, sfruttando una sorgente naturale, l’acqua veniva convogliata (trasportata dai muli lungo le due rampe elicoidali a senso unico, in modo da non ostacolare il tragitto) all’interno del grande invaso. Alla fine delle scale un piccolo ponte collega le due rampe. Il livello dell’acqua rimane sempre costate grazie alla presenza di un emissario che fa defluire quella in eccesso.

Il grande pozzo fu realizzato da Antonio da Sangallo il Giovane, che a completare l’opera impiegò circa 10 anni. Collaborò con Antonio da Sangallo un certo Giovanni Battista da Cortona, mentre le parti decorative furono realizzate da Simone Mosca. I lavori si conclusero durante il papato di Paolo III Farnese (1534-1549). L’opera fu per l’epoca un grande capolavoro d’ingegneria, considerate le due rampe elicoidali a senso unico, completamente autonome e che, servite da due diverse porte, consentivano di trasportare con i muli l'acqua estratta senza ostacolarsi e senza dover ricorrere all'unica via che saliva al paese dal fondovalle.

Scavare questo grande pozzo, profondo ben 54 metri, non fu semplice: il tufo dell'altopiano su cui sorge Orvieto, è una pietra abbastanza dura, che certamente mise a dura prova i tanti lavoranti. Fu realizzato in forma cilindrica, con una base circolare di 13 metri di diametro; gli scalini per arrivare in fondo sono 248, e i finestroni che vi danno luce sono 72. Le due scale sono collegate da un ponte tuttora praticabile. Sul fondo del pozzo il livello dell'acqua, come detto prima, si mantiene costante.

Amici, a parte la straordinarietà dell’opera, molti si domandano: perché a questa fu dato il nome di “Pozzo di San Patrizio”? Partiamo dalle origini. Inizialmente il pozzo era detto "Pozzo della Rocca" in riferimento alla rocca o "Fortezza dell'Albornoz" situata nelle vicinanze, al servizio della quale il pozzo stesso era stato costruito. È solo in età ottocentesca che assunse l'attuale nome "Pozzo di San Patrizio", datogli dai frati del convento dei Servi che si ispirarono alla nota leggenda del santo irlandese Patrizio. È questa una storia curiosa, che voglio riportare per chi non la conosce.

In passato, in Irlanda, sull'isolotto di Station island nel Lough Derg, vi è una grande grotta alquanto profonda, tanto da essere ritenuta addirittura “senza fondo”- Come spesso succede, su questa profonda fenditura della terra sorsero delle leggende: questo anfratto venne considerato un tunnel verso l’aldilà, una spece di “Porta inferi”. La caverna, dunque, diventò idealmente la porta terrena di accesso al Purgatorio, e, solo dopo aver affrontato una serie di terribili prove per purificarsi dai propri peccati, si poteva raggiungere la fine della grotta che avrebbe portato l’anima all'ingresso del Paradiso. È proprio nei pressi di questa grotta che il santo irlandese San Patrizio amava ritirarsi in preghiera, e la caverna, per questo motivo, ottenne l'appellativo di "Purgatorio di San Patrizio".

Da questa antica storia i frati prima menzionati ricavarono il nome da dare al pozzo realizzato da Antonio da Sangallo per volere di Papa Clemente VI, che prese così il nome del santo irlandese. Un modo, dunque, per considerare anche questo manufatto sotterraneo un luogo di espiazione dei peccati, data anche la sua profondità, che richiamava quella della caverna irlandese. E così fu. Col passare del tempo questa grande costruzione ha calamitato schiere di visitatori, diventando una delle opere per cui Orvieto è oggi famosa nel mondo.

Cari amici, il Pozzo di San Patrizio è di norma aperto ai visitatori, che possono scendere lungo la rampa a spirale e così ammirarne la magnificenza da vicino. Mentre si avanza nelle profondità del pozzo, ci si rende conto dell’arduo lavoro e della dedizione che tanti operai impiegarono nella sua costruzione secoli fa. Le pareti di pietra lavorata testimoniano ancora oggi l’abilità degli artigiani che lo hanno realizzato. Oggi il Pozzo di San Patrizio è un grande simbolo dell’ingegno umano, che testimonia le grandi doti e le straordinarie capacità artistiche dell’uomo!

A domani.

Mario

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