Oristano 1° agosto 2023
Cari amici,
Inizio i post di agosto parlando di viaggi. Agosto è il mese dedicato alle vacanze, al riposo dopo mesi di lavoro, capace di ristorarci, oltre a farci scoprire nuove mete. Ebbene, il post di oggi parla di una curiosa impressione che succede un po' a tutti: il viaggio di ritorno ci sembra ben più breve di quello dell'andata. Durante l’andata, il viaggio viene percepito in tutta la sua reale lunghezza, mentre
ciò non avviene al ritorno. In parole povere, il viaggio di ritorno sembra, un
po’ a tutti, più breve di quello dell’andata. Ion realtà questa sensazione è
solamente un’illusione, e la scienza ha cercato di spiegare dettagliatamente il
perché la nostra mente elabora in modo diverso lo stesso viaggio! Alcuni hanno
cercato di motivare questa illusione con la convinzione che il viaggio di
ritorno appare meno lungo perché al ritorno la strada ci appare nota, ma gli
scienziati non sono d’accordo.
Gli scienziati sono stati
ben chiari in merito a questa ipotesi, affermando che questo “inganno della
mente” ha altre motivazioni. Per avere certezze hanno condotto diversi
esperimenti sia negli Stati Uniti d’America che in Olanda. Questi studi hanno
stabilito che il così detto “effetto del viaggio di ritorno” non è altro che
una sensazione diffusa che fa percepire la strada del ritorno più breve del 17
e 22% anche se il tempo e la distanza sono praticamente gli stessi dell’andata,
ovviamente sempre traffico permettendo o percorso diverso.
In realtà c’è da dire che
la nostra mente elabora in modo complesso le sensazioni che proviamo;
durante il viaggio di andata siamo felici ed eccitati, tanto che vorremmo
arrivare a destinazione in un baleno! Ciò ci porta a sottovalutare la distanza
da percorrere, e quindi il tempo nella nostra mente tende ad allungarsi, e ogni
chilometro ci sembra molto di più, con la voglia che abbiamo di arrivare quanto prima a
destinazione! Al contrario, durante il viaggio di ritorno la mente, ormai
sgombra, avendo appagato la curiosità iniziale, si adatta al percorso reale
rendendo, di conseguenza, il percorso ben più corto di quello dell’andata.
Amici, come accennato
all’inizio, l’illusione del nostro viaggio di ritorno percepito ben più breve di
quello dell’andata, è proprio dei viaggi in solitaria o in compagnia, (sia con
auto, autobus, moto, bicicletta e quant’altro), se relativi a percorso nuovi, o
poco noti. Questa illusione, infatti, si attenua o scompare durante i viaggi frequenti,
come quelli dei pendolari che per qualsiasi motivo sono costretti a spostarsi
quotidianamente ed è in questo caso che la ripetitività dei tragitti porta a non far scattare le illusioni sulla reale distanza da percorrere.
Amici lettori, ci piaccia
o no, l'effetto "viaggio di ritorno" più veloce è una realtà percepita
dalla nostra mente, che modella il tempo in maniera irreale rispetto alla
realtà. Chissà se Ulisse, che cercò di tornare a casa, ad Itaca, riuscendoci dopo
vent’anni avrà avuto la stessa sensazione: io penso di no! Albert Einstein, che
il tempo lo ha studiato a fondo nella teoria della Relatività che lo ha
reso celebre, ha stabilito che il tempo non è assoluto bensì relativo (per
questo motivo si chiama teoria della relatività) affermando che l'unica entità
ad essere costante nell'universo era la velocità della luce. Dunque il tempo si
doveva adattare a questa velocità, sempre costante. Questa è la realtà, ma la
nostra mente, quando necessario, la modifica a modo suo, giocandoci uno scherzo
non da poco: ingannandoci e facendoci sbagliare sull'effettiva durata del tempo
che passa!
Cari amici, voglio
chiudere questa mia riflessione con quella certa dose di ironia che mi
contraddistingue. Chissà come la mente di una viaggiatrice nello spazio come Samantha
Cristoforetti elabora i viaggi di andata e ritorno dalla terra nello
spazio! Lei, prima astronauta italiana a volare in orbita nella navicella Soyuz, impiega circa 3 ore ad atterrare nella stazione spaziale, mentre dal lancio all'aggancio
alla Stazione spaziale internazionale di ore ne occorrono ben sei! Forse ad Astro-Samantha,
avvolta dalla sua tuta pressurizzata e agganciata ai sedili del modulo interno
alla capsula, sarà sembrata un'eternità in entrambi i casi! Oppure, come lei
stessa ha detto, è solo "un sogno pieno di emozioni".
A domani cari lettori!
Mario
Nessun commento:
Posta un commento