giovedì, agosto 17, 2023

QUANDO IL FRIGO NON C'ERA! ECCO I SISTEMI CON CUI IN PASSATO VENIVANO CONSERVATI GLI ALIMENTI, ALCUNI DEI QUALI SONO ANCORA IN USO.


Oristano 17 agosto 2023

Cari amici,

In particolare col caldo il cibo in tempi brevi si degrada, per cui l’uomo, fin dalle sue origini, ha avuto bisogno di trovare soluzioni per conservare il cibo. L’uomo cacciatore e raccoglitore una volta catturata la preda o raccolti i frutti spontanei, non riuscendo a consumare quanto procurato in uno o pochi giorni, studiò il modo per poter utilizzare questo cibo più a lungo. Uno dei primi sistemi fu quello di esporre la carne e il pesce all’aria essiccando così il cibo, poi ricorrendo ad altri sistemi, come la salatura, all’uso dell’olio e al ghiaccio. Insomma, giorno dopo giorno, veniva utilizzata ogni possibile nuova scoperta per allungare la vita ai cibi che si procurava. Oggi amici, voglio ripassare con Voi una serie di questi antichi sistemi molti dei quali, è vero, sono andati in disuso con l’arrivo del frigorifero e del congelatore, ma altri sono ancora in auge.

Sin dai tempi più lontani l’affumicatura, l’essicamento, la salatura, la canditura, il trattamento con spezie, l’immersione in olio, o aceto, sono stati i principali sistemi naturali di conservazione del cibo, ai quali in epoca successiva si aggiunse la refrigerazione con blocchi di ghiaccio; questa, però, risultava abbastanza costosa e utilizzata per poche derrate, come carni e selvaggina. Per arrivare al costante utilizzo della refrigerazione si deve attendere fino agli inizi del Novecento, con l’apertura delle prime fabbriche di ghiaccio, a cui poi seguì la nascita dei primi frigoriferi.

L’antica civiltà contadina era dotata indubbiamente di sapienza pratica, in quanto con grande saggezza aveva prima compreso e poi sfruttato le proprietà disinfettanti e conservanti di alcuni elementi di cui disponeva, come sale, olio, aceto, vento, sole, spezie, etc. Con l’utilizzo del fuoco per la cottura, l’affumicatura e la biscottatura, da un lato e la fermentazione dall’altro si riusciva ad ottenere una buona conservazione. In Sardegna, ad esempio, il pane carasau e il Pistocu due tipi di pane che dopo lievitazione e cottura venivano biscottati, si riusciva ad allungare la loro durata sino a sei mesi ed oltre. Un sistema mai superato dal tempo, praticato con successo anche oggi.

In realtà certi metodi di conservazione che possiamo definire “ancestrali”, sono ancora tra noi, a partire, per esempio dall’affumicatura. È questa una tecnica di conservazione del cibo che risale alla notte dei tempi. Consiste nell'esporre un prodotto alimentare al fumo provocato dalla combustione di legna.  Affumicare gli alimenti permetteva di conservarli più a lungo, e con un piacevole e caratteristico sapore di fumo. La conservazione avveniva per due fattori: il primo è la perdita di liquidi, poi il fumo, fungendo da disinfettante, arrestava la proliferazione batterica.

Anche la salatura, o salagione a secco, è un metodo antico di conservazione del cibo, che consiste nel cospargere la superficie degli alimenti col sale; questo svolge un'azione disidratante e antimicrobica. L'azione osmotica del sale facilita la fuoriuscita dei liquidi e il cibo dura nel tempo. Formaggi, capperi, acciughe e alcuni salumi sono trattati proprio con questo trattamento, che per ogni ingrediente varia per durata e procedura. Sempre il sale è il protagonista della “salamoia”, la soluzione concentrata di acqua e sale utilizzata per i formaggi e per la conservazione di molti ortaggi, come capperi, olive e cetriolini.

Anche l’essiccamento è un metodo ancora in uso. Questo procedimento consiste nel privare progressivamente gli alimenti dall'acqua in essi contenuta; ciò permette di mantenere inalterate gran parte delle proprietà organolettiche. Il trattamento può essere fatto con diverse modalità e temperature, che variano dagli 0-2°C per lo stoccafisso nel nord Europa, utilizzando di fatto il freddo, ad alte temperature, invece, che raggiungono anche 40°C sotto il sole; così si essiccano i pomodori, l’uva passa e i fichi nel bacino del Mediterraneo.

MUGGINE A SCABECCIU

Un altro metodo di conservazione dei cibi ancora in utilizzo è quello tramite aceto (scapece), che è antico patrimonio di diverse cucine. Pare derivi dallo spagnolo escabèche o dal catalano escabetx ed è sicuramente di ascendenza medievale. Si usa soprattutto per il pesce, che viene prima cotto, bollito o fritto, e poi cosparso di aceto.  In Sardegna questa preparazione si chiama scabecciu e riguarda in particolare i pesci. Anche l’uso dello zucchero come conservante è ancora in auge. La canditura della frutta, con miele o zucchero, o l’immersione degli alimenti in miele o soluzioni con alte percentuali di zucchero funziona bene, facendo anche da antibatterico.

Anche le spezie sono un ottimo sistema di conservazione degli alimenti; esse vengono ad esempio utilizzare per i salumi, insieme al sale o viceversa in mix di spezie: in questo modo si conservano prodotti dolci, come i famosi pan pepati dell’Italia centrale, consentendo loro di durare più a lungo. Infine, è sempre in uso la conservazione sott'olio. Anche gli alimenti conservati sott’olio d’oliva vedono allungare la propria vita. Si tratta di un metodo gustoso ma costoso, limitato ad alcuni alimenti di un certo pregio.

Cari amici, quelli che ho riportato sono solo alcuni degli antichi metodi di conservazione degli alimenti, alcuni dei quali ancora in uso, anche se oggi, con la moderna tecnologia, in particolare con la catena del freddo, possiamo mangiare tanti cibi in apparenza belli freschi, anche se certamente non “di giornata”!

A domani.

Mario

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