venerdì, ottobre 27, 2023

LA DIRETTIVA U.E. PER L'EFFICIENTAMENTO ENERGETICO DELLE ABITAZIONI PREVEDE CHE NEGLI STATI MEMBRI TUTTE LE ABITAZIONI DOVRANNO ESSERE “CLIMATICAMENTE NEUTRE” ENTRO IL 2050.


Oristano 27 ottobre 2050

Cari amici,

Lo scorso 14 marzo, la Direttiva dell’Unione Europea sul necessario, miglioramento energetico delle abitazioni ha ottenuto il lascia passare del Parlamento Europeo. Il 6 giugno a Bruxelles si è discusso sul testo, predisposto per l’efficienza energetica “direttiva case green” degli edifici di tutta l’Europa. Il testo, emendato dal Parlamento europeo, sarà ora oggetto del negoziato finale tra il Consiglio UE e l’Esecutivo Europeo, prima di tornare in seduta Plenaria. L’obiettivo è quello di ridurre le emissioni di gas a effetto serra e il consumo finale di energia nel settore edile dell’Unione entro il 2030 e renderlo climaticamente neutro entro il 2050.

Stando al testo approvato, gli edifici residenziali dovranno raggiungere una classe di prestazione energetica minima di tipo “E” entro il 2030 e “D” entro il 2033. Nella classificazione di efficienza energetica (dalla lettera A alla G), la classe G dovrà essere del 15% degli edifici con le prestazioni energetiche peggiori in ogni Stato membro. Gli interventi di miglioramento delle prestazioni energetiche dovranno essere effettuati, secondo quanto riporta la Direttiva, al momento della vendita dell’immobile, oppure al momento della ristrutturazione dell’edificio. In media potrebbero servire per ogni abitazione circa 60.000 euro per l’adeguamento.

Stando al testo ormai in dirittura d'arrivo, gli edifici residenziali dovranno raggiungere entro il 2033 una classe di prestazione energetica tale da ridurre sia gli sprechi di energia che una maggiore salute del pianeta. La nuova normativa andrà dunque ad imporre una serie di ristrutturazioni agli edifici esistenti, affinché diventino meno inquinanti e più efficienti sul piano energetico. Gli addetti ai lavori, a questo proposito, chiariscono che gli interventi di ristrutturazione volti al miglioramento dell'efficienza energetica dovranno essere svolti sia quando arriva un nuovo inquilino nell'abitazione oppure in concomitanza di una vendita o ristrutturazione dell'intero edificio. Sulla carta, dunque, se una famiglia non ha intenzione di lasciare la propria abitazione o di ristrutturarla, non sarà obbligata a seguire la direttiva dell'Unione Europea.

Non è un mistero che la Direttiva sul miglioramento energetico rientra nel piano Fit for 55, il programma che prevede la riduzione delle emissioni di gas serra di almeno il 55% entro il 2030 rispetto a quelle registrate nel 1990. E non è nemmeno un mistero che la direttiva risulta fortemente osteggiata nel nostro Paese, essendo indubbiamente un problema di non poco conto, in quanto economicamente pesante. Contro il provvedimento si è scagliato ad esempio il Presidente di Confedilizia Giorgio Spaziani Testa, che lo ha definito "intriso di fanatismo e ideologia", e chiedendo allo stesso tempo alla premier Meloni di fermare la normativa UE.

Alla normativa prima richiamata, che ormai sta entrando in dirittura d’arrivo, ci sono delle eccezioni, meglio dire delle deroghe, che nel nostro Paese escludono circa 4 milioni di edifici: il 30% circa degli immobili interessati. Inoltre, gli Stati membri potranno aggiungere ulteriori deroghe nel recepimento della Direttiva UE. Ecco le tipologie di immobili esonerati dal nuovo obbligo di adeguamento e miglioramento energetico: le abitazioni unifamiliari di superficie inferiore a 50 metri quadri; le seconde case utilizzate meno di quattro mesi l’anno; gli edifici ricadenti nei centri storici; gli edifici vincolati dai Beni Culturali; le chiese e gli altri edifici di culto; gli edifici di proprietà delle Forze armate o del Governo centrale e destinati a scopi di difesa nazionale.

Insomma, amici, entro pochi anni, la gran parte delle nostre case dovrà adeguarsi ai nuovi standard. Secondo le stime effettuate dall’Enea, il 74% delle abitazioni italiane, cioè 11 milioni, sarebbe in classe energetica inferiore alla “D”. L’Italia è al nono posto nella classifica pubblicata dallo U.S. Green Building Council (USGBC) dei 10 migliori Paesi al mondo per edifici certificati sostenibili nel 2022. Al momento la Direttiva UE non prevede sanzioni in caso di mancata ristrutturazione degli immobili, secondo le sue previsioni. I governi avranno, tuttavia, la possibilità di prevedere delle sanzioni.

Cari amici, la Direttiva UE sulle Case Green si avvia verso l'ok finale. L'Italia, come prima accennato, è contraria alla normativa, che obbliga milioni di cittadini degli Stati membri a tutta una serie di costose ristrutturazioni ai loro edifici. In sintesi il dubbio è: cosa disporrà, alla fine, questo importante provvedimento? Ciaran Cuffe, relatore per l’Europarlamento ha precisato: “Bruxelles non dirà agli Stati membri cosa fare”, “Gli emendamenti lasciano ampia flessibilità”. Quanto alla flessibilità, io qualche dubbio lo avrei, e tanti italiani soffrono nell’attesa di conoscere di che morte debbono morire…

A domani.

Mario

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