martedì, novembre 08, 2022

RISCOPRIRE I VALORI PERDUTI. TRA I COMPITI DEI GENITORI C’È ANCHE QUELLO DI INSEGNARE AI PROPRI FIGLI LA GRATITUDINE.


Oristano 8 novembre 2022

Cari amici,

Per “GRATITÙDINE”, se andiamo a leggere un buon dizionario, si intende quell’espressione affettuosa dell’animo umano nei confronti di chi ci ha fatto del bene, in ricordo del beneficio ricevuto e col desiderio di poterlo ricambiare. Purtroppo, però, oggi la gratitudine non vive momenti molto felici, in un mondo dove tutto sembra dovuto ed è prassi corrente lamentarsi in continuazione per cercare sempre di ottenere “di più” e “meglio”. In passato il grande filosofo Cicerone ha definito la gratitudine come “la madre di tutte le virtù”. La gratitudine è aprirsi all’altro, offrire la possibilità di fare e ricevere del bene. Essa permette di realizzare le amicizie durature, è la base per vivere in armonia ed è capace di rendere più umana la nostra esistenza.

La gratitudine, però, va insegnata fin dalla più tenera età. Ed è qui che molti genitori sbagliano. Purtroppo, i primi a mettere in un cantuccio, o meglio nel dimenticatoio, la gratitudine sono i genitori che (purtroppo ora è la norma) educano i propri figli senza frenare il loro egoismo, consentendo loro di avere tutto e subito senza nessun atteggiamento di gratitudine e riconoscenza. Insegnare oggi la gratitudine ai propri figli è diventata quasi una sfida, in un mondo diventato arido e vuoto d’amore e di riconoscenza.

Eppure, amici, la maggior parte dei genitori vorrebbe avere in casa figli gentili e grati, felici e riconoscenti per i doni che essi ricevono non solo dai genitori ma anche dagli altri. Nessuno di noi, io credo, vorrebbe avere in casa figli egoisti, capaci solo di pretendere, che si comportano come dei principini che pensano di avere solo diritti e che si arrabbiano quando non ricevono il regalo che desiderano o non vengono accontentati in tutti i loro desideri.

Allora, direte Voi, come è possibile insegnare la gratitudine ai propri figli? Certamente partendo da un principio: quello dell’imitazione e dell’emulazione. Come ben sappiamo i bambini tendono a guardare e a emulare ciò che fanno e come agiscono i loro genitori. Allora, se vogliamo crescere figli grati, dobbiamo innanzitutto praticare noi stessi la gratitudine! Certamente non è difficile. Se di norma usiamo ringraziare tutti, dalla cassiera del supermercato allo sconosciuto che ci apre la porta del bar. Può anche trattarsi di parlare di gratitudine in ogni circostanza (anche quando è difficile). Per esempio, invece di lamentarci del tempo uggioso che non ci permette di uscire, condividete con i figli la gratitudine di poter stare a casa al calduccio guardando un bel film.

Certo, amici, che insegnare la gratitudine ai nostri “piccoli filosofi” non è semplice, ma ogni occasione può essere buona. Per esempio, facciamo notare loro che molte delle cose belle che ci capitano sono “doni” che abbiamo avuto la fortuna di ricevere, per cui dobbiamo semplicemente, imparare ad apprezzare le piccole e le grandi cose delle vita. Insegnare l’importanza della gratitudine ai bambini è fondamentale, soprattutto durante la crescita, quando per loro è tutto nuovo e il mondo è una scoperta continua: capire quando dire grazie, quando essere educati e come comportarsi in mezzo alla gente è fondamentale per il loro futuro e per una crescita equilibrata.

Insegnare loro a dire un semplice “GRAZIE” (per un gesto d’affetto ricevuto dalla mamma, da un amico, per un dono, eccetera) si rafforza nei bambini la consapevolezza di quanto sia importante e positivo il senso di gratitudine e lo si condivide con gli adulti (genitori, insegnanti, educatori), in quanto primo esempio e punto di riferimento per i più piccoli. Tutti noi, bambini compresi, dobbiamo valorizzare e apprezzare l’essenzialità e l’unicità di quello che ci circonda; dire “GRAZIE” significa dedicare tempo ed emozioni agli altri, è questa una parola universale che crea legami indissolubili.

Cari amici, è tempo che l’uomo riscopra i valori perduti e tra questi certamente la gratitudine. Tutti noi dovremmo ringraziare la vita per il fatto di averla, essere grati alla natura e rispettarla per tutto quello che quotidianamente ci dona, dire sempre “GRAZIE” per aver superato una prova o un momento difficile, senza dimenticarci di ringraziare chi ci è accanto, perché magari lo diamo per scontato. Ci sono tante cose per cui essere grati, e molte sono le piccole gioie della vita che riempiono il cuore. Chiudo con le sagge parole del grande Seneca: “È così grande il piacere che si prova nell’incontrare un uomo grato, che vale la pena rischiare di non essere un ingrato.”.

Grazie, amici lettori, a domani.

Mario

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