sabato, giugno 09, 2018

LA SCUOLA. L’OBBLIGO GENITORIALE DI AGEVOLARE L’ISTRUZIONE DEI PROPRI FIGLI. PUNIRE I GENITORI ASSENTEISTI, MA CREARE LE CONDIZIONI PER EVITARE L’ABBANDONO SCOLASTICO.


Oristano 9 Giugno 2018
Cari amici,
Su questo blog ho parlato spesso di scuola, analizzata in molti dei possibili risvolti: positivi e negativi. La scuola italiana in realtà di problemi ne ha molti e non sono nemmeno così semplici di risolvere; però questo non esime nessuno dal frequentarle, in particolare per gli anni in cui la legge prevede l’obbligo scolastico. L’occasione per parlare oggi di “obbligo scolastico”, me lo danno diversi giornali che, per l’ennesima volta, hanno messo in risalto gli interventi effettuati dalle forze dell’ordine nei confronti delle famiglie inadempienti, quelle che non si sono adoperate per agevolare e consentire la frequenza scolastica ai propri figli.
L’attuale normativa vigente in Italia, prevede l’obbligo scolastico a partire dai 6 fino ai 16 anni, istruzione impartita dunque per almeno 10 anni, e finalizzata al conseguimento di un titolo di studio di scuola secondaria superiore o di una qualifica professionale di durata almeno triennale. Scuola obbligatoria dunque, per garantire ai ragazzi almeno un’istruzione di base. In questo arco di tempo i Dirigenti scolastici degli Istituti sono tenuti a segnalare le famiglie che violano questa obbligatorietà, collaborando con le Autorità.
Le segnalazioni e gli interventi, in particolare al Sud, ci sono sempre stati e anche particolarmente numerosi, anche se con risultati non proprio apprezzabili. Anche di recente, sempre al Sud, i militari dell'Arma hanno avviato un programma straordinario di controllo, teso ad individuare le famiglie degli allievi che figurano assenti da scuola, senza una valida giustificazione per un periodo superiore al 25% delle giornate di lezione.
I Carabinieri del Comando Provinciale di Brindisi hanno recentemente accertato e successivamente denunciato, a piede libero, 64 genitori ritenuti responsabili di inosservanza dell'obbligo di istruzione dei loro figli minori. Il monitoraggio del fenomeno ha fatto emergere che 37 minori, studenti dei vari istituti di istruzione della provincia di Brindisi, sono risultati assenti dalle lezioni, senza giustificato motivo, per un periodo di gran lunga superiore al 25% delle giornate consentite. Dei 37 minori, 7 hanno totalizzato il 100% delle assenze, 9 dal 90% al 50% e 21 dal 50% al 28%.
Restando al Sud, la Sicilia anche in passato ha dimostrato di non essere da meno: nello scorso anno 2017, oltre Cinquecento genitori di famiglie residenti in provincia di Siracusa furono denunciati dai carabinieri per inosservanza dell'obbligo scolastico. E qui in Sardegna, pensate che la situazione sia diversa? Proprio no, anche se c’è da precisare che la conseguenza successiva, quella della “Dispersione scolastica”, cioè dell’abbandono della scuola senza il conseguimento di un titolo di studio, resta sempre comunque molto alta.
Si, il livello più alto di Dispersione scolastica, rapportato al dato nazionale, è proprio in Sardegna, dove il 33,3%, esattamente un terzo del totale, ovvero oltre uno studente su tre, abbandona senza terminare il percorso scolastico statale. Campania e Sicilia sono appena sotto il 30% del tasso di abbandono, ma anche grandi regioni centro-settentrionali non stanno meglio, con la Toscana al 28,1%, la Lombardia al 25,8% e l’Emilia Romagna al 24,7%.
I dati sono alquanto preoccupanti, con costi per la Comunità di non poco conto. Negli ultimi dieci anni, degli oltre sei milioni (6.114.644) di studenti iscritti al primo anno delle superiori negli istituti statali, non sono arrivati all’ultimo anno quasi un milione e 750 mila studenti (1.744.142). Il 28,5% disperso, non pervenuto al conseguimento del titolo di studio.
Il costo di questo fallimento? La ha calcolato Tuttoscuola. Tenuto conto che lo Stato investe per ogni studente della scuola secondaria superiore € 6.914,31 l’anno (fonte Education at a glance OECD), il costo per quei 1,8 milioni di studenti che non ce l’hanno fatta è stato di oltre 12 miliardi di euro l’anno. Tenuto conto che in media – tra chi ha abbandonato dopo il primo anno (708 mila alunni), chi dopo due anni (227 mila) e così via – sono stati alle superiori in media 2 anni e una parte (2,3 anni), il costo si può stimare in circa 27 miliardi di euro (27.438.139.345 euro).
Cari amici, siamo sicuri che nella scuola non ci sia bisogno di analisi approfondite e di interventi? La così detta “Buona Scuola” è riuscita a migliorare qualcosa? Sinceramente credo proprio di no. In realtà a danno si aggiunge danno, perché oltre ai molti miliardi spesi inutilmente, questo esborso è nulla rispetto al costo sociale che questi ragazzi senza istruzione creano al Paese, in quanto in larga parte restano senza futuro. Oggi il 45% di coloro che sono in possesso della sola licenza media sono disoccupati. Difficile pensare che per questa nuova schiera di ragazzi senza titolo di studio il destino sia diverso!
Credo che uno dei compiti principali del nuovo Governo sia quello di investire seriamente nelle strutture e nel sistema scolastico, oggi certamente non certo all’avanguardia.
A domani.
Mario


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