lunedì, settembre 11, 2017

LA SARDEGNA E LA SUA ANTICA FAUNA. IL MUFLONE, CONSIDERATO PRESENTE NELL’ISOLA FIN DA EPOCA NEOLITICA. ATTUALMENTE È PRESENTE CON CIRCA 6 MILA ESEMPLARI.



Oristano 11 Settembre 2017
Cari amici,
Il muflone sardo (Ovis musimon), ora più noto come muflone europeo, è l'unica pecora selvatica vivente in Europa. Abitava, e in parte abita ancora, sui rilievi della Sardegna, della Corsica e di Cipro. L’ipotesi più accreditata (mancando reperti di antichissima origine) circa la sua presenza in Sardegna e Corsica è quella secondo cui il muflone deriverebbe dal re-inselvatichimento, di un ovino domestico introdotto in queste isole dall’uomo in epoca neolitica (Poplin, 1979). Successivamente questo animale endemico sardo-corso, è stato introdotto nell’Italia continentale e in Europa, in cui peraltro si è ben acclimatato, a partire dalla seconda metà dell’800.
All’aspetto è molto diverso dalla pecora con cui è imparentato: Il suo corpo è lungo circa un metro e trenta centimetri; il pelo è molto corto e la lanugine arricciata tende a infoltirsi durante l'inverno. Sul petto invece i peli sono più lunghi, dove si forma pecie di criniera. Il suo colore è bruno o rossastro, mentre il ventre, il muso e la parte inferiore delle zampe sono biancastre. Il maschio è dotato di ampie e robuste corna: queste possono raggiungere anche ottanta centimetri di lunghezza e quasi si toccano alla base, ma poi si allontanano e si incurvano obliquamente indietro e verso il basso.
Le femmine sono di colore più chiaro, rispetto ai maschi; questi presentano due peculiari caratteristiche: una macchia bianca sul dorso e sui fianchi, visibile soprattutto nella stagione invernale, e, come detto le corna robuste, che sono invece piccolissime e spesso assenti nelle femmine. L’età dell’animale può essere individuata contando le strie sul corpo, che aumentano di una ogni anno.
I frequentatori della montagna sarda dove sono presenti, nei mesi di Dicembre e Febbraio sentono l’eco del sordo suono dei colpi di corna che si scambiano i maschi, che si lanciano l'uno contro l'altro con molta violenza per la conquista della supremazia sulle femmine. I mufloni si radunano in branchi sotto la guida di una vecchia femmina, che segnala all'intero branco l'avvicinarsi di un pericolo, lanciando un caratteristico grido d'allarme. Ad Aprile o Maggio, cioè venti settimane dopo l'accoppiamento, la femmina dà alla luce uno o due piccoli, che presto la seguiranno ovunque. L’alimentazione dei mufloni è molto varia: nelle zone boscose brucano fogliame, ghiande e frutti, mentre in altre zone l’80% della sua alimentazione è costituita dalle graminacee e dalle leguminose prative.
Il Muflone sardo è specie protetta dalla convenzione di Berna ed è considerata dal 1996 a rischio di estinzione e inserita nella Red List degli animali minacciati del IUCN (unione nazionale per la conservazione della natura). Nonostante la protezione legale e l’attuale modesto incremento numerico, vi sono ancora grandi minacce per la sopravvivenza del muflone, a partire dal randagismo, incroci con pecore allevate allo stato brado e il bracconaggio che rappresenta una causa significativa di mortalità del muflone.
Gli studi su quest’animale, che vanno avanti dal 2004, hanno permesso di ottenere le prime informazioni sull’ecologia comportamentale della specie. L’area utilizzata per lo studio, è quella in prossimità della foresta demaniale di Montes, un’area montuosa del centro della Sardegna caratterizzata da un ambiente mediterraneo peculiare per la presenza di inverni freddi con frequenti ed abbondanti precipitazioni nevose. Questo contesto ambientale permette di studiare le risposte comportamentali del muflone sottoposto ad un numero maggiore di variabili ecologiche ed ottenere di conseguenza un quadro completo sugli aspetti tuttora poco indagati dell’ecologia comportamentale di questa specie.
Attualmente il muflone è presente in Sardegna con circa 6.000 esemplari, che si trovano in varie parti dell’isola: in Ogliastra, nei monti del Gennargentu e del Supramonte, sul Mont Albo e nell’Azienda Foreste Demaniali di Capo Figari, Capo Cesano, Pabarile e l’Asinara (dove sono presenti popolazioni reintrodotte). Il muflone (nome in sardo Mugrone per il muflone maschio e Mugra per la mufla), è sicuramente da considerare l’animale più rappresentativo dell’Isola.
Cari amici, la nostra antica storia non è fatta solo di colonizzazioni esterne, da parte di popoli che si sono alternati nella conquista dell’Isola, ma anche di rari e pregiati endemismi, poi esportati, dando alla nostra terra quell'unicità che molti ci invidiano. Il muflone è un bell'esempio di antica fauna endemica, un orgoglioso animale che calpesta il nostro suolo fin dal Neolitico. Insomma, inutile negarlo: la nostra è una terra davvero unica!
A domani.
Mario

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