giovedì, settembre 21, 2017

STA TORNANDO IN AUGE LA MALARIA? CON LA MASSICCIA IMMIGRAZIONE DAI PAESI IN VIA DI SVILUPPO CERTE MALATTIE DATE PER SCOMPARSE RIAPPAIONO ALL’ORIZZONTE…



Oristano 21 Settembre 2017
Cari amici,
I sardi la malaria la conoscono molto bene. Proprio su questo blog ho fatto alcune riflessioni sul nostro passato: in data 1 Maggio 2014 con il post http://amicomario.blogspot.it/2014/05/la-malaria-e-tornata-in-sardegnao-forse.html e in data 7 Giugno 2017 con quest’altro http://amicomario.blogspot.it/2017/06/zanzare-dalla-lotta-del-secolo-scorso.html. Chi li legge potrà verificare quanto è costata la grande lotta per riportare la Sardegna a ritmi di vita ordinari, non compromessi dalla pericolosissima malattia trasmessa dalla zanzara anofele.  
Ebbene, notizie di questi giorni hanno riportato la malaria alla ribalta, con la morte di una bambina di 4 anni, deceduta proprio per malaria. Come è stato possibile un fatto del genere, oggi, nel Terzo Millennio, quando si curano efficacemente mali ben più gravi della malaria, che una volta veniva curata con semplici pastiglie di chinino? Ma vediamo insieme come sono andati i fatti, cercando anche di capire da cosa derivi questa recrudescenza, come questo “ritorno al passato” abbia avuto origine.
Una bambina di 4 anni, Sofia Zago, è morta di malaria nei giorni scorsi all'ospedale di Brescia, dove era stata trasferita d'urgenza. Lo riporta il quotidiano Repubblica che aggiunge che la piccola e la sua famiglia, di Trento, precedentemente non si erano recati all'estero o in Paesi a rischio, ma erano stati solo in vacanza a Bibione, in Veneto. Dove, allora, può aver contratto l’infezione la bambina? L’analisi dei fatti ha evidenziato che la bambina, nel periodo di Ferragosto, fu ricoverata nel reparto di pediatria dell’ospedale Santa Chiara di Trento negli stessi giorni in cui si trovavano ricoverati due ragazzini che avevano contratto la malaria in Africa.
Difficile, però, stabilire un nesso tra la malaria contratta dalla bimba e i due ragazzi, come ha spiegato al Corriere della Sera Claudio Paternoster, il Primario di malattie infettive dell’ospedale Santa Chiara di Trento: "È la prima volta in trent’anni di carriera che assisto ad un caso di malaria autoctona in Trentino". Considerato che il virus trasmesso alla bambina è veicolato da una zanzara che in Italia non c’è, come è potuta avvenire allora la contrazione della malattia? Un’ipotesi è quella di essere venuta a contatto con del sangue infetto, cioè con il sangue di qualcuno che aveva già contratto il virus.
Gli esperti restano incerti su come possa essere stata infettata, in primo luogo perché la bimba non era mai stata in posti dove il morbo esiste; certo, la concomitanza della presenza in ospedale dei due bambini ammalati di malaria, da poco rientrati dal Burkina Faso e ricoverati nello stesso ospedale, ha fatto venire dei sospetti, ma in assenza di trasfusioni o interventi chirurgici, il contagio non è apparso possibile. Le altre ipotesi ancora sul tappeto sono quelle che possa essere stata punta da una zanzara giunta nel nostro Paese nei bagagli di qualche persona di ritorno da luoghi a rischio, oppure da una zanzara Anopheles, di quelle già presenti nel nostro territorio.
Sta di fatto che, la bambina che ha contratto la malaria è purtroppo morta. Nunzia Di Palma, direttrice dell'unità operativa di pediatria dell'Ospedale di Trento, dopo le analisi ha dichiarato che il parassita che ha causato la malaria alla bimba è lo stesso che aveva fatto ammalare i due bambini di ritorno dal Burkina Faso. Se due più due fa quattro, allora, un legame potrebbe esistere: l’unica cosa da cercare di capire come si sia potuto verificare il contagio.
La Procura di Trento, intanto, ha deciso di indagare per omicidio colposo contro ignoti. L'inchiesta tenderebbe ad appurare se siano stati seguiti i protocolli previsti per le cure, per ricostruire fedelmente le tappe cliniche che hanno portato al decesso di Sofia. Da verificare inoltre se il contagio sia avvenuto eventualmente attraverso strumenti utilizzati per le cure o - per l'appunto - a causa della puntura di una zanzara.
Cari amici, questo caso credo debba far riflettere tutti. Come ho detto in apertura del presente post nel nostro Paese abbiamo combattuto una dura battaglia, subito dopo la guerra, per combattere questo male e da allora credo che siamo sempre stati all’avanguardia nello studio e nella diagnosi della malaria. Forse, però, lentamente il livello di attenzione si è abbassato. Con la rivoluzione portata dalla Globalizzazione, con la sempre più grande movimentazione di persone da un Continente all’altro, con l’arrivo nel nostro Paese di una grande schiera di migranti dai Paesi a rischio, credo che bisognerebbe riprendere a potenziare le azioni di difesa contro questo male e contro altri che, anche se apparentemente debellati, appaiono pronti a tornare a colpirci.
Il pericolo sta nel fatto che, con la particolare situazione economica che stiamo attraversando, tutto questo non sarà facile. Investire in informazione e formazione a scuola, ampliare la ricerca nelle università e negli ospedali (con la formazione medica), servirebbe a rinvigorire le misure per la salvaguardia della salute pubblica, con un particolare riguardo anche alle disinfestazioni.Ma ci vogliono tanti soldi che purtroppo non ci sono.
Il problema è serio: sulla salute credo sia necessario investire e non tagliare. Ma questa è tutta un’altra storia…
Grazie, amici, a domani.
Mario

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