lunedì, novembre 07, 2011

LA NOSTRA CARA VECCHIA LIRA…”SCOMPARE” DAL 28 FEBBRAIO 2012…O……???


Oristano 7 Novembre 2011
Cari amici ed amiche del mio Blog,

oggi Vi voglio parlare della nostra "Lira". Mi spinge a questo incontro con Voi una seria considerazione su un prossimo avvenimento che metterà definitivamente la 'Vecchia Lira' esclusivamente dentro i nostri ricordi. E' giusto che non la dimentichiamo, però: per me sopratutto, che ho lavorato ben 37 anni in banca, mi sembra quasi " la dipartita di un caro amico".
Grazie dell'attenzione.

Sta per suonare la campanella per l’ultimo giro: mancano meno di 100 giorni alla totale e definitiva scomparsa della “LIRA”. La data del 28 Febbraio 2012 sarà una data storica: verrà messa definitivamente la parola “Fine” all’esistenza della Lira, che per oltre 150 anni ha regolato i movimenti finanziari dell’Italia.

Con l'introduzione delle banconote e delle monete in euro, a far data dal 1° Gennaio 1999, le banconote e le monete in lire, dopo un breve periodo di doppia circolazione, hanno cessato di avere corso legale il 28.2.2002. Dette banconote e monete in lire possono, però, essere ancora cambiate presso gli sportelli delle Filiali della Banca d'Italia fino al 28.2.2012. Tra poco, al termine del processo, non esisterà più.

La lira è stata dal 1861, anno della proclamazione dell’Italia Unita, fino al 2002, prima dell'introduzione dell'euro, la valuta italiana. Storia abbastanza lunga la sua, visto che quest’anno festeggia i 150 anni, unitamente all’Unità d’Italia. Sarà proprio cosi come previsto o…sono possibili “colpi di scena” ? La storia ci insegna che i venti imprevedibili della finanza e della politica sono mutabili senza preavviso. Anche oggi forti venti scuotono in modo pericoloso tutta l’Europa! La Grecia, la Spagna, il Portogallo e non ultima l’Italia lottano per resistere a questi venti, veri e propri tifoni, capaci di stravolgere qualsiasi progetto o percorso. Io spero, davvero, che, come in nel mare in tempesta, a volte, arrivi all’improvviso la calma, la bonaccia; ci auguriamo che avvenga anche per queste tempeste monetarie, ugualmente perigliose. Solo l’idea di un eventuale ritorno dell'Italia alla Lira credo che sarebbe nefasto non solo per la nazione ma per l’Europa intera, nel suo complesso. Speriamo che i problemi di oggi siano un forte monito per tutti, capace di dare stimolo per una maggiore e più sicura “Unione Europea”, degna concretamente di questo nome. Solo la costituzione di un’Europa Stato Federale potrebbe raggiungere senza tentennamenti questo traguardo.

Nel frattempo, nell'attesa, ripercorriamo insieme la lunga storia di questa nostra amata “Lira”.

L'introduzione della lira italiana va fatta risalire, come per il tricolore, al periodo napoleonico. Infatti, il tricolore venne adottato dalla Repubblica Cispadana nella prima campagna d'Italia (1796 – 1797). La lira, invece, venne adottata con la ricostituzione della Repubblica Cisalpina come Repubblica Italiana (gennaio 1802), trasformatasi poi nel Regno d'Italia (marzo 1805). Le prime emissioni uscirono dalle zecche di Milano, Bologna e Venezia nel 1807, con monete da 40, 5 e 2 lire. L'anno successivo vennero coniate anche monete da 20 lire e da 1 lira, caratterizzata da un peso di 5 g ed un titolo d'argento di 900/1000.

La lira napoleonica null'altro era se non la versione locale del franco francese, cui corrispondeva perfettamente per forma, peso e valore. Dopo la fine del Regno d'Italia nel 1814, la lira rimase presente solo nel Ducato di Parma con l'introduzione della monetazione decimale da parte della duchessa Maria Luisa d'Asburgo-Lorena, che emise ‘tagli’ di monete da 1, 2, 5, 20 e 40 lire, e nel Regno di Sardegna di Vittorio Emanuele I.

Nel 1861, con la riunificazione dell'Italia sotto i Savoia, la lira torna definitivamente ad essere la valuta italiana. Dal 24 agosto 1862 la lira ebbe corso legale e sostituì tutte le altre monete circolanti nei vari stati pre-unitari: 1 lira da 5 g di argento al titolo 900/1000 corrispondeva a 0,29025 g d'oro fino oppure a 4,5 g d'argento fino.

Nel 1866, a causa della crescita del debito pubblico susseguente all'unificazione, per la lira viene stabilito il corso forzoso, con una limitata convertibilità, ristabilita poi nel 1892. Nel 1893, messa in liquidazione la Banca Romana, viene creata la Banca d'Italia, che garantiva una copertura aurea di almeno il 40% delle lire in circolazione. Alterne vicende fecero successivamente ripristinare sia corsi forzosi che parziali convertibilità, fino ad arrivare al 1960, quando la ‘convertibilità’ fu ripristinata grazie all'ammissione dell'Italia e della sua moneta al Fondo Monetario Internazionale, con la valutazione della lira corrispondente a 0,00142 grammi d'oro o a 625 lire per dollaro.

Nel marzo 1979 entra in vigore il Sistema monetario europeo (SME) e nasce l'ECU, vi partecipano le monete di Germania, Francia, Italia, Danimarca, Paesi Bassi e Lussemburgo. La fluttuazione delle monete è limitata al 2,25% a eccezione della lira che beneficia della banda allargata al 6%. La lira rimane nello SME fino al 1992, quando due formidabili attacchi speculativi da parte di un finanziere senza scrupoli, George Soros, costringono la Sterlina e la Lira ad uscire dallo SME. La lira rientrerà nello SME il 25 novembre 1996, col cambio di 990 Lire per un Marco tedesco.

Il 1º gennaio 1999 entrò in vigore l'euro, il cui tasso di cambio irrevocabile con la lira, fissato il giorno precedente, fu “irrevocabilmente stabilito” pari a 1.936,27 lire italiane per 1 euro.



Da quel momento la lira rimase in vigore solo come espressione non decimale dell'euro, anche se monete e banconote continuavano ad essere denominate in lire. Per tutte le forme di pagamento "non-fisiche" (trasferimenti elettronici, titoli, ecc.), invece, da quella data si adottò solo l'euro. Il 1999 fu anche l'ultimo anno in cui la zecca coniò ed emise le monete per la comune circolazione denominate in lire.

Il compito esclusivo di emissione e controllo della moneta spetta alla Banca d’Italia che nasce nel 1893 dopo la messa in liquidazione della Banca Romana, assorbendo successivamente dalle altre Banche precedentemente autorizzate le funzioni esclusive di ‘emissione della moneta’, come unico Istituto di Emissione.

In Italia al momento dell'unificazione (1861) erano cinque le banche di emissione operanti: la Banca nazionale del Regno d'Italia, la Banca nazionale toscana, la Banca Romana, il Banco di Sicilia e il Banco di Napoli. A queste nel 1870 si aggiunse la Banca toscana di Credito.

La Banca d’Italia nasce quindi nel 1893 con l’intento di “ un riordino complessivo degli istituti di emissione”. Nel 1926 l’Istituto, sostanzialmente da considerarsi “pubblico”, completò l’operazione di unificazione aggiungendo un'ulteriore funzione delegata: quella del potere/dovere di vigilanza su tutte le altre banche, poteri successivamente ampliati e potenziati con la Legge bancaria del 1936, in gran parte valida ancora oggi.

Questa Legge, inoltre, trasformò formalmente la Banca in Istituto di Diritto Pubblico, mettendo la Banca d'Italia al vertice del sistema bancario italiano.

La riconquistata stabilità della lira e l’avvio del riequilibrio della finanza pubblica hanno consentito all’Italia, nel rispetto dei criteri indicati dal Trattato di Maastricht (1992), di far parte del primo gruppo di paesi che nel 1999 hanno adottato l’euro come propria moneta. L'introduzione delle banconote e delle monete in euro è avvenuta il 1° gennaio 2002. Da questa data le valute nazionali dei 12 Paesi che hanno adottato l'euro sono state progressivamente ritirate dalla circolazione. Dal 2 gennaio 2002 gli sportelli bancari e gli uffici postali sono stati in grado di erogare contante in euro alla clientela.

L’Italia fu uno dei pochi Stati a consentire la “doppia circolazione” per un periodo abbastanza limitato: solo due mesi. Dal 1° gennaio 2002 tutti i prezzi furono espressi solo in euro, anche se si poterono utilizzare per pagare anche le Lire, nel breve periodo di doppia circolazione ( 1 Gennaio/ 28 Febbraio 2002).

Il pubblico ha potuto cambiare le banconote e le monete in lire presso gli sportelli del sistema bancario e postale nonché presso le Filiali della Banca d'Italia. Le monete in lire in possesso degli intermediari sono state invece ritirate e depositate presso siti regionali, quindi accentrate presso il Ministero dell'Economia e delle Finanze per la distruzione. Terminato il periodo di doppia circolazione, tutte le banconote e le monete in lire sono state poste fuori corso legale. Per favorire il cambio del contante in lire ancora nelle mani del pubblico le banche e gli uffici postali hanno continuato a cambiare gratuitamente le lire con gli euro fino al 30 giugno 2002. In ogni caso le lire ancora rimborsabili potranno continuare ad essere convertite in euro presso tutte le Filiali della Banca d'Italia fino al 28 febbraio 2012.


Oggi l'euro (denominato EUR o €) è la valuta comune ufficiale dell'Unione europea (nel suo insieme) e quella unica per gli attuali diciassette stati membri che aderiscono all'UEM (Unione economica e monetaria), ossia Austria, Belgio, Cipro, Estonia, Finlandia, Francia, Germania, Grecia, Irlanda, Italia, Lussemburgo, Malta, Paesi Bassi, Portogallo, Slovacchia, Slovenia e Spagna. L'ultimo stato ad aver adottato l'euro è stato l'Estonia, nel 2011. Il complesso di questi paesi, detto informalmente Eurozona, conta oltre 320 milioni di abitanti; prendendo in considerazione anche quei paesi terzi che utilizzano divise legate all'euro, la moneta unica interessa direttamente oltre 480 milioni di persone in tutto il mondo.

In aggiunta ai membri della zona euro, la moneta unica europea è utilizzata anche in altri sei stati Europei, a seguito di accordi internazionali o a seguito dell'adozione unilaterale. Inoltre tre ‘microstati’, ossia la Città del Vaticano, il Principato di Monaco e San Marino hanno adottato l'euro in virtù delle preesistenti condizioni di unione monetaria con paesi membri della UE.

L'euro è amministrato dalla Banca Centrale Europea (BCE), con sede a Francoforte sul Meno, e dal Sistema europeo delle banche centrali, ovvero dalle Banche di ogni stato (per noi appunto la Banca d’Italia); il primo organismo è responsabile unico delle politiche monetarie comuni, mentre coopera con il secondo per quanto riguarda il conio e la distribuzione di banconote e monete negli Stati membri.

La Banca Centrale Europea dal 1° Novembre ha come Governatore il nostro Mario Draghi, ex Governatore della Banca d’Italia.

Per completare questo percorso ecco diverse immagini sia della vecchia Lira che del nuovo Euro.

Grazie, cari amici, della Vostra gradita attenzione.

Mario


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