venerdì, novembre 11, 2011

DALL’ “ORO ALLA PATRIA” DEL 1935 ALL’INVITO DI OGGI: ITALIANI COMPRATE IL “ DEBITO SOVRANO” DELLA NAZIONE.

Oristano 11 Novembre 2011

Cari amici,

qualche giorno fa, per essere precisi la mattina del 4 novembre scorso, centinaia di migliaia d’italiani, sfogliando il Corriere della Sera, si sono imbattuti in una pagina (la n. 24), “a pagamento” , che conteneva un invito a tutti gli Italiani e che iniziava così:

"Concittadini, amici e fratelli di questa stessa nazione che si chiama Italia e che tutti amiamo. Possiamo farcela. Ce la faremo.".

Continuando a leggere l’intero invito rivolto a tutti noi dal cittadino Giuliano Melani, agente 51enne di una società di leasing che ha acquistato di tasca propria uno spazio sul primo giornale italiano per esortare all'acquisto di titoli di stato, non pochi sono rimasti perplessi. I più anziani, per quanto l’invito non provenisse direttamente dal Potere Centrale, si sono ricordati di qualcosa di somigliante, che aveva chiamato all’appello tutte le famiglie italiane: L’oro alla Patria del 1935, una pagina della nostra storia che ci fece e ci fa ancora riflettere.

Il 1935 era l’anno della guerra italo-etiopica e delle sanzioni economiche decise dalla Società delle Nazioni. Le terribili ristrettezze derivanti dalle chiusura dei mercati spinsero il governo fascista a promuovere una raccolta di oro (da donare !!! alla patria), come risposta a quelle sanzioni. Molti personaggi famosi cercarono di dare l’esempio: i senatori Croce e Albertini, su invito del Presidente del Senato, offrirono la medaglia d'oro senatoriale e la stessa Regina offrì la sua Fede nuziale. Ma anche personaggi illustri non favorevoli al regime, come Benedetto Croce e altri antifascisti sparsi in Italia e nel mondo si sacrificano, rinunciando ai propri oggetti cari per stringersi attorno alla Nazione in difficoltà. Fu, però, il grande sacrificio dei poveri, di un’immensità di famiglie, che rinunciarono “alle poche cose care”, ai pochi gioielli, per darlo alla Patria. Era il 18 dicembre 1935: In tutto il Paese si raccolsero 33.622 chili d'oro e 93.473 d'argento. Il motivo che spinse con forza a questo sacrificio era certamente la guerra, con le conseguenti pesanti sanzioni, che fecero scattare nella società italiana la "molla morale" del patriottismo, del dovere di ogni cittadino, di porre la Patria al disopra di tutto e di sacrificarsi per essa. Tutti avevano cercato di fare la loro parte.

"... Possiamo farcela, ce la faremo" , dice Melani nel suo appello, affermando che nessuno "può dirsi innocente" se l'Italia si trova nella situazione attuale. Quello che vorrebbe Melani è che gli italiani comprassero i titoli italiani, anche con un basso rendimento, in modo che le richieste di acquisto su Btp, Cct, Ctz determinino una scia di acquisti capaci di far diminuire prima ed eliminare poi, lo spread con i “Bund” tedeschi. Per fare questo, per dare un forte esempio, il libero professionista pistoiese si è obbligato a comprare 20.000 euro in Btp, che si aggiungono ai 20.570 sborsati al Corriere della Sera per pubblicare il suo annuncio.

Senza prendere “a bocca di barile” le affermazioni di Melani, che con il suo “annuncio” ha cercato di esortare gli italiani a comprare titoli di Stato “per non svendere il Paese, per fare a meno del governo e dell’Europa”, molto del suo contenuto deve farci riflettere. Dal giorno del suo appello, il professionista ha ricevuto centinaia di mail, telefonate e messaggi di persone intenzionate a seguire il suo esempio. “La mia decisione è stata dettata dalla situazione dell’economia, soltanto il popolo può salvare l'Italia dal pericoloso avvitamento della crisi. Il riscontro fino ad ora è stato positivo”, ha dichiarato Melani.

Personalmente credo che in tanti in Italia abbiano sbagliato, "governanti e governati", forse valutato male i passi portati avanti, ma quando “il danno è fatto” è inutile piangere sul latte versato! Ora bisogna prendere atto della situazione e trovare le misure giuste, concrete, per uscire dal guado. I tempi attuali necessitano di una particolare "responsabilità collettiva".

«E’ senza dubbio una buona iniziativa, un appello da raccogliere», dice il direttore generale della Confindustria, Giampaolo Galli, ma da sola «non basta». L'Italia, aggiunge Galli, «ha bisogno che vengano fatte le cose che ci chiede l'Unione europea e che saranno in grado di dare fiducia ai mercati ma anche ai risparmiatori italiani». In questo senso, continua il direttore generale, «l'appello di Melani può essere utile come sprone a fare le cose. L'Italia è troppo grande per essere salvata dalla Ue o dal Fondo monetario. Deve far conto sulle proprie risorse. E il nostro Paese ne ha tante: imprese competitive, famiglie che risparmiano, banche che non si sono lanciate in avventure finanziarie. Dobbiamo risolvere due problemi, il debito pubblico e la bassa crescita, ai quali si è ora aggiunta una questione di credibilità. Ma ce la possiamo fare». Una fiducia, questa di Galli, che si estende ai titoli pubblici. «Io ne ho e non li ho venduti», dice alla fine Galli.

Nel 150° anniversario della nostra Repubblica, cari amici, stiamo vivendo un periodo delicatissimo dal punto di vista economico-finanziario: la recente impennata dello spread BTP – BUND, schizzato verso ‘massimi’ mai toccati prima, ha portato il costo dell’indebitamento ai livelli più alti da quando esiste l’euro, mentre lo ‘stock’ di Debito Pubblico continua a correre, più veloce che mai. Non si può prescindere da un sincero attaccamento alla nazione a cui apparteniamo e che ci sembra quasi obsoleto chiamare Patria, se si vogliono superare le difficoltà. L’Italia, non dimentichiamolo mai, è sempre la nostra “grande patria” da difendere, sempre! Usciamo dal nostro isolamento, abbandoniamo quell’individualismo che ci fa lottare anche tra fratelli, uniamoci senza timore. La crisi riguarda tutti, maggioranza ed opposizione, è un problema nazionale che solo la coesione e l’unità possono contribuire a superarla.

Sono certo che i fatti recentissimi che vedono in campo l’immediata approvazione delle norme “ sulla stabilità” concordate con l’Europa, e l’avvio di un nuovo "governo d'emergenza", guidato forse da Mario Monti, nominativo di grande spessore e capacità, e sostenuto dalla gran parte delle forze politiche dell’intero arco costituzionale, siano l’unica soluzione possibile. Dio ce la mandi buona!

Auguri Italia!

Mario Virdis



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