giovedì, aprile 11, 2024

SUCCEDE A MILANO, NEGATA DAL COMUNE LA RICHIESTA DI ESPORRE IN PUBBLICO UNA STATUA DELLA MATERNITÀ, REALIZZATA DA VERA OMODEO. ECCO LE MOTIVAZIONI.


Oristano 11 aprile 2024

Cari amici,

Ha destato stupore e sdegno il recente rifiuto del Comune di Milano (diniego espresso dalla Commissione che si occupa di arte pubblica), di collocare, in Piazza Eleonora Duse, la statua in bronzo di una maternità realizzata da Vera Omodeo, la grande, nota artista che ha realizzato a Milano altre opere eccellenti, L’opera, dal titolo “Dal latte materno veniamo”, è stata rifiutata con la seguente motivazione: “perché lesiva della sensibilità universale”. Per alcuni un motivo ritenuto pretestuoso, in quanto si suppone che l’opera si stata scartata in quanto evidenzierebbe “troppo chiaramente dei motivi di carattere religioso”.

La rappresentazione della maternità, però, come ben sappiamo, è un fatto universale, ben noto e presente a prescindere da qualsiasi religione, e questo non dovrebbe urtare proprio la sensibilità di nessuno!  Non le donne che, per scelta o costrizione, non sono madri, né gli orfani, né le famiglie omogenitoriali; non cadiamo, dunque, nella trappola di non celebrare la Festa della Mamma o del Papà, né nell’eccesso di rispetto degli islamici non celebrando il Natale a scuola, o non effettuando la benedizione delle aule o esponendo il Presepe, e nemmeno chiudendo le scuole per non turbare i bambini islamici, durante la celebrazione del Ramadam.

Amici, la grande artista Vera Tiberto Omodeo Salé, formatasi all’Accademia di Brera con Francesco Messina e Romano Rui, nella sua vita artistica ha fatto della maternità un tema ricorrente per le sue sculture. Scomparsa lo scorso anno quasi centenaria, fortunatamente non ha potuto assistere al “gran rifiuto” espresso dal Comune di Milano sulla collocazione di una delle sue splendide opere. Una polemica, quella innescata dalla negazione all’esposizione di questa “mamma che allatta”, uno dei suoi lavori più cristallini, recentemente donata dai suoi figli al Comune di Milano.

Una polemica, come dicono alcuni, nata dal fatto che l’opera si rifà, iconograficamente, all’antichissima “Madonna del latte” (esposta all’Ambrosiana). La valutazione, espressa dalla Commissione che a Palazzo Marino si occupa di vagliare le proposte di collocazione di manufatti artistici negli spazi pubblici di Milano, ha respinto la proposta, avanzata dagli eredi della Omodeo, di collocare la statua in piazza Eleonora Duse, in quanto portatrice di “valori non condivisi”; insomma, la motivazione del rifiuto risiederebbe nel fatto che l’opera affronta “il tema della maternità con sfumature squisitamente religiose”.

Il rifiuto ha innescato non pochi malumori tra i milanesi e un'infinità di polemiche a non finire, tra favorevoli e contrari; al sit-in spontaneo di un gruppo di mamme in allattamento ritrovatesi per protestare contro il rifiuto lo scorso 6 aprile in piazza Duse, ha fatto eco, dagli studi televisivi di Dritto e Rovescio, l’intervento del Presidente del Senato Ignazio La Russa, che ha addirittura proposto di esporre la statua a Palazzo Madama, come “inno alla maternità”. Insomma, il "gran rifiuto" del Comune di Milano ha scatenato una bagarre mica di poco conto!

Ora, dopo la grande indignazione scatenata, anche al Comune di Milano si cerca di rimediare, giocando... a scaricabarile. L’assessore alla cultura Tommaso Sacchi attribuisce la colpa ai commissari che si sono espressi, il sindaco Beppe Sala, dal canto suo, si è esposto, in un primo momento, pregando la commissione “che non risponde a me”, di riesaminare la questione; “il mio giudizio è che non penso che la statua urti nessuna sensibilità, anzi mi sembra un po’ una forzatura sostenere che non risponda a una sensibilità universale”.

Anche l’Assessore regionale alla Cultura Francesca Caruso ha espresso il suo dissenso per la negazione. “L’immagine della donna che allatta il figlio fa parte della nostra cultura identitaria e non può in alcun modo offendere la sensibilità delle persone. Auspico che il Comune possa fare una giusta valutazione. La Regione Lombardia è e sarà sempre aperta a iniziative che valorizzino la cultura e l’arte in ogni sua forma e si rende disponibile, qualora il Comune non trovasse un luogo idoneo, a ospitare l’opera”.

Amici, indubbiamente siamo di fronte ad un problema spinoso, che ha scatenato un grosso malumore. Ora l’Assessore Sacchi fa sapere di aver convocato i figli dell’artista, che a propria volta si dicono aperti ad altre proposte. Anche il sindaco Sala sembrerebbe pronto ad avanzare alternative. Sul sindaco è intervenuto anche il giornalista Enrico Mentana, che ha proposto, da milanese vero, di collocare la scultura alla Mangiagalli, dove lui è nato, come tanti altri milanesi. “Mi sembra un bella idea, magari collocandola nei giardini che circondano l’ospedale. Sarebbe un gesto oltremodo simbolico, proprio in questo momento storico in cui la denatalità è uno dei problemi principali del nostro Paese. È sarebbe anche un omaggio ai sacrifici, non riconosciuti a dovere, che milioni di donne affrontano ogni giorno per crescerci. E questo sì che è un valore universale. Chiederò quindi alla Commissione di esaminare la mia proposta”.

Cari amici, il dibattito continua, da una parte e dall’altra. A molti milanesi, però, la soluzione proposta da Mentana appare riduttiva, parrebbe un ripiego! “La statua dev’essere esposta in una piazza pubblica”, sostiene un fronte sempre più numeroso di persone, sorprese (e indignate) per la valutazione della commissione che, per prima, aveva suggerito ai figli di Omodeo di destinare la scultura “a un istituto privato, un ospedale o un istituto religioso, all’interno del quale sia maggiormente valorizzato il tema della maternità”. Insomma, una diatriba che, a mio avviso, non sarebbe mai dovuta nascere! Vedremo come andrà a finire!

A domani.

Mario

1 commento:

Giovanni ha detto...

Benvenuti nella follia dell'ideologia woke!