giovedì, aprile 04, 2024

LO STRAORDINARIO POTERE DELLA NATURA, CAPACE DI MODIFICARE, NELLE DIVERSE SPECIE, LA RESISTENZA AI CAMBIAMENTI. IL CASO DI CHERNOBYL ANALIZZATO DAGLI SCIENZIATI.


Oristano 4 APRILE 2024

Cari amici,

Che i materiali radioattivi siano di grande pericolosità per la vita, in particolare quella umana, è cosa tristemente nota, tanto che in diverse parti del mondo si è arrivati alla chiusura delle centrali nucleari, dato il pericolo che da queste ne derivava. Quanto successe nell’aprile del 1986 nella centrale nucleare di Chernobyl mise in allarme tutto il mondo, e per diversi decenni quel luogo fu abbandonato, falcidiato sia  nella vita animale che in quella vegetale. Il disastro di Cernobyl' fece riflettere non poco circa l’uso dell’energia nucleare e ancora oggi le remore non sono cadute, nonostante le nuove tecnologie.

Ebbene, amici, questo sito, oramai desertificato è stato studiato a lungo (e continua ad essere studiato), in quanto oggetto di analisi approfondite, in particolare per le curiose, straordinarie mutazioni che naturalmente si stanno verificando. La natura sia vegetale che umana, esposta alle potentissime radiazioni, come accennato prima, dopo il primo shock subito, pare ora aver iniziato un “nuovo corso”; avviato, indubbiamente, per garantire la vita ai diversi animali sopravvissuti. Questi, quasi miracolosamente, hanno incorporato delle nuove, naturali mutazioni, ora accertate dagli scienziati.

Si, amici, un nuovo interessante studio ha evidenziato che, in questo deserto radioattivo, in una piccola parte degli animali (in particolare dei vermi) presenti nella zona, hanno iniziato a svilupparsi delle innovative particolari difese, quasi dei superpoteri, che li hanno resi immuni dalle radiazioni. “Chernobyl è stata una tragedia di dimensioni incomprensibili, ma non abbiamo ancora una conoscenza approfondita degli effetti del disastro sulle popolazioni locali”, ha affermato la dott.ssa Sophia Tintor, autrice principale dello studio.

Lo studio, cari lettori, ha rilevato che una specie di vermi che vivono vicino a Chernobyl hanno incredibilmente sviluppato un nuovo “superpotere”: che li ha resi immuni alle radiazioni! Gli scienziati hanno accertato che l’improvviso cambiamento ambientale, creato dalle forti radiazioni emanate dall’esplosione della centrale atomica, ha selezionato la specie, rendendo gli individui più forti che la compongono, naturalmente più resistenti alle radiazioni ionizzanti.

Quello della centrale nucleare di Chernobyl fu un disastro terrificante, che trasformò l’area circostante nel paesaggio più radioattivo della Terra! In tanti morirono e tantissime persone furono evacuate, in quanto una vastissima area contaminata fu immediatamente interdetta. In questo deserto radioattivo, però, molte piante e animali continuarono a vivere, nonostante gli alti livelli di radiazioni che, come sappiamo continueranno a persistere per moltissimi anni.

Gli studi condotti in quest’area off limits dai ricercatori hanno accertato che alcuni animali che vivono nella zona più contaminata di Chernobyl sono sopravvissuti, dopo aver subito, sia fisicamente che geneticamente, diverse variazioni avvenute naturalmente. Modifiche che stanno sollevando non pochi interrogativi sull’impatto subìto da queste specie nella loro costituzione, capaci di contrastare gli effetti delle radiazioni. Nello studio in corso, i ricercatori hanno visitato Chernobyl per studiare i NEMATODI: dei minuscoli vermi con genomi semplici e riproduzione rapida, che li rendono particolarmente utili per comprendere i fenomeni biologici di base.

La protezione naturale acquisita da questi vermi, come ha spiegato il professor Matthew Rockman, studioso di biologia alla New York University e autore senior dello studio in parola, è curiosa e interessante; “Questi vermi vivono ovunque e vivono velocemente; quindi, attraversano decine di generazioni di evoluzione mentre un tipico vertebrato si sta ancora mettendo le scarpe”, ha detto il professore. Gli studiosi, con i contatori Geiger in mano per misurare i livelli locali di radiazioni e dispositivi di protezione individuale per proteggersi dalla polvere radioattiva, hanno raccolto vermi da campioni di terreno, frutta marcia e altro materiale organico. I vermi sono stati raccolti da luoghi in tutta la zona con diverse quantità di radiazioni, che vanno da livelli bassi, pari a quelli di New York City, a siti ad alta radiazione, pari a quelli dello spazio.

Nel laboratorio della New York University, i ricercatori hanno studiato i vermi; essi sono rimasti sorpresi nello scoprire che non riuscivano a rilevare segni di danni da radiazioni sui genomi dei vermi di Chernobyl. “Ciò non significa che Chernobyl sia sicura; significa più probabilmente che i nematodi sono animali davvero resistenti e possono resistere a condizioni estreme”, ha affermato un ricercatore, il dott. Tintori. I risultati forniscono ai ricercatori indizi su come la riparazione del DNA può variare da individuo a individuo. E, nonostante la semplicità genetica dei nematodi, i risultati potrebbero portare a una migliore comprensione della variazione naturale negli esseri umani.

Amici, gli scienziati cercano in queste scoperte di trovare ulteriori sistemi per combattere il cancro. “Ora che sappiamo quali ceppi sono più sensibili o più tolleranti al danno al DNA, possiamo usare questi ceppi per studiare perché individui diversi hanno maggiori probabilità di altri di subire gli effetti degli agenti cancerogeni”, ha affermato il dott. Tintori. Il modo in cui i diversi individui di una specie rispondono al danno al DNA è una delle priorità dei ricercatori sul cancro che cercano di capire perché alcuni esseri umani con una predisposizione genetica al cancro sviluppano la malattia, mentre altri no. “Pensare al modo diverso in cui gli individui rispondono agli agenti che danneggiano il DNA presenti nell’ambiente, è qualcosa che ci aiuterà ad avere una visione chiara dei nostri fattori di rischio”, ha concluso il dott. Tintori.

A domani. amici.

Mario

Nessun commento: