mercoledì, ottobre 12, 2011

CHI HA RUBATO IL “FUTURO” AI GIOVANI?

Oristano 12 Ottobre 2011

Cari amici,

credo che ciascuno di noi, più o meno grande di età, sia preoccupato per il futuro: soprattutto del futuro dei giovani. Però, oltre che parlarne, poco si fa per renderlo migliore. A me quest'incertezza fa riflettere molto perché, parafrasando ironicamente G. Marx, “ Il futuro mi interessa molto, è li che voglio passare il resto della mia vita”,credo che il nostro compito sia quello di 'preparare' Loro un futuro sereno, più che pensare al nostro. La situazione reale, però, appare a dir poco drammatica.

Uno degli aforismi più taglienti di Groucho Marx è questo:Amo è la parola più pericolosa per il pesce e per l'uomo”! E' proprio l'amore il tassello mancante.

Perché voglio introdurre oggi questa mia riflessione con la dissacrante ironia di Groucho Marx? Perché voglio, davvero, capire chi ha rubato il Futuro ai giovani.

Se amiamo i giovani allora amiamo anche il loro futuro! Perché i giovani sono il futuro, anche nostro. Essi sono il nostro cordone ombelicale, la nostra prosecuzione, quell’avvenire che attraverso il DNA, il nostro Dna, perpetua la nostra specie. Credo, allora, che dovremo amarli di più, con più forza, con più determinazione.

Riflettendo sul pensiero precedente dovremo, davvero, domandarci perché stiamo costruendo un mondo che egoisticamente li esclude. Chiediamoci perché continuiamo a preoccuparci solo dell’oggi e non anche del domani, nostro e loro. Interroghiamoci sul perché nessuno di noi vuole rinunciare all’uovo oggi anziché investire e pensare, invece, alla gallina domani!

Sono domande pesanti come macigni, domande che non trovano e non potranno trovare, presto, le giuste risposte.

L’uomo fin dagli albori della sua esistenza ha cercato di migliorare il mondo che aveva trovato. Unico degli animali con una capacità intellettiva superiore, portato al vivere la vita in comunità, insieme agli altri, non alla sopravvivenza in selvaggia solitudine, ha nel tempo creato Comunità sempre più perfezionate ed in costante miglioramento. L’evoluzione ha fatto sì che, di generazione in generazione, quella successiva ‘vivesse meglio’, avesse più strumenti e servizi della precedente. Possiamo affermare che nel tempo, nei secoli e nei millenni, questo processo evolutivo e migliorativo è stato costante ed è arrivato intatto e perfezionato fino a noi, fino alla nostra generazione. Poi, all'improvviso, il meccanismo sembra essersi inceppato ed, almeno in parte, interrotto.

Sono certo di poter affermare che la generazione successiva alla mia ( parlo dei giovani di oggi, considerato che essendo genitore di un ragazzo di 27 anni, appartengo a quella precedente), non avrà un trend in crescendo ma si avvierà, come nei diagrammi più preoccupanti, prima ad una crescita ‘zero’, con andamento orizzontale, e successivamente destinato a seguire una linea paurosamente in discesa.

Questo fallimento non è nato certo all'improvviso, non ha una origine recentissima ne univoca e di matrice certa. Tante sono le cause ed alcune addirittura poco leggibili, decifrabili. Forse oggi è arrivato il ‘conto’ da pagare, frutto dei molti errori che si sono accumulati nel tempo e che aggiungendo peso a peso, alla fine hanno fatto precipitare e collassare il sistema. Ma cosi è, purtroppo e forse irrimediabilmente.

Le recenti statistiche mettono in luce nel mondo situazioni ormai praticamente irreversibili, impossibili o quasi da correggere, da rimettere in carreggiata. Quali e di chi le colpe? L’accertamento, il processo ai colpevoli, non sarà ne semplice ne facile! Credo che dovrò andare a rileggermi con attenzione il pensiero di Franz Kafka e della sua ironica ed incompiuta opera “Il Processo”.

La triste situazione giovanile, priva di lavoro e del suo grande ‘valore’ sia formativo che appagante, e delle conseguenti mancate ‘certezze’ per il futuro, è ormai nota in tutto il mondo. La mancanza di questi ‘valori’ crea ansia ed insoddisfazione, privando anche noi genitori del contributo che questi giovani avrebbero potuto apportare, mentre restano inespresse le loro capacità e le loro nuove professionalità. La loro ‘provvisoria’ precarietà si sta lentamente trasformando in ‘definitiva’ e questo non fa che aggravare la situazione. Ci sono soluzioni possibili? Se ci sono bisogna cercarle con urgenza, perché il trascorrere del tempo non fa che aggravare la situazione, come in un malato grave quando le cure stentano a trovarsi ed ogni giorno la fibra, la resistenza, ne risulta sempre più fiaccata.

Mi sento di sostenere che uno dei maggiori responsabili di questa situazione sia l’imperversante e generalizzato egoismo, e la conseguente assoluta mancanza di altruismo.

Come, direte Voi, che c’entra l’egoismo? C’entra, dico io, c’entra, e come!

E’ l’egoismo della Società in cui viviamo, è il nostro egoismo anche personale, è la nostra poca lungimiranza a contribuire a costruire una situazione cosi drammatica. Da che mondo è mondo è l’egoismo a dominare la nostra esistenza. Voglio riportare un esempio pratico, per meglio descrivere il mio pensiero. Quand'ero ragazzo le famiglie erano molto più ‘numerose’ di quelle attuali. Intendo dire che i figli in casa non erano, come oggi, solo uno o due. Ebbene il capofamiglia cercava in tutti i modi di coinvolgere i figli, non appena erano in età lavorativa, in quanto qualsiasi aiuto, anche modesto, avrebbe migliorato l’apporto globale economico familiare. In sintesi, se in una famiglia, immaginiamo composta da 5 o 6 persone, a lavorare è il solo capofamiglia certamente anche tutti gli altri 5 componenti ne utilizzano i benefici: alimentazione, vestiario, assistenza medica, mezzi di trasporto, svaghi, etc.! Questo significa anche che l’onere non può gravare solo su uno solo, quando i benefici, invece, sono utilizzati e divisi tra tutti i componenti.

Credo che questo esempio banale possa far riflettere tutti. Oggi con una marea di giovani privi di lavoro (un giovane su tre è disoccupato) le famiglie si trovano proprio all’interno di una condizione come quella prima descritta. Le soluzioni possono e debbono essere trovate! I tanti “bamboccioni”, come recentemente sono stati definiti, di colpe ne hanno meno di noi. Siamo noi che dobbiamo mettere da parte il nostro egoismo e consentire loro, invece, di “volare”.

Lo dicevo prima e lo ripeto ora i colpevoli sono tanti: La globalizzazione, la scarsa volontà degli Stati di attuare politiche di sostegno per i giovani, ma anche l’egoismo delle forze sociali che non cedono, non vogliono cedere, sulla flessibilità delle retribuzioni (pur con i ferrei controlli possibili); tutto questo non fa che alimentare la fuga delle aziende dagli Stati industrializzati a quelli in via di sviluppo, creando ogni giorni nuove colonne di disoccupati e nuove sacche di povertà. La soluzione certo non è ne semplice ne facile, ma l’inerzia è il peggiore dei mali. Pensiamoci!

Continuando di questo passo la nostra generazione sarà l’ultima ad aver vissuto l’evoluzione in positivo, ed alla quale verranno addebitate tutte le colpe, comprese quelle dei nostri predecessori. Abbiamo una responsabilità pesante e, purtroppo la sottovalutiamo. Per questo la storia ci punirà, severamente. Credo che tra qualche secolo i libri di storia ( libri certo diversi da quelli di oggi, che forse saranno scritti direttamente all’interno del nostro cervello, in file incancellabili) definendo la nostra generazione la indicheranno come quella che ...

“ HA RUBATO IL FUTURO AI GIOVANI!”.

Credo che sia il caso di meditare seriamente.

Grazie della Vostra attenzione.

Mario



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