Oristano 3 dicembre 2020
Cari amici,
Di recente in Egitto gli scavi
effettuati nella necropoli di Saqqara, nello stesso sito dove un mese fa gli archeologi
avevano riportato alla luce altri 60 sarcofagi vecchi di 2.500 anni, hanno
fatto un’altra straordinaria scoperta: sono venuti alla luce oltre 100, tra sarcofagi (60) dorati e splendide statue (40) anch’esse dorate, oltre a maschere funerarie
dai colori squillanti; le mummie, sono state trovate incredibilmente ancora intatte, dopo un sonno di più di duemila anni, avvolte in bendaggi di lino
istoriati di geroglifici e con tutto il corredo di ricchi ornamenti che doveva
assicurare al defunto un decoroso passaggio verso il mondo dei morti. Nelle
tombe rinvenuti anche dei vasi canopi, ovvero quei vasi usati per
conservare le viscere dei cadaveri nei processi di mummificazione e diversi
amuleti. La maggior parte del materiale ritrovato (il sito è posto a circa 30
km dal Cairo e a circa 15 chilometri a sud della piramide di Giza, luogo che
comprende la necropoli di Menfi, capitale dell'antico Regno egizio), risale a
sepolture di circa 2.500 anni fa, ovvero all'epoca delle dinastie dal VI al IV
secolo avanti Cristo e alla dinastia dei Tolomei (IV-I sec. a.C.).
Insomma, è stato
rinvenuto un vero e proprio tesoro, che testimonia un passato incredibilmente
aureo, che ora verrà analizzato in tutta la sua interezza e che contribuirà a
dare ulteriori risposte sulla vita di oltre duemila anni fa. "Saqqara
non ci ha ancora rivelato il grosso del suo contenuto", ha sottolineato
orgoglioso il ministro egiziano del turismo e delle antichità Khaled El- Anany,
nella conferenza stampa tenuta dopo il ritrovamento del ‘nuovo tesoro’, mentre
mostrava alla stampa internazionale una larga parte dei nuovi straordinari
ritrovamenti. Il ministro ha anche annunciato che i reperti, dopo le accurate
analisi, verranno distribuiti in diversi musei del Paese, fra i quali il Grande
museo egizio (ora in costruzione) che aprirà tra meno di un anno alla periferia
della capitale, nei pressi delle piramidi di Giza.
Tale prezioso materiale è
stato ritrovato in tre diversi pozzi funerari, profondi 12 metri; oltre i
sarcofagi, anche delle statue di legno, due delle quali sono state trovate
nella tomba di un giudice della sesta dinastia, antica di oltre 4 millenni.
Saqqara è oggi una cittadina di circa 20mila abitanti; posta a sud del Cairo, è
stata in passato un grande centro della civiltà egizia: era la capitale
dell’Antico Regno, come testimonia la grandiosità della necropoli di Memfi,
oggi luogo di importanti ritrovamenti archeologici. Nella zona di Saqqara si
trovano diversi siti di sepoltura, tra cui la piramide a gradoni del faraone
Djoser, la più antica piramide funeraria egizia conosciuta (2.630 a.C. circa).
Durante la conferenza
stampa appositamente convocata per annunciare la scoperta, gli archeologi hanno
aperto un sarcofago, trovando all’interno una mummia avvolta in un sudario
ornato con geroglifici colorati; hanno effettuato una scansione radiografica
della mummia, arrivando alla conclusione che il corpo fosse di un uomo di circa
quarant’anni. Una ulteriore, interessante notizia è che su una di queste mummie
è stato ritrovato un testo, probabilmente una introduzione al Libro dei Morti,
che potrebbe avere addirittura 4 mila anni! Intanto, secondo il segretario
generale del Consiglio Egiziano delle Antichità, Mustafà Waziri, gli archeologi
contano di ritrovare presto anche la bottega artigiana dove i sarcofagi
venivano realizzati. (ANSA).
Domus de Janas, S'incantu |
Cari amici, dopo aver
letto con vero interesse le notizie che ho appena riportato, sono stato
assalito da una riflessione che mi ha, però, molto intristito (sotto diversi aspetti).
Nella mia convinzione, il passato rappresenta qualcosa di molto importante: le nostre radici. Esse sono la base del nostro vivere, perché ci consentono di utilizzare quanto
nel passato è stato scoperto, predisponendoci così al perfezionamento nella
vita di oggi, e consentendoci anche di programmare al meglio la vita di quelli che
verranno dopo di noi, domani. Ed ecco, il motivo della mia tristezza che voglio condividere con Voi.
L'antica civiltà della
Sardegna, quella che ha costruito migliaia di anni fa i Nuraghi, la gran parte dei quali
svetta ancora solida e massiccia dopo i millenni, le tombe di giganti e le domus de Janas, sembra che non interessi proprio a nessuno: ne ai sardi ne al resto dell'Italia. Eppure pare ormai accertato che quella sarda sia la civiltà più
antica del Mediterraneo, anche se nessuno si occupa di studiarla a fondo e divulgarla!. Vorrei capire perché non interessa a nessuno (sardi compresi), mentre altri valorizzano
la propria civiltà! Perché nei libri di scuola si studia a fondo la civiltà
etrusca, quella romana, quella fenicia e così via, mentre si considera inutile
studiare la civiltà nuragica? Quello che dico è una verità constatabile, e sfido chiunque mi
voglia contraddire a dimostrarmi in contrario! Basta andare a leggere i libri di scuola, quelli adottati dal Ministero, dove la Sardegna e la
sua antichissima civiltà pare proprio non siano mai esistite! Basti anche pensare alla
scoperta “casuale” dei “Giganti di Mont’e Prama”, che, dopo il rinvenimento,
sono rimasti sepolti nei sotterranei della Soprintendenza di Cagliari per oltre
40 anni!
La mia amarezza credo di averla espressa tutta. Credo basti quanto ho
detto, amici, e la mia triste convinzione è che oggi, come ieri, la Sardegna
non sia a pieno titolo parte integrante e paritaria del resto d’Italia, ma
continui ad essere considerata colonia, con gli abitanti sudditi e non cittadini con pari
diritti. Eppure, a leggere per bene la storia, l’Italia di oggi e la prosecuzione di quel Regno di Sardegna,
diventato poi Sardo-Piemontese, con tutte le conseguenze che ben conosciamo!
A domani.
Mario
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